sabato 18 giugno 2011

Tropea e Capo Vaticano : La Calabria da Scoprire

Nella splendida Costa degli Dei è incastonata una perla preziosa famosa in tutto il mondo, luogo di antichissime leggende e di storia millenaria, il suo nome è Tropea.

Sorge su un promontorio tra i Golfi di Gioia e di S.Eufemia e si vuole che il fondatore sia stato Ercole che, di ritorno dalla Spagna (Colonne d'Ercole), si fermò sulla Costa degli Dei e secondo questa leggenda, Tropea divenne uno dei Porti di Ercole.

Tuttavia la storia vera di Tropea inizia in epoca romana quando lungo la costa, Sesto Pompeo sconfisse Cesare Ottaviano.
Per la sua caratteristica posizione di terrazzo sul mare, Tropea ebbe un ruolo importante, sia in epoca romana sia in seguito sotto l'occupazione saracena e, ancor più, sotto i Normanni e gli Aragonesi. Tropea, è uno dei centri più interessanti della Calabria e della Costa degli Dei.
Scoperta da illustri viaggiatori nei secoli scorsi, ha conosciuto una rilevante notorietà in tutto il mondo per le sue straordinarie bellezze naturali e architettoniche, infatti, è stata posta all'attenzione del grande flusso vacanziero essendo, a giusta ragione, definita (Perla del Tirreno).
Solo in questa affascinante cittadina, al diletto che il mare può offrire, si può unire un itinerario culturale, artistico e paesaggistico, di grande interesse che di seguito scoprirete.

Maestosa ed austera, troneggia su una vasta rupe di rocce e si rispecchia su un mare cristallino.
La parte antica della città è posta su un terrazzo a picco sul mare, dove di fronte sorge l'isolotto (scoglio) con l'antico santuario benedettino (Chiesa di S.Maria dell'Isola). Esistente sin dall'anno 370 D.C. di origine basiliana, rifatta in epoca gotica, per secoli è stato il rifugio di eremiti e naviganti, dato che prima non era collegato con la terra ferma.

Il santuario è raggiungibile tramite una ripida scalinata ricavata nella stessa roccia dell'isolotto, intorno alla chiesa c'è uno splendido giardino ricco di piante mediterranee con una stupenda vista a mare che offre una panoramica molto suggestiva di tutta la costa, oltre ad essere un posto molto romantico....Sullo sfondo si intravedono le Isole Eolie con Stromboli e Vulcano molto visibili, la Sicilia con il maestoso Etna e la distesa del mare Tirreno di fronte.

Il verdeggiante entroterra con gli insediamenti di esperti contadini che coltivano la terra, ricavando prodotti conosciuti in tutto il mondo come la famosa (Cipolla Rossa di Tropea) completa questo angolo di Mediterraneo ancora da valorizzare.
Le spiagge sottostanti la rupe di Tropea, sono bianchissime e contrastano in modo magico con un mare limpidissimo e cristallino dai colori che vanno dal turchese all'azzurro intenso.

Il centro storico è ricco di chiese delle varie epoche (Cattedrale Normanna, S.Francesco d'Assisi, S.Maria della Neve, dell'Annunziata ecc.) e di suggestivi palazzi nobiliari che custodiscono al loro interno ricchi tesori e preziosi arredi urbani in ottime condizioni.
All'esterno di questi palazzi (antiche dimore patrizie) si possono ammirare i settecenteschi balconi (molti a picco sul mare) e gli imponenti (Portali) posti all'ingresso dei palazzi, costruiti da abili artigiani.
Il tutto racchiuso in un labirinto di stradine strette che si aprono in piazzette stupende e che improvvisamente si affacciano sul mare sottostante o su verdeggianti terrazzi.
Molti palazzi nobiliari sono stati costruiti a strapiombo sul mare ad una notevole altezza, con finestre e balconi che aprono direttamente su uno degli angoli più belli del Mar Mediterraneo.

Avventurandosi all'interno del centro storico si scoprono piccole botteghe di noti artigiani del legno, del ferro, dei tessuti e della terracotta.
Ma anche piccole botteghe gestite dai contadini della zona che vendono prodotti tipici locali provenienti dalle loro (masserie come l'olio d'oliva, il vino, i dolci, le uova fresche, la frutta secca e di stagione, i cestini in vimini, salami piccanti come la famosa "Nduja", le cipolle rosse di Tropea con tutti i suoi derivati come la marmellata e tanti altri prodotti di alta gastronomia calabrese, che consiglio di degustare nei piccoli ristoranti (romantici e suggestivi) sparsi in ogni angolo del centro storico.
Tropea è anche dotata di un moderno porto turistico, attrezzato con tutti i confort e poco distante dal centro storico. Il porto di Tropea è uno dei cinque porti d'Ercole scelto insieme con altri quattro porti del Mediterraneo, per via della leggenda summenzionata.

Dal porto le imbarcazioni di esperti marinai vi porteranno a visitare Capo Vaticano, Parghelia, Ricadi, Briatico e Zambrone, tappe obbligate di un itinerario dove protagonista è il mare trasparente, incorniciato da bianchi arenili da cui si godono panorami stupendi.

CAPO VATICANO

Promontorio di Capo Vaticano

Attenzione particolare merita Capo Vaticano di Ricadi (a circa 6 km da Tropea) estremo promontorio occidentale del Monte Poro, a tratti strapiombante vertiginosamente in mare, oppure digradante con pendii e terrazzamenti. Capo Vaticano può essere considerato un'oasi naturalistica. Le sue alte pareti sul mare creano una serie infinita di anfratti, spiaggette, scogliere di granito e calcare circondate da macchia mediterranea che diventano preziosa riserva di uccelli che scelgono questi luoghi per nidificare. Gli uccelli migratori invece, dovendo attraversare lo Stretto di Messina, ne fanno l'ideale "area di sosta". Sulle alture che circondano il faro, a precipizio sul mare, è stato segnato un breve sentiero che, tra i fichidindia, permette di godere, grazie al forte pendio, di panorami mozzafiato con una visuale che arriva fino alle Isole Eolie.
Una volta completato il sentiero e ritornati indietro, sulla sinistra si può scendere al Belvedere (luogo ideale per foto suggestive), un terrazzo sulla spiaggia di Capo Vaticano, una delle più celebrate del litorale calabrese. Nei pressi si trova la villa dove lo scrittore Giuseppe Berto trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Numerose sono le spiaggette di Capo Vaticano; strisce di sabbia che appaiono improvvisamente, conquistandosi un pò di spazio tra i costoni della montagna che precipita in mare. Alcuni arenili sono raggiungibili solo via mare, incastonati in piccole baie e circondati dalla natura più selvaggia. Il faro (il cui segnale è visibile sin da Scilla e dalla costa tirrenica della provincia di Messina), fu impiantato nel 1885.
Spiaggette di Capo VaticanoSpiaggette di Capo VaticanoParticolarmente stimolanti, per gli appassionati, i fondali marini di Capo Vaticano, ricchi di flora e di specie ittiche. Diversi  diving center garantiscono assistenza agli appassionati dei fondali marini.
Tutta la zona di Capo Vaticano è un continuo fiorire di macchia mediterranea, e oltre che per la coltivazione della cipolla di Tropea, l'area (con stupore dei visitatori) è privilegiata per la crescita e la fruttificazione dei banani e di altre piante tropicali.
Nel territorio di Ricadi sono ancora visibili tre delle numerose torri di avvistamento poste lungo la costa a difesa dai saccheggiatori turcheschi: Torre Marrana, Torre Ruffa e Torre Bali. La zona offre svariati tipi di servizi tra cui minicrociere con motonave veloce alle Isole Eolie, escursioni a Taormina,Reggio Calabria e Serra San Bruno. Da non perdere la minicrociera per Stromboli by night.. Capo Vaticano un paradiso da scoprire, in Calabria.


Spiaggia di Tropea

Tropea: ricca di storia millenaria, fiera di un passato che la vide importante città-fortezza, orgogliosa delle nobili famiglie che ne fecero un fiorente centro di attività economiche, oggi Tropea è la località più rappresentativa di Capo Vaticano e soprattutto il simbolo del turismo in Calabria. Una vocazione sviluppata negli anni e che è esplosa in tempi recenti al punto che la città è ormai inserita nei circuiti del turismo internazionale. Ciò che attira principalmente ituristi a Tropea e Capo Vaticano è sicuramente il mare, con gli incantevoli arenili che si alternano, lungo la costa, a suggestive scogliere. E' uno dei litorali più belli della Regione Calabria, quello che da Parghelia, arriva a Tropea e quindi a Capo Vaticano, fino a Nicotera, ricco di lussureggianti orti e antichi uliveti, ove sopravvive una salda tradizione contadina.
Veduta di TropeaQuesti lidi richiamano alla mente paesaggi omerici e spiagge che si conservano ancora intatte. Il territorio circostante offre verdi colline ricche di acque sorgive che permettono la coltivazione di quei frutti della terra che rendono celebre Tropea, come la famosa cipolla rossa di Tropea e ogni tipo di ortaggio. Ricco d'arte e di suggestione è il centro storico, mantenutosi integro nonostante le numerose catastrofi e devastazioni abbattutesi nei secoli sulla Regione Calabria, e che offre numerosi interessanti esempi di architettura.
  Esso si eleva su di un blocco arenario miocenico perpendicolare alla costa, a circa 60 m. d'altezza. Ogni vicolo ha qualcosa da raccontare; gli scorci pittoreschi si susseguono: percorrere il centro a piedi è una continua scoperta di angoli suggestivi, chiese, piazze, stemmi, maestosi portali baroccheggianti, palazzi di interesse storico, cortili. E poi i numerosi belvedere sul mare che, dai vari angoli della città, suggeriscono diverse interpretazioni panoramiche della sottostante marina.
La città, oltre al turismo marino, offre anche importanti itinerari culturali e naturalistici. La vicinanza al rilievo montuoso di Monte Poro, inoltre, consente a chi soggiorna a Tropea di passare, in pochi km., a condizioni climatiche differenti e a godere dei piaceri dell'alta collina. Tropea vive la sua stagione più intensa nell'estate che, grazie alla mitezza del clima, dura pressochè sei mesi. Le numerose strutture ricettive inoltre sono in grado di soddisfare la domanda turistica sempre più crescente.
L'estate a Tropea  è ricca di avvenimenti. Il cuore del centro storico batte soprattutto nelle ore serali, con i numerosi caffè all'aperto e le passeggiate lungo il corso Vittorio Emanuele III, dove si ha la possibilità di fare shopping fino a tardi, per poi magari dirigersi nei vari luoghi di divertimento notturno fino al mattino, concludendo con cappuccino e cornetto caldo.......vieni a Tropea, la perla del Mediterraneo in Calabria.
TROPEA..... TI ASPETTA IN CALABRIA....

COME SI ARRIVA A BRATTIRO' DI DRAPIA VICINO TROPEA E CAPO VATICANO

IN AUTO DA NORD: Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscita Pizzo Calabro quindi S.S. per Tropea – Capo Vaticano di Ricadi, al bivio di Ciaramiti di a sinistra (Bivio Delizie Vaticane di Tropea), proseguire salendo fino a Brattirò; Oppure uscita S. Onofrio - Vibo Valentia seguire le indicazioni per  Ricadi - Capo Vaticano, al bivio di Zungri (Capo Vaticano - Tropea) proseguire verso Brattirò di Drapia.
IN AUTO DA SUD: Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscita Rosarno quindi proseguire per Nicotera – Joppolo – Coccorino – Ricadi – Capo Vaticano, proseguire per Santa Domenica - Tropea al bivio di Ciaramiti a destra (Bivio Delizie Vaticane di Tropea), proseguire salendo fino a Brattirò.
IN TRENO: Stazione FS di  Ricadi o (1 km)  Tropea  (6 km).
IN AEREO: Aeroporto internazionale di Lamezia Terme  (65 km) o Reggio Calabria (120 km)

Cenni Storici Capo Vaticano Tropea Calabria


storia capo vaticano





Il territorio di Ricadi risulta abitato fin dai tempi più remoti. Fin qui si spinsero i coloni greci di Locri che occuparono anche gli insediamenti che sorgevano più a monte, sulle alture di Torre Galli, alle cui pendici i Bruzii o Bretti costruirono il villaggio di Brattirò che ricorda nel nome la loro capitale Bretto.
Dopo i Greci fu la volta dei Romani che vi lasciarono tracce indelebili del loro passaggio nella lingua, negli usi, nei costumi, addirittura nei lineamenti morfologici degli abitanti.
Per secoli i pirati saraceni saccheggiarono le coste del Capo, per cui la popolazione si spostò più all'interno costituendo piccoli nuclei abitati sulle zone collinari. Nel secolo XVI, don Pedro di Toledo, Vicerè di Napoli, fece erigere le torri di avvistamento lungo le coste, con compito di “dare avviso” della imminenza di sbarchi pirateschi, sicchè i contadini avevano il tempo di scappare verso l' interno in cerca di rifugio.
Fino al 1799 i paesi del capo erano “casali” della città di Tropea . In quell'anno, il generale francese Championnet rese Ricadi autonoma. Nel 1806 Giuseppe Napoleone, in occasione della suddivisione del regno in Provincie, Distretti e Governi, assegnò Ricadi alla Provincia della Calabria Ulteriore, Distretto di Monteleone (oggi Vibo Valentia), Governo di Tropea.
Nel 1811 Ricadi venne elevata a comune autonomo, e le furono assegnate le frazioni di S. Domenica, Ciaramiti , S. Nicolò, Brivadi, Orsigliadi e Brattirò.
Successivamente Brattirò venne assegnata al comune di Drapia ed a Ricadi vennero attribuite le frazioni di Barbalaconi e Lampazzone.
Nessun avvenimento di rilievo da allora fino al 1894. in quell'anno arrivò a Ricadi la ferrovia, la quale si fermò in località Torremarino, nel posto ove oggi sorge il residence Contura; infatti non era stato ancora costruito il viadotto sul torrente Ruffa.
Con l'arrivo della ferrovia ha inizio anche l'emigrazione. Infatti era più facile andare a Napoli per poi imbarcarsi per le lontane Americhe.
Nel 1914 Ricadi viene collegata a Tropea con una strada. Sul tracciato di questa corre l'attuale strada Provinciale Tropea-Ricadi-Spilinga.
Nel 1905 e nel 1908 il territorio di Ricadi venne colpito da forti terremoti che causarono molti danni ma, fortunatamente, poche vittime.

Le Rivolte Contadine Ricadi


rivolte contadineI disagi e le vessazioni degli amministratori di Tropea causarono la rivolta del 1647-’48 che partì da Parghelia, guidata dal marinaio Leonardo Drago. Essa si estese a tutta la zona avendo come obiettivo i saccheggio della città di Tropea e la spartizione dei beni e delle consorti dei nobili e degli onorati, ove si fosse riusciti a rapirle. I ribelli vinsero in un primo scontro, ma successivamente ebbero una dura sconfitta da parte delle guardie al servizio delle consorterie dominanti Tropea.
Un’altra rivolta avvenne il 6 agosto 1722; ebbe inizio nel casale di Spilinga, guidata da un certo Orazio Falduti, e vide in breve la partecipazione di tutti i casali e dei villaggi di Capo Vaticano . I moventi di questa rivolta vanno ricercati nel fatto che i casali dovevano pagare una tassa di 300.00 ducati, che non era stata equamente ripartita, perché non si era tenuto conto, da parte dei sindaci di Tropea, dell’ordinanza con la quale la Regia Camera della Sommaria nel 1720 aveva esentato dal pagamento di detto tributo le persone che vivevano alla giornata. Le intimazioni della tassa furono respinte tra generali proteste, ma la repressione fu dura e corse sangue.
I casali dovranno ancora attendere, per quasi un secolo, prima di vedere coronate le loro aspirazioni di indipendenza e di liberazione dai privilegi che la città di Tropea considerava diritti inalienabili. Come dappertutto ci furono periodi di prosperità e altri di ristrettezze. Questi si manifestarono maggiormente verso la metà del 1700, quando nel Regno di Napoli si ripristinò l’antico sistema di diritti feudali con canoni esosi che gravavano in particolare sui contadini. La ricchezza delle popolazioni di questa zona, che intrattenevano rapporti commerciali con la Sicilia, le Eolie e persino con Venezia, esportando prodotti agricoli pregiati (vino, grano, olio) dotate, come erano, di un porto e di una flottiglia di imbarcazioni da trasporto (possedevano gradi tartane), andò esaurendosi e, ultimo dei casali di Tropea, anche Ricadi cedette alla pressione fiscale. A rendere sempre più difficili le condizioni di vita ai gravami fiscali si aggiunsero i numerosi terremoti, che distrussero in buona parte gli abitati, e poi il diffondersi del brigantaggio .

Torri, Cavallari, Scorridori Capo Vaticano Calabria


torri in Calabria

La proposta di costruire le torri di difesa fu avanzata a Carlo V da Don Pedro di Toledo vice re di Napoli, che, venendo i Calabria, si era accorto che le costiere erano senza protezione, per cui bisognava fortificarle. Complessivamente furono costruite 366 torri a spese dei cittadini che dovevano pagare una tassa ad agosto ed a Natale. Alla custodia delle torri erano addetti i torrieri che avevano il compito di segnalare con fuochi e spari agli abitanti del posto ed alla torre successiva che dal mare stavano giungendo i pirati e bisognava impedirne con le armi l’approdo. Alla custodia delle torri vi erano anche i cavallari che percorrevano la spiaggia con il compito di avvistare le fuste dei corsari e subito avvertire i torrieri, per poi correre suonando il corno agli abitanti e gridando:”All’armi! All’armi! La campagna sona:Li turchi su arrivati alla marina…”. I torrieri e i cavallari non potevano allontanarsi dalla spiaggia né potevano possedere barche ed attrezzi da pesca. Ai cavallari che non facevano il loro dovere era comminata una pena di 100 once. La paga era gravata sul focatico che era di grani 7 ½ a foco. La dodicesima parte del grano si usò chiamarla “cavalluccio” e l’imposizione pare fosse decisa o confermata dal vice rè Spagnolo Parafan De Ribera Duca di Alcalà.

Talvolta i cavallari avevano un capo detto anche sopracavallaro che non faceva servizi di guardia e percepiva soltanto sei ducati all’anno. Nonostante la presenza delle torri fatte costruire a difesa della costa, nel secolo XVI,  la dura sconfitta subita dai turchi nella battaglia di Lepanto del 1571. L’audacia dei corsari non si attenuò e tenne sempre in ansia pescatori e popolazioni costiere fino ai primi decenni del secolo scorso. Il passaggio dei predoni era una calamità temuta ed improvvisa come le pestilenze ed i terremoti. Per questo motivo, il regno di Napoli, il 22 febbraio 1821 istituì la Guardia di sicurezza interna, nella quale erano obbligati a prestare servizio i cittadini dai venti ai quaranta anni. Dopo il 1848 quel corpo armato assunse il nome di Guardia Nazionale.

Leggenda Donna Canfora Capo Vaticano Calabria


donna canforaUn racconto popolare, sempre vivo, nella memoria dei vecchi della zona, parla di donna Canfora, una donna di Ricadi molto bella, con lunghi capelli dolcemente fluenti sulle spalle; fu catturata da saraceni o turchi mentre sulla spiaggia di Torre Ruffa osservava le stoffe che erano state distese per essere vendute. Donna Canfora era rimasta vedova in ancora giovane età, ma era rimasta sola col ricordo sempre vivo del marito. Quando si trovò sulla nave dei musulmani, dopo aver dato un saluto alla sua casa, alla terra natale e agli amici che agitavano le braccia sulla spiaggia di Capo Vaticano in un gesto disperato si buttò risolutamente in mare gridando: “Le donne di questa terra preferiscono la morte al disonore!” Donna Canfora scomparve fra le onde, ma da allora le acque del mare diventarono in quel punto di un azzurro cangiante con le sfumature di colore del velo che la donna di Ricadi portava. Una volta, quando l’eco, che si genera dell’infrangersi dell’onda sulla battigia, si propaga nella adiacente campagna, i contadini raccontavano ai figli la leggenda di donna Canfora e dicevano che quel mùrmure monotono non è altro che l’accorato lamento con cui la bella donna rapita saluta ogni notte la sua casa e la sua terra natale. Torre Ruffa è ancora oggi là davanti alla spiaggia, davanti a quel mare che di ora in ora cambia colore.

Torri saracene costiere Capo Vaticano Calabria


torre marranaLe torri nel territorio di Ricadi , di cui rimangono almeno in parte tre, sono sei e prendono nome della località dove sorgono: Torre Marrana, Santa Maria , Torre Marino , Torre Ruffa , Torre in contrada Pissione e Torre Bali in Santa Domenica di Ricadi, dove abitava il comandante di tutte le torri vicine e dove vi era al bisogno l’occorrente per organizzare la difesa e dare l’allarme con lingue di fuoco, di notte; con una colonna di fumo giorno. Queste torri d’avviso hanno alcune forme cilindrica, altre tronco-conica ed altre piramidale e sono situate a circa tre chilometri di distanza l’una dall’altra. Servivano a protezione delle popolazioni contro le scorrerie dei saraceni che venivano qui a razziare ed a rapire le belle donne.

Brigantaggio in Calabria


briganti calabria
Il fenomeno del brigantaggio, che affonda le sue radici nella storia politica, economica e sociale del Mezzogiorno, ebbe localmente una figura importante nel brigante Andrea Orlando di Spilinga. Egli con la sua azione e i suoi sostenitori rappresentò l’ostilità contadina verso i proprietari di terre e, in generale, verso i possidenti.
Orlando era un bovaro che decise di diventare bandito in difesa, soprattutto, dei poveri e degli oppressi, la sera in cui, di ritorno dalla campagna, trovò in casa la madre piangente per la caldaia che aveva dovuto consegnare all’esattore, non avendo potuto pagare il piccolo tributo per mancanza di soldi.
Egli non ebbe esitazione ad uccidere l’esattore e a darsi alla macchia; ma pur diventato brigante egli avrebbe conservato un forte sentimento di onestà. Si racconta che fece uccidere un gregario che si era permesso di chiedere per sé dei soldi ad una famiglia benestante di Ricadi , servendosi però del nome di Orlando. È un capitolo di storia che forse dovrà essere riscritto, o meglio più precisamente documentato.
Non c’era una maturità per uno sviluppo politico-sociale dell’opposizione contadina , né era possibile che il brigantaggio da solo capovolgesse una situazione o rientrasse nella legalità. In pratica i briganti si ridussero a mercenari che guerreggiavano radunando bande armate locali. Così anche Andrea Orlando finì per mettersi al servizio degli anglo-borbonici agli ordini del generale inglese Sherbrosk, che tentavano di ricacciare dal Regno i francesi.
Come l’Orlando operavano, quali guide e capimassa, il Bizzarro, il Rauti e si avvantaggiavano delle simpatie, ma anche della paura dei contadini. Orlando, nel 1808, contava su una forza di 60 uomini, annidati sulle alture del Poro , ma quando la campagna antibrigantaggio condotta dai francesi cominciò a dare buoni risultati in un primo tempo passò dal brigantaggio politico a quello più redditizio delle grassazioni, poi si offrì di lavorare per i francesi, venne amnistiato e poi arruolato col grado di capotano. Morì a San Ferdinando, all’età di 86 anni, in una casa dei marchesi Nunziante, dove passò il resto della sua vita, dopo aver sposato a Palmi Maria Rosa Suriao, una ragazza del luogo appartenente ad una agiata famiglia di agricoltori. Spilinga onorò la memoria del capitano Orlando intitolandogli la via dove era nato.

Il Promontorio Capo Vaticano Ricadi Calabria

comune ricadi
Capo Vaticano, con tutto il territorio del comune di Ricadi , si trova sulla punta estrema del promontorio che si diparte dai golfi di Lamezia e di Gioia Tauro e si protende nel Tirreno meridionale verso lo Stromboli e le altre isole Eolie , che nitide appaiono all'orizzonte.La costa che vien giù da Tropea , e che è delimitata a Sud dalla mole precipitante del monte Poro , è tutta un susseguirsi di panorami di una bellezza unica, con una natura ancora intatta ed un continuo alternarsi di riviere sabbiose e di scogliere strapiombanti che si aprono improvvisamente scoprendo baie stupende e deliziose spiaggette lambite da un mare limpidissimo, dai colori particolari e continuamente cangianti che vanno dall'azzurro al turchese al blu profondo.Essa inizia con le bianche sabbie di Baia di Riaci e di Formicoli , sovrastate dalla terrazza tufacea su cui sta il lindo paesino di S. Domenica.Seguono le spiagge di Torre Marino , Torre Ruffa, Tono e Tonicello, i cui arenili confinano col verde di una vegetazione fitta e rigogliosa, favorita dall'abbondanza di acque del sottosuolo. Qui sono, infatti, numerose fonti naturali.
Poi la costa sabbiosa finisce di colpo, interrotta dalle scogliere e dalle superbe rupi strapiombanti del Capo, le quali, dall'altezza di oltre 100 metri, scendono a perpendicolo fino al mare dando luogo alla Praia di Fuoco , con gole, grotte, scogliere e spiagette immacolate raggiungibili solo dal mare, che in questo punto è puro come cristallo, di un intenso color turchese.

Il clima Capo Vaticano Ricadi Calabria


il clima capo vaticanoCapo Vaticano gode di un clima mite e gradevole. L' estate è sempre fresca grazie alla brezza del maestrale (il mistràl della Provenza) che arriva dal mar Ligure e dalla Corsica ed apporta una particolare frescura a tutto il promontorio.
Con soli 10 minuti di auto è possibile raggiungere la Pineta di Monte Poro (700 m. sul mare) per trascorrere qualche ora deliziosa all'ombra dei pini e dei castagni.



Capo Vaticano appartiene alla fascia climatica temperata sub tropicale detta "Mediterranea" :
* Inverni miti e piovosi;
(la temperatura media del mese più freddo si aggira intorno i 13°).
* Estati calde e secche;
(la temperatura media del mese più caldo si aggira intorno ai 26°).
In generale l'escursione termica giornaliera e di 4°- 5°..

carta venti calabriaIl vento di "scirocco" (dai quadranti meridionali) nel periodo invernale può portare la temperatura diurna oltre i 20° ed in quello estivo, addirittura oltre i 28° quella notturna e oltre i 35° quella diurna; il vento di "grecale" (quadranti orientali), nel periodo invernale può abbassare la temperatura di 8°







Le Spiaggie di Tropea e di Capo Vaticano

La Spiaggia di Massara Gabbaturco

GabbaturcoDopo la spiaggia del Giardinello di Capo Vaticano di Ricadi viene quella che si estende fino al passo del Gabbaturco.L'origine di questo nome deriva da una leggenda che i marinai di Tropea si tramandano da padre in figlio.Secondo tale leggenda una mattina alcuni pescatori, di ritorno da una battuta di pesca giunti nel luogo detto Formicoli si accorsero che una galera turchesa li stava inseguendo.Vistisi quasi perduti, conoscendo molto bene le insidie di quel mare, diressero subito la barca in un canaletto formato da due scogliere rocciose coperte dall'acqua.Già i pirati gustavano la gioia della preda quando, giunti anche loro in quel tratto di mare, non conoscendo i pericoli di quelle secche, urtarono con la chiglia contro la scogliera sommersa. La nave, sobbalzò, oscillò paurosamente e subito si capovolse rovesciando il suo carico nel mare.Alle grida disperate di quei pirati fece immediatamente eco la gioia dei pescatori tropeani che con quell'audace stratagemma erano riusciti a salvarsi.D'allora quel tratto di mare prese il nome di “Passu du Gabbaturco”




Spiaggia Scogliera del Capo vicino Capo Vaticano

scogliera del capoAlla fine del bianco arenile del Tono , ha inizio la spiaggia della  Scogliera del Capo di Capo Vaticano Ricadi , che, a giusta ragione è stato definito “il balcone sul mare più bello d'Italia”. Stormi di gabbiani melanconici sonnecchiano, quando non volano liberi nel cielo, su queste rocce a strapiombo che il vento e la pioggia, attraverso il lento fluire dei secoli, hanno modellato, conferendo ad alcune la forma di una sfinge, ad altre quella di un animale, ad altre ancora quella di un mostro preistorico protesto verso il mare a guardia dei tesori nascosti nelle viscere d'inaccessibili grotte. Lungo i dirupi e le spiaggette di Capo Vaticano , alto sul mare, si può trovare il conforto di calette sabbiose e solitarie, e si potranno visitare grotte naturali scavate nella roccia dal millenario risucchio delle onde. È questa la Calabria più bella dove l'occhio spazia sul mare e gode di un panorama stupendo, avendo davanti un orizzonte infinito sulla linea del quale si stagliano, ad una ad una, le Isole Eolie i monti della Sicilia e l'Etna, quasi sempre bianca fino alle pendici. 

Spiaggia Grotticelle Capo Vaticano

capo vaticano grotticelle
Finita la scogliera di Capo Vaticano , di nuovo il mare s'incunea nella terra ed in un'ampia insenatura a tre anse forma la spiaggia di Grotticelle di Capo Vaticano Ricadi difronte le Isole Eolie .
La spiaggia di Groticelle a Capo Vaticano prende il nome da una grotta naturale che fino a qualche anno fa esisteva “a pochi metri dal lido... tutta rivestita di capelvenere” e che serviva, secondo Giovanbattista Petracca - Scaglione, “di ricovero alle greggi nei mesi invernali e di posto ritirato alle donne che in quei paraggi fanno i bagni”.
Famosa per la sua sabbia fine e delicata, per il suo mare caldo, calmo e tranquillo, per le sue scogliere, per le sue secche raggiungibili a piedi e a nuoto, durante l'estate si popola di una fitta schiera di turisti in cerca di sole e di acqua pulite. È un luogo ideale, oltre che per i bagni, anche per la pesca con le reti e con il bolantino in quanto il fondo vicino alla riva è sabbioso e il mare riparato dai venti e dalle correnti dello Stretto di Messina.
Racconta padre Sergio che su questa spiaggia per molti giorni, a causa del cielo e del mare in tempesta, sostarono un tempo famosi e illustri principi. In questa splendida baia nel 1943, colpito da aerei nemici, affondò un piccolo rimorchiatore che lentamente risaliva il Tirreno trascinandosi dietro un grosso peschereccio. Il peschereccio si arenò sulla spiaggia e poi fu distrutto dai marosi, mentre il rimorchiatore lentamente si inabissò ed oggi giace sui fondali della vicina secca chiamata “smalidittu” perché è un cimitero di reti e di palamiti.

Spiaggia Giardinello vicino Capo Vaticano

spiaggi di riaci
Alla spiaggia di Riaci segue quella detta Giardinello perché un tempo il suo retroterra era coperto da verdi giardini.Essa è formata da una linea di sabbia bianca e sul suo costone domina l'antica Torre Gisotta o Balì, così denominata perché un tempo in essa abitava il comandante di tutte le torri di guardia e vi erano le batterie e il deposito delle munizioni.Nel mare vi sono moltissimi scogli e la battigia stessa è comparsa di sassi.Questo tratto era ricco di pesci e di frutti di mare, come ci racconta padre Sergio nella sua storia di Tropea e del suo territorio.Egli assicura di avere appreso tutte queste cose dai suoi avi, dai pescatori locali, oltre che dalla sua esperienza personale.

Spiaggia Porticello a Capo Vaticano


Porticello in CalabriaLa spiaggia di Porticello a Capo Vaticano di Ricadi si trova alla fine del litorale di Santa Maria , e comprende la grotta dell'aspide perché in essa, secondo un'antica leggenda, durante le notti di plenilunio, il velenoso serpente si accoppiava con la feroce murena. Quest'ultimo lembo di mare per i suoi fondali e le sue scogliere è particolarmente ricercato dai pescatori subacquei. Ricco di ogni varietà di pesci, è estremamente insidioso per le correnti che lo attraversano, tanto è vero che già due esperti sub hanno lasciato la loro giovane vita nei fondali di Capo Vaticano . Al torrente Mandricelle, che segna il confine tra il comune di Ricadi e quello di Joppolo, terminano le spiagge amene e solatie del Promontorio Vaticano , fiore all'occhiello del turismo che ha vita nel Comune di Ricadi. 

Spiaggia Formicoli vicino Capo Vaticano

spiaggia formicoli
Spiaggia di Formicoli a Capo Vaticano di Ricadi : subito dopo la spiaggia del Gabbaturco , si giunge a quella detta di Formicoli, il quale nome non sarebbe altro che la volgarizzazione di Forum Erculis. Secondo alcuni storici, infatti, Ercole, quando giunse in Italia con le sue navi, fondò un porto cui diede il suo nome. Dell'esistenza di questo porto ci parlano Strabone, Plinio e, fra gli altri, anche il Marafioti, il quale nelle sue “Croniche et antichità di Calabria” testualmente scrive: “Nel mare, poi, del detto Promontorio di Capo Vaticano molti scogli si trovano... ai quali succede un porto, che era chiamato anticamente Porto di Ercole, per essersi in quello riposato Ercole coi suoi navigli quando navigava nei mari d'Italia”. Sulla spiaggia di Capo vaticano vicino ad una chiesetta dedicata a Santa Domenica di Ricadi, esiste un pozzo in fondo al quale si narra che vi si una pietra sulla quale è impressa l'orma di questa Santa che in quella contrada nacque ed ebbe la sua casa.

Spiaggia Tono vicino Capo Vaticano

Tono Capo VaticanoDopo la spiaggia di Torre Ruffa di Capo Vaticano, un lungo arenile si estende fino alla scogliera del Tonicello, del Tono e della Punta. È questo l'unico tratto di mare nel quale non vi sono insenature o spiaggette a Capo Vaticano . È esposto ai venti di tramontana e di ponente e le onde, quando spirano questi venti, sono lunghe, spumeggianti e minacciose ed il loro rumore, appena s'infrangono sulla battigia, è simile al tuono. Forse da questo rumore minaccioso ed assordante prese il nome la spiaggia. Un tempo il suo entroterra era ricco di verde, di alberi da frutta e di vigneti, oggi il turismo ha cambiato volto a questo litorale, sul quale, comunque, durante l'estate trovano ancora refrigerio i molti turisti italiani e stranieri.

Luoghi da Visitare : il Belvedere di Capo Vaticano

belvedere capo vaticanoDove : a fianco del faro Capo Vaticano , lato sud; quasi a toccare lo scoglio del Palombaro su cui vivono in comunità gabbiani e colombi selvatici. Lo sguardo spazia sulla baia di Grotticelle , sulla punta Calispera, sul massiccio del Poro , sulla piana di Gioia Tauro, sull'Aspromonte, sullo stretto di Messina. Accanto è presente un locale caratteristico, mette a disposizione dei visitatori un bar / gelateria, prodotti tipici Calabresi , artigianato artistico calabrese. In più organizza serate con musica tradizionale e folcloristica, locale e regionale di Capo Vaticano .




Pizzo Calabro

Pizzo CalabroPizzo è una città marinara, con al centro una bellissima piazzetta che è un autentico balcone sul mare ed il cuore della vita sociale della cittadina. Accanto, il Castello Aragonese nel quale fu fucilato il Re Gioacchino Murat, poi seppellito nella chiesa di S. Giorgio ove si conserva il suo atto di morte.
Alla periferia nord, sulla spiaggia, si trova la chiesetta di Piedigrotta, interamente scavata nella roccia tufacea; è un caratteristico esempio di arte religiosa popolare nella raffigurazione, a grandezza naturale, di misteri cristiani, di santi e di liturgie.
Pizzo è anche il centro della lavorazione del tonno, ed è famosa per la bottarga e per il Tartufo di Pizzo.

Il Monte Poro

affaccio monte poroPercorrendo una stretta stradina che si diparte dalla provinciale Ricadi - Joppolo, subito dopo l' abitato di Coccorino, si arriva alla sommità di Monte Poro a picco sul mare. Sulla destra si apre lo stupendo scenario di Capo Vaticano e delle sue baie, sulla sinistra la costa pietrosa di Joppolo, la falce del golfo di Gioia, ed infine la costa Viola da Scilla a Bagnara.

Maggiori informazioni su Monte Poro su www.poro.it 




Il Faro di Capo Vaticano

faro capo vaticano
Il faro di Capo Vaticano di Ricadi, è stato costruito nel 1870, ma attivato dopo 15 anni. Si poggia su di una roccia di oltre 110 metri sul livello del mare che è la punta di Capo Vaticano . L'estrema semplicità della bassa costruzione, il tetto piano a terrazza, col serbatoio dell'acqua, da cui sale la torretta cilindrica di sostegno alla lanterna, il forno a legna adiacente al fabbricato, riportano lo sguardo alla classica tipologia delle costruzioni mediterranee. E' dotato di ottica rotante di 500mm di focale, che emette un gruppo di 4 lampi bianchi ogni 20 secondi; essa è occultata ad est di 205° nel golfo di S. Eufemia (Lamezia Terme).

Secondo la tradizione locale, su uno di questi scogli che potete osservare nella foto - detto "scoglio Mantineo" - la profetessa Manto faceva il suo vaticinio, predicendo il futuro ai naviganti, prevedendo o scongiurando l'ira dei mostri di Scilla e Cariddi (le correnti marine dello stretto). In condizioni metereologiche ideali dalla punta del faro si possono intravedere le rinomate Isole Eolie e lo stupendo scenario del vulcano " Stromboli ".

Lasciamo immaginare ai nostri visitatori la suggestiva veduta di un tramonto sullo Stromboli dal Faro di Capo Vaticano.

La Fiumara della Ruffa

fiumara della RuffaLa fiumara di Capo Vaticano di Ricadi, detta anche della “Ruffa o di Brattirò di Drapia”. Essa fra tutte le fiumare del territorio è la più grande, bella, profonda e verde di inaspettate e sorprendenti meraviglie storiche, naturali e paesaggistiche. Attraversa tutta la Valle della Ruffa, ha il maggior volume di acqua, arricchita com’è dalla confluenza di due ruscelli; garantiva quindi le condizioni per il buon funzionamento dei mulini. Lungo il corso del torrente ancora oggi si trovano i resti di 8 mulini ad acqua. Si pensa siano sorti al tempo dei Romani. Durante il medioevo presero la forma definitiva, che hanno conservato fino alla loro chiusura. Tre hanno continuato a macinare fino al 1959 gestiti dai mugnai e dalle loro famiglie; uno è ancora in funzione, costruito nel XVIII secolo, si trova a Lampazzone di Ricadi . Percorrendo la fiumara si vede la sagoma della mitica Torre Marrana, a Brividi di Ricadi, appollaiata sul versante meridionale. Questa antica torre del XIV secolo, ancora oggi ben conservata, fu edificata allo scopo di avvistare i pirati che minacciavano queste coste; una comoda che parte da quella provinciale la rende facilmente raggiungibile. Le rocce su cui poggia la torre ospitano alcune specie tipiche delle rupi calcaree aride come Capparis spinosa, Daphne gnidium, Micromeria graeca e Scorpiurus muricatus.
Scrutando il cielo è possibile scorgere le grandi poiane che, intente nella caccia, volteggiano sfruttando le correnti termiche ascensionali che si originano in corrispondenza delle pareti rocciose.
Il versante della valle esposto a sud offre il tipico paesaggio mediterraneo, punteggiato di fichi d’ india, mentre il versante esposto a nord è ricoperto da un bosco misto mesofilo più tipico della media montagna che delle coste tirreniche. Nelle piccole radure alla base dei versanti spuntano la rara e protetta Orchis simia e il bellissimo Anemone hortensis.
Se ci si arrischia a risalire lungo qualche tormentata mulattiera e ci si rivolge al mare si resterà meravigliati dalla visione dello Stromboli che si staglia all’ orizzonte.
Risalendo il corso della fiumara, il paesaggio si modifica gradualmente.
Alla vegetazione formata da salice bianco (Salix alba) e pioppo bianco (Populus alba) si affianca l’ ontano nero (Alnus glutinosa), tipico rappresentante della vegetazione igrofila fluviale. Le rocce che affiorano nella valle cominciano a coprirsi di verdi muschi e di felci brillanti come il capelvenere (Adiantus capillus-veneris), la lingua cervina (Phyllitis scolopendrium) o la felce setifera (Polystichum setiferum).
Proseguire pungola fiumara non è impresa da poco: l’ unico modo per continuare verso la sorgente è camminare dentro lo stretto letto del torrente che, impetuoso fino alla tarda primavera, rende l’ impresa proibitiva per inesperti e male attrezzati.

 Cartina Geografica di Tropea e Capo Vaticano - Calabria



luoghi da visitare in calabria 





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sabato 18 giugno 2011

Tropea e Capo Vaticano : La Calabria da Scoprire

Nella splendida Costa degli Dei è incastonata una perla preziosa famosa in tutto il mondo, luogo di antichissime leggende e di storia millenaria, il suo nome è Tropea.

Sorge su un promontorio tra i Golfi di Gioia e di S.Eufemia e si vuole che il fondatore sia stato Ercole che, di ritorno dalla Spagna (Colonne d'Ercole), si fermò sulla Costa degli Dei e secondo questa leggenda, Tropea divenne uno dei Porti di Ercole.

Tuttavia la storia vera di Tropea inizia in epoca romana quando lungo la costa, Sesto Pompeo sconfisse Cesare Ottaviano.
Per la sua caratteristica posizione di terrazzo sul mare, Tropea ebbe un ruolo importante, sia in epoca romana sia in seguito sotto l'occupazione saracena e, ancor più, sotto i Normanni e gli Aragonesi. Tropea, è uno dei centri più interessanti della Calabria e della Costa degli Dei.
Scoperta da illustri viaggiatori nei secoli scorsi, ha conosciuto una rilevante notorietà in tutto il mondo per le sue straordinarie bellezze naturali e architettoniche, infatti, è stata posta all'attenzione del grande flusso vacanziero essendo, a giusta ragione, definita (Perla del Tirreno).
Solo in questa affascinante cittadina, al diletto che il mare può offrire, si può unire un itinerario culturale, artistico e paesaggistico, di grande interesse che di seguito scoprirete.

Maestosa ed austera, troneggia su una vasta rupe di rocce e si rispecchia su un mare cristallino.
La parte antica della città è posta su un terrazzo a picco sul mare, dove di fronte sorge l'isolotto (scoglio) con l'antico santuario benedettino (Chiesa di S.Maria dell'Isola). Esistente sin dall'anno 370 D.C. di origine basiliana, rifatta in epoca gotica, per secoli è stato il rifugio di eremiti e naviganti, dato che prima non era collegato con la terra ferma.

Il santuario è raggiungibile tramite una ripida scalinata ricavata nella stessa roccia dell'isolotto, intorno alla chiesa c'è uno splendido giardino ricco di piante mediterranee con una stupenda vista a mare che offre una panoramica molto suggestiva di tutta la costa, oltre ad essere un posto molto romantico....Sullo sfondo si intravedono le Isole Eolie con Stromboli e Vulcano molto visibili, la Sicilia con il maestoso Etna e la distesa del mare Tirreno di fronte.

Il verdeggiante entroterra con gli insediamenti di esperti contadini che coltivano la terra, ricavando prodotti conosciuti in tutto il mondo come la famosa (Cipolla Rossa di Tropea) completa questo angolo di Mediterraneo ancora da valorizzare.
Le spiagge sottostanti la rupe di Tropea, sono bianchissime e contrastano in modo magico con un mare limpidissimo e cristallino dai colori che vanno dal turchese all'azzurro intenso.

Il centro storico è ricco di chiese delle varie epoche (Cattedrale Normanna, S.Francesco d'Assisi, S.Maria della Neve, dell'Annunziata ecc.) e di suggestivi palazzi nobiliari che custodiscono al loro interno ricchi tesori e preziosi arredi urbani in ottime condizioni.
All'esterno di questi palazzi (antiche dimore patrizie) si possono ammirare i settecenteschi balconi (molti a picco sul mare) e gli imponenti (Portali) posti all'ingresso dei palazzi, costruiti da abili artigiani.
Il tutto racchiuso in un labirinto di stradine strette che si aprono in piazzette stupende e che improvvisamente si affacciano sul mare sottostante o su verdeggianti terrazzi.
Molti palazzi nobiliari sono stati costruiti a strapiombo sul mare ad una notevole altezza, con finestre e balconi che aprono direttamente su uno degli angoli più belli del Mar Mediterraneo.

Avventurandosi all'interno del centro storico si scoprono piccole botteghe di noti artigiani del legno, del ferro, dei tessuti e della terracotta.
Ma anche piccole botteghe gestite dai contadini della zona che vendono prodotti tipici locali provenienti dalle loro (masserie come l'olio d'oliva, il vino, i dolci, le uova fresche, la frutta secca e di stagione, i cestini in vimini, salami piccanti come la famosa "Nduja", le cipolle rosse di Tropea con tutti i suoi derivati come la marmellata e tanti altri prodotti di alta gastronomia calabrese, che consiglio di degustare nei piccoli ristoranti (romantici e suggestivi) sparsi in ogni angolo del centro storico.
Tropea è anche dotata di un moderno porto turistico, attrezzato con tutti i confort e poco distante dal centro storico. Il porto di Tropea è uno dei cinque porti d'Ercole scelto insieme con altri quattro porti del Mediterraneo, per via della leggenda summenzionata.

Dal porto le imbarcazioni di esperti marinai vi porteranno a visitare Capo Vaticano, Parghelia, Ricadi, Briatico e Zambrone, tappe obbligate di un itinerario dove protagonista è il mare trasparente, incorniciato da bianchi arenili da cui si godono panorami stupendi.

CAPO VATICANO

Promontorio di Capo Vaticano

Attenzione particolare merita Capo Vaticano di Ricadi (a circa 6 km da Tropea) estremo promontorio occidentale del Monte Poro, a tratti strapiombante vertiginosamente in mare, oppure digradante con pendii e terrazzamenti. Capo Vaticano può essere considerato un'oasi naturalistica. Le sue alte pareti sul mare creano una serie infinita di anfratti, spiaggette, scogliere di granito e calcare circondate da macchia mediterranea che diventano preziosa riserva di uccelli che scelgono questi luoghi per nidificare. Gli uccelli migratori invece, dovendo attraversare lo Stretto di Messina, ne fanno l'ideale "area di sosta". Sulle alture che circondano il faro, a precipizio sul mare, è stato segnato un breve sentiero che, tra i fichidindia, permette di godere, grazie al forte pendio, di panorami mozzafiato con una visuale che arriva fino alle Isole Eolie.
Una volta completato il sentiero e ritornati indietro, sulla sinistra si può scendere al Belvedere (luogo ideale per foto suggestive), un terrazzo sulla spiaggia di Capo Vaticano, una delle più celebrate del litorale calabrese. Nei pressi si trova la villa dove lo scrittore Giuseppe Berto trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Numerose sono le spiaggette di Capo Vaticano; strisce di sabbia che appaiono improvvisamente, conquistandosi un pò di spazio tra i costoni della montagna che precipita in mare. Alcuni arenili sono raggiungibili solo via mare, incastonati in piccole baie e circondati dalla natura più selvaggia. Il faro (il cui segnale è visibile sin da Scilla e dalla costa tirrenica della provincia di Messina), fu impiantato nel 1885.
Spiaggette di Capo VaticanoSpiaggette di Capo VaticanoParticolarmente stimolanti, per gli appassionati, i fondali marini di Capo Vaticano, ricchi di flora e di specie ittiche. Diversi  diving center garantiscono assistenza agli appassionati dei fondali marini.
Tutta la zona di Capo Vaticano è un continuo fiorire di macchia mediterranea, e oltre che per la coltivazione della cipolla di Tropea, l'area (con stupore dei visitatori) è privilegiata per la crescita e la fruttificazione dei banani e di altre piante tropicali.
Nel territorio di Ricadi sono ancora visibili tre delle numerose torri di avvistamento poste lungo la costa a difesa dai saccheggiatori turcheschi: Torre Marrana, Torre Ruffa e Torre Bali. La zona offre svariati tipi di servizi tra cui minicrociere con motonave veloce alle Isole Eolie, escursioni a Taormina,Reggio Calabria e Serra San Bruno. Da non perdere la minicrociera per Stromboli by night.. Capo Vaticano un paradiso da scoprire, in Calabria.


Spiaggia di Tropea

Tropea: ricca di storia millenaria, fiera di un passato che la vide importante città-fortezza, orgogliosa delle nobili famiglie che ne fecero un fiorente centro di attività economiche, oggi Tropea è la località più rappresentativa di Capo Vaticano e soprattutto il simbolo del turismo in Calabria. Una vocazione sviluppata negli anni e che è esplosa in tempi recenti al punto che la città è ormai inserita nei circuiti del turismo internazionale. Ciò che attira principalmente ituristi a Tropea e Capo Vaticano è sicuramente il mare, con gli incantevoli arenili che si alternano, lungo la costa, a suggestive scogliere. E' uno dei litorali più belli della Regione Calabria, quello che da Parghelia, arriva a Tropea e quindi a Capo Vaticano, fino a Nicotera, ricco di lussureggianti orti e antichi uliveti, ove sopravvive una salda tradizione contadina.
Veduta di TropeaQuesti lidi richiamano alla mente paesaggi omerici e spiagge che si conservano ancora intatte. Il territorio circostante offre verdi colline ricche di acque sorgive che permettono la coltivazione di quei frutti della terra che rendono celebre Tropea, come la famosa cipolla rossa di Tropea e ogni tipo di ortaggio. Ricco d'arte e di suggestione è il centro storico, mantenutosi integro nonostante le numerose catastrofi e devastazioni abbattutesi nei secoli sulla Regione Calabria, e che offre numerosi interessanti esempi di architettura.
  Esso si eleva su di un blocco arenario miocenico perpendicolare alla costa, a circa 60 m. d'altezza. Ogni vicolo ha qualcosa da raccontare; gli scorci pittoreschi si susseguono: percorrere il centro a piedi è una continua scoperta di angoli suggestivi, chiese, piazze, stemmi, maestosi portali baroccheggianti, palazzi di interesse storico, cortili. E poi i numerosi belvedere sul mare che, dai vari angoli della città, suggeriscono diverse interpretazioni panoramiche della sottostante marina.
La città, oltre al turismo marino, offre anche importanti itinerari culturali e naturalistici. La vicinanza al rilievo montuoso di Monte Poro, inoltre, consente a chi soggiorna a Tropea di passare, in pochi km., a condizioni climatiche differenti e a godere dei piaceri dell'alta collina. Tropea vive la sua stagione più intensa nell'estate che, grazie alla mitezza del clima, dura pressochè sei mesi. Le numerose strutture ricettive inoltre sono in grado di soddisfare la domanda turistica sempre più crescente.
L'estate a Tropea  è ricca di avvenimenti. Il cuore del centro storico batte soprattutto nelle ore serali, con i numerosi caffè all'aperto e le passeggiate lungo il corso Vittorio Emanuele III, dove si ha la possibilità di fare shopping fino a tardi, per poi magari dirigersi nei vari luoghi di divertimento notturno fino al mattino, concludendo con cappuccino e cornetto caldo.......vieni a Tropea, la perla del Mediterraneo in Calabria.
TROPEA..... TI ASPETTA IN CALABRIA....

COME SI ARRIVA A BRATTIRO' DI DRAPIA VICINO TROPEA E CAPO VATICANO

IN AUTO DA NORD: Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscita Pizzo Calabro quindi S.S. per Tropea – Capo Vaticano di Ricadi, al bivio di Ciaramiti di a sinistra (Bivio Delizie Vaticane di Tropea), proseguire salendo fino a Brattirò; Oppure uscita S. Onofrio - Vibo Valentia seguire le indicazioni per  Ricadi - Capo Vaticano, al bivio di Zungri (Capo Vaticano - Tropea) proseguire verso Brattirò di Drapia.
IN AUTO DA SUD: Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscita Rosarno quindi proseguire per Nicotera – Joppolo – Coccorino – Ricadi – Capo Vaticano, proseguire per Santa Domenica - Tropea al bivio di Ciaramiti a destra (Bivio Delizie Vaticane di Tropea), proseguire salendo fino a Brattirò.
IN TRENO: Stazione FS di  Ricadi o (1 km)  Tropea  (6 km).
IN AEREO: Aeroporto internazionale di Lamezia Terme  (65 km) o Reggio Calabria (120 km)

Cenni Storici Capo Vaticano Tropea Calabria


storia capo vaticano





Il territorio di Ricadi risulta abitato fin dai tempi più remoti. Fin qui si spinsero i coloni greci di Locri che occuparono anche gli insediamenti che sorgevano più a monte, sulle alture di Torre Galli, alle cui pendici i Bruzii o Bretti costruirono il villaggio di Brattirò che ricorda nel nome la loro capitale Bretto.
Dopo i Greci fu la volta dei Romani che vi lasciarono tracce indelebili del loro passaggio nella lingua, negli usi, nei costumi, addirittura nei lineamenti morfologici degli abitanti.
Per secoli i pirati saraceni saccheggiarono le coste del Capo, per cui la popolazione si spostò più all'interno costituendo piccoli nuclei abitati sulle zone collinari. Nel secolo XVI, don Pedro di Toledo, Vicerè di Napoli, fece erigere le torri di avvistamento lungo le coste, con compito di “dare avviso” della imminenza di sbarchi pirateschi, sicchè i contadini avevano il tempo di scappare verso l' interno in cerca di rifugio.
Fino al 1799 i paesi del capo erano “casali” della città di Tropea . In quell'anno, il generale francese Championnet rese Ricadi autonoma. Nel 1806 Giuseppe Napoleone, in occasione della suddivisione del regno in Provincie, Distretti e Governi, assegnò Ricadi alla Provincia della Calabria Ulteriore, Distretto di Monteleone (oggi Vibo Valentia), Governo di Tropea.
Nel 1811 Ricadi venne elevata a comune autonomo, e le furono assegnate le frazioni di S. Domenica, Ciaramiti , S. Nicolò, Brivadi, Orsigliadi e Brattirò.
Successivamente Brattirò venne assegnata al comune di Drapia ed a Ricadi vennero attribuite le frazioni di Barbalaconi e Lampazzone.
Nessun avvenimento di rilievo da allora fino al 1894. in quell'anno arrivò a Ricadi la ferrovia, la quale si fermò in località Torremarino, nel posto ove oggi sorge il residence Contura; infatti non era stato ancora costruito il viadotto sul torrente Ruffa.
Con l'arrivo della ferrovia ha inizio anche l'emigrazione. Infatti era più facile andare a Napoli per poi imbarcarsi per le lontane Americhe.
Nel 1914 Ricadi viene collegata a Tropea con una strada. Sul tracciato di questa corre l'attuale strada Provinciale Tropea-Ricadi-Spilinga.
Nel 1905 e nel 1908 il territorio di Ricadi venne colpito da forti terremoti che causarono molti danni ma, fortunatamente, poche vittime.

Le Rivolte Contadine Ricadi


rivolte contadineI disagi e le vessazioni degli amministratori di Tropea causarono la rivolta del 1647-’48 che partì da Parghelia, guidata dal marinaio Leonardo Drago. Essa si estese a tutta la zona avendo come obiettivo i saccheggio della città di Tropea e la spartizione dei beni e delle consorti dei nobili e degli onorati, ove si fosse riusciti a rapirle. I ribelli vinsero in un primo scontro, ma successivamente ebbero una dura sconfitta da parte delle guardie al servizio delle consorterie dominanti Tropea.
Un’altra rivolta avvenne il 6 agosto 1722; ebbe inizio nel casale di Spilinga, guidata da un certo Orazio Falduti, e vide in breve la partecipazione di tutti i casali e dei villaggi di Capo Vaticano . I moventi di questa rivolta vanno ricercati nel fatto che i casali dovevano pagare una tassa di 300.00 ducati, che non era stata equamente ripartita, perché non si era tenuto conto, da parte dei sindaci di Tropea, dell’ordinanza con la quale la Regia Camera della Sommaria nel 1720 aveva esentato dal pagamento di detto tributo le persone che vivevano alla giornata. Le intimazioni della tassa furono respinte tra generali proteste, ma la repressione fu dura e corse sangue.
I casali dovranno ancora attendere, per quasi un secolo, prima di vedere coronate le loro aspirazioni di indipendenza e di liberazione dai privilegi che la città di Tropea considerava diritti inalienabili. Come dappertutto ci furono periodi di prosperità e altri di ristrettezze. Questi si manifestarono maggiormente verso la metà del 1700, quando nel Regno di Napoli si ripristinò l’antico sistema di diritti feudali con canoni esosi che gravavano in particolare sui contadini. La ricchezza delle popolazioni di questa zona, che intrattenevano rapporti commerciali con la Sicilia, le Eolie e persino con Venezia, esportando prodotti agricoli pregiati (vino, grano, olio) dotate, come erano, di un porto e di una flottiglia di imbarcazioni da trasporto (possedevano gradi tartane), andò esaurendosi e, ultimo dei casali di Tropea, anche Ricadi cedette alla pressione fiscale. A rendere sempre più difficili le condizioni di vita ai gravami fiscali si aggiunsero i numerosi terremoti, che distrussero in buona parte gli abitati, e poi il diffondersi del brigantaggio .

Torri, Cavallari, Scorridori Capo Vaticano Calabria


torri in Calabria

La proposta di costruire le torri di difesa fu avanzata a Carlo V da Don Pedro di Toledo vice re di Napoli, che, venendo i Calabria, si era accorto che le costiere erano senza protezione, per cui bisognava fortificarle. Complessivamente furono costruite 366 torri a spese dei cittadini che dovevano pagare una tassa ad agosto ed a Natale. Alla custodia delle torri erano addetti i torrieri che avevano il compito di segnalare con fuochi e spari agli abitanti del posto ed alla torre successiva che dal mare stavano giungendo i pirati e bisognava impedirne con le armi l’approdo. Alla custodia delle torri vi erano anche i cavallari che percorrevano la spiaggia con il compito di avvistare le fuste dei corsari e subito avvertire i torrieri, per poi correre suonando il corno agli abitanti e gridando:”All’armi! All’armi! La campagna sona:Li turchi su arrivati alla marina…”. I torrieri e i cavallari non potevano allontanarsi dalla spiaggia né potevano possedere barche ed attrezzi da pesca. Ai cavallari che non facevano il loro dovere era comminata una pena di 100 once. La paga era gravata sul focatico che era di grani 7 ½ a foco. La dodicesima parte del grano si usò chiamarla “cavalluccio” e l’imposizione pare fosse decisa o confermata dal vice rè Spagnolo Parafan De Ribera Duca di Alcalà.

Talvolta i cavallari avevano un capo detto anche sopracavallaro che non faceva servizi di guardia e percepiva soltanto sei ducati all’anno. Nonostante la presenza delle torri fatte costruire a difesa della costa, nel secolo XVI,  la dura sconfitta subita dai turchi nella battaglia di Lepanto del 1571. L’audacia dei corsari non si attenuò e tenne sempre in ansia pescatori e popolazioni costiere fino ai primi decenni del secolo scorso. Il passaggio dei predoni era una calamità temuta ed improvvisa come le pestilenze ed i terremoti. Per questo motivo, il regno di Napoli, il 22 febbraio 1821 istituì la Guardia di sicurezza interna, nella quale erano obbligati a prestare servizio i cittadini dai venti ai quaranta anni. Dopo il 1848 quel corpo armato assunse il nome di Guardia Nazionale.

Leggenda Donna Canfora Capo Vaticano Calabria


donna canforaUn racconto popolare, sempre vivo, nella memoria dei vecchi della zona, parla di donna Canfora, una donna di Ricadi molto bella, con lunghi capelli dolcemente fluenti sulle spalle; fu catturata da saraceni o turchi mentre sulla spiaggia di Torre Ruffa osservava le stoffe che erano state distese per essere vendute. Donna Canfora era rimasta vedova in ancora giovane età, ma era rimasta sola col ricordo sempre vivo del marito. Quando si trovò sulla nave dei musulmani, dopo aver dato un saluto alla sua casa, alla terra natale e agli amici che agitavano le braccia sulla spiaggia di Capo Vaticano in un gesto disperato si buttò risolutamente in mare gridando: “Le donne di questa terra preferiscono la morte al disonore!” Donna Canfora scomparve fra le onde, ma da allora le acque del mare diventarono in quel punto di un azzurro cangiante con le sfumature di colore del velo che la donna di Ricadi portava. Una volta, quando l’eco, che si genera dell’infrangersi dell’onda sulla battigia, si propaga nella adiacente campagna, i contadini raccontavano ai figli la leggenda di donna Canfora e dicevano che quel mùrmure monotono non è altro che l’accorato lamento con cui la bella donna rapita saluta ogni notte la sua casa e la sua terra natale. Torre Ruffa è ancora oggi là davanti alla spiaggia, davanti a quel mare che di ora in ora cambia colore.

Torri saracene costiere Capo Vaticano Calabria


torre marranaLe torri nel territorio di Ricadi , di cui rimangono almeno in parte tre, sono sei e prendono nome della località dove sorgono: Torre Marrana, Santa Maria , Torre Marino , Torre Ruffa , Torre in contrada Pissione e Torre Bali in Santa Domenica di Ricadi, dove abitava il comandante di tutte le torri vicine e dove vi era al bisogno l’occorrente per organizzare la difesa e dare l’allarme con lingue di fuoco, di notte; con una colonna di fumo giorno. Queste torri d’avviso hanno alcune forme cilindrica, altre tronco-conica ed altre piramidale e sono situate a circa tre chilometri di distanza l’una dall’altra. Servivano a protezione delle popolazioni contro le scorrerie dei saraceni che venivano qui a razziare ed a rapire le belle donne.

Brigantaggio in Calabria


briganti calabria
Il fenomeno del brigantaggio, che affonda le sue radici nella storia politica, economica e sociale del Mezzogiorno, ebbe localmente una figura importante nel brigante Andrea Orlando di Spilinga. Egli con la sua azione e i suoi sostenitori rappresentò l’ostilità contadina verso i proprietari di terre e, in generale, verso i possidenti.
Orlando era un bovaro che decise di diventare bandito in difesa, soprattutto, dei poveri e degli oppressi, la sera in cui, di ritorno dalla campagna, trovò in casa la madre piangente per la caldaia che aveva dovuto consegnare all’esattore, non avendo potuto pagare il piccolo tributo per mancanza di soldi.
Egli non ebbe esitazione ad uccidere l’esattore e a darsi alla macchia; ma pur diventato brigante egli avrebbe conservato un forte sentimento di onestà. Si racconta che fece uccidere un gregario che si era permesso di chiedere per sé dei soldi ad una famiglia benestante di Ricadi , servendosi però del nome di Orlando. È un capitolo di storia che forse dovrà essere riscritto, o meglio più precisamente documentato.
Non c’era una maturità per uno sviluppo politico-sociale dell’opposizione contadina , né era possibile che il brigantaggio da solo capovolgesse una situazione o rientrasse nella legalità. In pratica i briganti si ridussero a mercenari che guerreggiavano radunando bande armate locali. Così anche Andrea Orlando finì per mettersi al servizio degli anglo-borbonici agli ordini del generale inglese Sherbrosk, che tentavano di ricacciare dal Regno i francesi.
Come l’Orlando operavano, quali guide e capimassa, il Bizzarro, il Rauti e si avvantaggiavano delle simpatie, ma anche della paura dei contadini. Orlando, nel 1808, contava su una forza di 60 uomini, annidati sulle alture del Poro , ma quando la campagna antibrigantaggio condotta dai francesi cominciò a dare buoni risultati in un primo tempo passò dal brigantaggio politico a quello più redditizio delle grassazioni, poi si offrì di lavorare per i francesi, venne amnistiato e poi arruolato col grado di capotano. Morì a San Ferdinando, all’età di 86 anni, in una casa dei marchesi Nunziante, dove passò il resto della sua vita, dopo aver sposato a Palmi Maria Rosa Suriao, una ragazza del luogo appartenente ad una agiata famiglia di agricoltori. Spilinga onorò la memoria del capitano Orlando intitolandogli la via dove era nato.

Il Promontorio Capo Vaticano Ricadi Calabria

comune ricadi
Capo Vaticano, con tutto il territorio del comune di Ricadi , si trova sulla punta estrema del promontorio che si diparte dai golfi di Lamezia e di Gioia Tauro e si protende nel Tirreno meridionale verso lo Stromboli e le altre isole Eolie , che nitide appaiono all'orizzonte.La costa che vien giù da Tropea , e che è delimitata a Sud dalla mole precipitante del monte Poro , è tutta un susseguirsi di panorami di una bellezza unica, con una natura ancora intatta ed un continuo alternarsi di riviere sabbiose e di scogliere strapiombanti che si aprono improvvisamente scoprendo baie stupende e deliziose spiaggette lambite da un mare limpidissimo, dai colori particolari e continuamente cangianti che vanno dall'azzurro al turchese al blu profondo.Essa inizia con le bianche sabbie di Baia di Riaci e di Formicoli , sovrastate dalla terrazza tufacea su cui sta il lindo paesino di S. Domenica.Seguono le spiagge di Torre Marino , Torre Ruffa, Tono e Tonicello, i cui arenili confinano col verde di una vegetazione fitta e rigogliosa, favorita dall'abbondanza di acque del sottosuolo. Qui sono, infatti, numerose fonti naturali.
Poi la costa sabbiosa finisce di colpo, interrotta dalle scogliere e dalle superbe rupi strapiombanti del Capo, le quali, dall'altezza di oltre 100 metri, scendono a perpendicolo fino al mare dando luogo alla Praia di Fuoco , con gole, grotte, scogliere e spiagette immacolate raggiungibili solo dal mare, che in questo punto è puro come cristallo, di un intenso color turchese.

Il clima Capo Vaticano Ricadi Calabria


il clima capo vaticanoCapo Vaticano gode di un clima mite e gradevole. L' estate è sempre fresca grazie alla brezza del maestrale (il mistràl della Provenza) che arriva dal mar Ligure e dalla Corsica ed apporta una particolare frescura a tutto il promontorio.
Con soli 10 minuti di auto è possibile raggiungere la Pineta di Monte Poro (700 m. sul mare) per trascorrere qualche ora deliziosa all'ombra dei pini e dei castagni.



Capo Vaticano appartiene alla fascia climatica temperata sub tropicale detta "Mediterranea" :
* Inverni miti e piovosi;
(la temperatura media del mese più freddo si aggira intorno i 13°).
* Estati calde e secche;
(la temperatura media del mese più caldo si aggira intorno ai 26°).
In generale l'escursione termica giornaliera e di 4°- 5°..

carta venti calabriaIl vento di "scirocco" (dai quadranti meridionali) nel periodo invernale può portare la temperatura diurna oltre i 20° ed in quello estivo, addirittura oltre i 28° quella notturna e oltre i 35° quella diurna; il vento di "grecale" (quadranti orientali), nel periodo invernale può abbassare la temperatura di 8°







Le Spiaggie di Tropea e di Capo Vaticano

La Spiaggia di Massara Gabbaturco

GabbaturcoDopo la spiaggia del Giardinello di Capo Vaticano di Ricadi viene quella che si estende fino al passo del Gabbaturco.L'origine di questo nome deriva da una leggenda che i marinai di Tropea si tramandano da padre in figlio.Secondo tale leggenda una mattina alcuni pescatori, di ritorno da una battuta di pesca giunti nel luogo detto Formicoli si accorsero che una galera turchesa li stava inseguendo.Vistisi quasi perduti, conoscendo molto bene le insidie di quel mare, diressero subito la barca in un canaletto formato da due scogliere rocciose coperte dall'acqua.Già i pirati gustavano la gioia della preda quando, giunti anche loro in quel tratto di mare, non conoscendo i pericoli di quelle secche, urtarono con la chiglia contro la scogliera sommersa. La nave, sobbalzò, oscillò paurosamente e subito si capovolse rovesciando il suo carico nel mare.Alle grida disperate di quei pirati fece immediatamente eco la gioia dei pescatori tropeani che con quell'audace stratagemma erano riusciti a salvarsi.D'allora quel tratto di mare prese il nome di “Passu du Gabbaturco”




Spiaggia Scogliera del Capo vicino Capo Vaticano

scogliera del capoAlla fine del bianco arenile del Tono , ha inizio la spiaggia della  Scogliera del Capo di Capo Vaticano Ricadi , che, a giusta ragione è stato definito “il balcone sul mare più bello d'Italia”. Stormi di gabbiani melanconici sonnecchiano, quando non volano liberi nel cielo, su queste rocce a strapiombo che il vento e la pioggia, attraverso il lento fluire dei secoli, hanno modellato, conferendo ad alcune la forma di una sfinge, ad altre quella di un animale, ad altre ancora quella di un mostro preistorico protesto verso il mare a guardia dei tesori nascosti nelle viscere d'inaccessibili grotte. Lungo i dirupi e le spiaggette di Capo Vaticano , alto sul mare, si può trovare il conforto di calette sabbiose e solitarie, e si potranno visitare grotte naturali scavate nella roccia dal millenario risucchio delle onde. È questa la Calabria più bella dove l'occhio spazia sul mare e gode di un panorama stupendo, avendo davanti un orizzonte infinito sulla linea del quale si stagliano, ad una ad una, le Isole Eolie i monti della Sicilia e l'Etna, quasi sempre bianca fino alle pendici. 

Spiaggia Grotticelle Capo Vaticano

capo vaticano grotticelle
Finita la scogliera di Capo Vaticano , di nuovo il mare s'incunea nella terra ed in un'ampia insenatura a tre anse forma la spiaggia di Grotticelle di Capo Vaticano Ricadi difronte le Isole Eolie .
La spiaggia di Groticelle a Capo Vaticano prende il nome da una grotta naturale che fino a qualche anno fa esisteva “a pochi metri dal lido... tutta rivestita di capelvenere” e che serviva, secondo Giovanbattista Petracca - Scaglione, “di ricovero alle greggi nei mesi invernali e di posto ritirato alle donne che in quei paraggi fanno i bagni”.
Famosa per la sua sabbia fine e delicata, per il suo mare caldo, calmo e tranquillo, per le sue scogliere, per le sue secche raggiungibili a piedi e a nuoto, durante l'estate si popola di una fitta schiera di turisti in cerca di sole e di acqua pulite. È un luogo ideale, oltre che per i bagni, anche per la pesca con le reti e con il bolantino in quanto il fondo vicino alla riva è sabbioso e il mare riparato dai venti e dalle correnti dello Stretto di Messina.
Racconta padre Sergio che su questa spiaggia per molti giorni, a causa del cielo e del mare in tempesta, sostarono un tempo famosi e illustri principi. In questa splendida baia nel 1943, colpito da aerei nemici, affondò un piccolo rimorchiatore che lentamente risaliva il Tirreno trascinandosi dietro un grosso peschereccio. Il peschereccio si arenò sulla spiaggia e poi fu distrutto dai marosi, mentre il rimorchiatore lentamente si inabissò ed oggi giace sui fondali della vicina secca chiamata “smalidittu” perché è un cimitero di reti e di palamiti.

Spiaggia Giardinello vicino Capo Vaticano

spiaggi di riaci
Alla spiaggia di Riaci segue quella detta Giardinello perché un tempo il suo retroterra era coperto da verdi giardini.Essa è formata da una linea di sabbia bianca e sul suo costone domina l'antica Torre Gisotta o Balì, così denominata perché un tempo in essa abitava il comandante di tutte le torri di guardia e vi erano le batterie e il deposito delle munizioni.Nel mare vi sono moltissimi scogli e la battigia stessa è comparsa di sassi.Questo tratto era ricco di pesci e di frutti di mare, come ci racconta padre Sergio nella sua storia di Tropea e del suo territorio.Egli assicura di avere appreso tutte queste cose dai suoi avi, dai pescatori locali, oltre che dalla sua esperienza personale.

Spiaggia Porticello a Capo Vaticano


Porticello in CalabriaLa spiaggia di Porticello a Capo Vaticano di Ricadi si trova alla fine del litorale di Santa Maria , e comprende la grotta dell'aspide perché in essa, secondo un'antica leggenda, durante le notti di plenilunio, il velenoso serpente si accoppiava con la feroce murena. Quest'ultimo lembo di mare per i suoi fondali e le sue scogliere è particolarmente ricercato dai pescatori subacquei. Ricco di ogni varietà di pesci, è estremamente insidioso per le correnti che lo attraversano, tanto è vero che già due esperti sub hanno lasciato la loro giovane vita nei fondali di Capo Vaticano . Al torrente Mandricelle, che segna il confine tra il comune di Ricadi e quello di Joppolo, terminano le spiagge amene e solatie del Promontorio Vaticano , fiore all'occhiello del turismo che ha vita nel Comune di Ricadi. 

Spiaggia Formicoli vicino Capo Vaticano

spiaggia formicoli
Spiaggia di Formicoli a Capo Vaticano di Ricadi : subito dopo la spiaggia del Gabbaturco , si giunge a quella detta di Formicoli, il quale nome non sarebbe altro che la volgarizzazione di Forum Erculis. Secondo alcuni storici, infatti, Ercole, quando giunse in Italia con le sue navi, fondò un porto cui diede il suo nome. Dell'esistenza di questo porto ci parlano Strabone, Plinio e, fra gli altri, anche il Marafioti, il quale nelle sue “Croniche et antichità di Calabria” testualmente scrive: “Nel mare, poi, del detto Promontorio di Capo Vaticano molti scogli si trovano... ai quali succede un porto, che era chiamato anticamente Porto di Ercole, per essersi in quello riposato Ercole coi suoi navigli quando navigava nei mari d'Italia”. Sulla spiaggia di Capo vaticano vicino ad una chiesetta dedicata a Santa Domenica di Ricadi, esiste un pozzo in fondo al quale si narra che vi si una pietra sulla quale è impressa l'orma di questa Santa che in quella contrada nacque ed ebbe la sua casa.

Spiaggia Tono vicino Capo Vaticano

Tono Capo VaticanoDopo la spiaggia di Torre Ruffa di Capo Vaticano, un lungo arenile si estende fino alla scogliera del Tonicello, del Tono e della Punta. È questo l'unico tratto di mare nel quale non vi sono insenature o spiaggette a Capo Vaticano . È esposto ai venti di tramontana e di ponente e le onde, quando spirano questi venti, sono lunghe, spumeggianti e minacciose ed il loro rumore, appena s'infrangono sulla battigia, è simile al tuono. Forse da questo rumore minaccioso ed assordante prese il nome la spiaggia. Un tempo il suo entroterra era ricco di verde, di alberi da frutta e di vigneti, oggi il turismo ha cambiato volto a questo litorale, sul quale, comunque, durante l'estate trovano ancora refrigerio i molti turisti italiani e stranieri.

Luoghi da Visitare : il Belvedere di Capo Vaticano

belvedere capo vaticanoDove : a fianco del faro Capo Vaticano , lato sud; quasi a toccare lo scoglio del Palombaro su cui vivono in comunità gabbiani e colombi selvatici. Lo sguardo spazia sulla baia di Grotticelle , sulla punta Calispera, sul massiccio del Poro , sulla piana di Gioia Tauro, sull'Aspromonte, sullo stretto di Messina. Accanto è presente un locale caratteristico, mette a disposizione dei visitatori un bar / gelateria, prodotti tipici Calabresi , artigianato artistico calabrese. In più organizza serate con musica tradizionale e folcloristica, locale e regionale di Capo Vaticano .




Pizzo Calabro

Pizzo CalabroPizzo è una città marinara, con al centro una bellissima piazzetta che è un autentico balcone sul mare ed il cuore della vita sociale della cittadina. Accanto, il Castello Aragonese nel quale fu fucilato il Re Gioacchino Murat, poi seppellito nella chiesa di S. Giorgio ove si conserva il suo atto di morte.
Alla periferia nord, sulla spiaggia, si trova la chiesetta di Piedigrotta, interamente scavata nella roccia tufacea; è un caratteristico esempio di arte religiosa popolare nella raffigurazione, a grandezza naturale, di misteri cristiani, di santi e di liturgie.
Pizzo è anche il centro della lavorazione del tonno, ed è famosa per la bottarga e per il Tartufo di Pizzo.

Il Monte Poro

affaccio monte poroPercorrendo una stretta stradina che si diparte dalla provinciale Ricadi - Joppolo, subito dopo l' abitato di Coccorino, si arriva alla sommità di Monte Poro a picco sul mare. Sulla destra si apre lo stupendo scenario di Capo Vaticano e delle sue baie, sulla sinistra la costa pietrosa di Joppolo, la falce del golfo di Gioia, ed infine la costa Viola da Scilla a Bagnara.

Maggiori informazioni su Monte Poro su www.poro.it 




Il Faro di Capo Vaticano

faro capo vaticano
Il faro di Capo Vaticano di Ricadi, è stato costruito nel 1870, ma attivato dopo 15 anni. Si poggia su di una roccia di oltre 110 metri sul livello del mare che è la punta di Capo Vaticano . L'estrema semplicità della bassa costruzione, il tetto piano a terrazza, col serbatoio dell'acqua, da cui sale la torretta cilindrica di sostegno alla lanterna, il forno a legna adiacente al fabbricato, riportano lo sguardo alla classica tipologia delle costruzioni mediterranee. E' dotato di ottica rotante di 500mm di focale, che emette un gruppo di 4 lampi bianchi ogni 20 secondi; essa è occultata ad est di 205° nel golfo di S. Eufemia (Lamezia Terme).

Secondo la tradizione locale, su uno di questi scogli che potete osservare nella foto - detto "scoglio Mantineo" - la profetessa Manto faceva il suo vaticinio, predicendo il futuro ai naviganti, prevedendo o scongiurando l'ira dei mostri di Scilla e Cariddi (le correnti marine dello stretto). In condizioni metereologiche ideali dalla punta del faro si possono intravedere le rinomate Isole Eolie e lo stupendo scenario del vulcano " Stromboli ".

Lasciamo immaginare ai nostri visitatori la suggestiva veduta di un tramonto sullo Stromboli dal Faro di Capo Vaticano.

La Fiumara della Ruffa

fiumara della RuffaLa fiumara di Capo Vaticano di Ricadi, detta anche della “Ruffa o di Brattirò di Drapia”. Essa fra tutte le fiumare del territorio è la più grande, bella, profonda e verde di inaspettate e sorprendenti meraviglie storiche, naturali e paesaggistiche. Attraversa tutta la Valle della Ruffa, ha il maggior volume di acqua, arricchita com’è dalla confluenza di due ruscelli; garantiva quindi le condizioni per il buon funzionamento dei mulini. Lungo il corso del torrente ancora oggi si trovano i resti di 8 mulini ad acqua. Si pensa siano sorti al tempo dei Romani. Durante il medioevo presero la forma definitiva, che hanno conservato fino alla loro chiusura. Tre hanno continuato a macinare fino al 1959 gestiti dai mugnai e dalle loro famiglie; uno è ancora in funzione, costruito nel XVIII secolo, si trova a Lampazzone di Ricadi . Percorrendo la fiumara si vede la sagoma della mitica Torre Marrana, a Brividi di Ricadi, appollaiata sul versante meridionale. Questa antica torre del XIV secolo, ancora oggi ben conservata, fu edificata allo scopo di avvistare i pirati che minacciavano queste coste; una comoda che parte da quella provinciale la rende facilmente raggiungibile. Le rocce su cui poggia la torre ospitano alcune specie tipiche delle rupi calcaree aride come Capparis spinosa, Daphne gnidium, Micromeria graeca e Scorpiurus muricatus.
Scrutando il cielo è possibile scorgere le grandi poiane che, intente nella caccia, volteggiano sfruttando le correnti termiche ascensionali che si originano in corrispondenza delle pareti rocciose.
Il versante della valle esposto a sud offre il tipico paesaggio mediterraneo, punteggiato di fichi d’ india, mentre il versante esposto a nord è ricoperto da un bosco misto mesofilo più tipico della media montagna che delle coste tirreniche. Nelle piccole radure alla base dei versanti spuntano la rara e protetta Orchis simia e il bellissimo Anemone hortensis.
Se ci si arrischia a risalire lungo qualche tormentata mulattiera e ci si rivolge al mare si resterà meravigliati dalla visione dello Stromboli che si staglia all’ orizzonte.
Risalendo il corso della fiumara, il paesaggio si modifica gradualmente.
Alla vegetazione formata da salice bianco (Salix alba) e pioppo bianco (Populus alba) si affianca l’ ontano nero (Alnus glutinosa), tipico rappresentante della vegetazione igrofila fluviale. Le rocce che affiorano nella valle cominciano a coprirsi di verdi muschi e di felci brillanti come il capelvenere (Adiantus capillus-veneris), la lingua cervina (Phyllitis scolopendrium) o la felce setifera (Polystichum setiferum).
Proseguire pungola fiumara non è impresa da poco: l’ unico modo per continuare verso la sorgente è camminare dentro lo stretto letto del torrente che, impetuoso fino alla tarda primavera, rende l’ impresa proibitiva per inesperti e male attrezzati.

 Cartina Geografica di Tropea e Capo Vaticano - Calabria



luoghi da visitare in calabria 





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