giovedì 31 marzo 2011

Altre Mete Cresce e Diventa Forte per Te!..Dopo 4 Mesi ecco Quali sono I Risultati Raggiunti:

 

Salve a Tutti!..sono Allegra Sirio l’Ideatore del Sito e del Blog di Altre Mete!.L’Idea di Altre Mete nasce a Dicembre del 2010 Quando Leggendo una Rivista di Informatica mi Viene in mente di Aprire un Blog  che Proponga allo Spettatore delle Mete Insolite per le Proprie Vacanze che si Differenzino dai Luoghi del Turismo di Massa per le Loro Caratteristiche Naturali , Sociali ed Architettoniche Uniche!. Ho iniziato proponendo ai miei Lettori i luoghi più insoliti che ho Visitato Personalmente e ho Continuato Cercando , per il Momento , in tutta Europa , ma anche nel Mondo , altri Luoghi che Potessero Dare Altrettante Emozioni a chi li Guarda!.Ho pubblicato Video e ho Scritto Articoli per descrivervi Questi Luoghi e Voi mi Avete Risposto Positivamente con le Vostre Visite!.Così una Ventina di Giorni Fà ho Accquistato un Dominio su Google e Altre Mete è Diventato un Sito Web! pur Rimanendo Aperto anche il Blog che lo ha Originato!.Dopo 4 Mesi Eccomi Qui a Parlare con Voi e a Dirvi Grazie per le Vostre Adesioni , che hanno permesso ad Altre Mete di Stringere Accordi con le più Importanti Aziende del Turismo Mondiali , e Grazie a questi Accordi , voi Ora Potete Usufruire Direttamente dal mio Blog e dal Mio Sito , dei Servizi Offerti da Queste Grandi Società , che hanno Riservato ai Miei Lettori delle Tariffe Particolarmente Convenienti! : ecco di chi si Tratta! :

Vi Ricordo Gli Indirizzi del Mio Blog e del Mio Sito che Sono:

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martedì 29 marzo 2011

Isola di Linosa : L'Articolo


   
Linosa2 

















Linosa è un’isola delle Pelagie, come Lampedusa. La sua origine vulcanica le ha conferito un aspetto molto particolare: la roccia lavica nera si contrappone al verde della vegetazione e si staglia contro un cielo azzurrissimo. E’ un’isola molto minuscola: l’unico centro abitato, caratterizzato da graziose casine dai colori pastello “profilate” lungo spigoli, porte e finestre, è raccolto intorno al porticciolo. Da qui si possono effettuare molte escursioni a piedi: i sentieri conducono fino alla cima dei tre principali rilievi dell’isola: Monte Rosso, il cui cratere, all’interno, è occupato da coltivazioni, il Monte Nero e il Monte Vulcano (la vetta più alta, ma si fa per dire, perché  misura appena 186 metri). Dalla cima di quest’ultimo, nelle giornate più belle si arriva addirittura a distinguere il movimento delle auto sulle strade di Lampedusa, che dista una quarantina di chilometri. Oppure il vacanziere può dedicarsi ai giri in barca. Orlata da scogli lavici, molto frastagliati, Linosa viene infatti considerata un paradiso per le immersioni e per gli appassionati di sea-watching. In queste acque vivono (accuratamente protette, come quelle di Lampedusa, da un progetto speciale dello stato) molte tartarughe marine. Con un’imbarcazione si giunge ai “Fili”, una serie di scogli che delimitano una sorta di piscina naturale chiusa da suggestive pareti rocciose levigate dagli agenti atmosferici a formare sinuose onde. Il mare cangiante e qualche ciuffo di vegetazione completano il paesaggio. Sorpassati i Faraglioni che delimitano la cosiddetta Piscina Naturale, si avvista il faro. La costa in questo tratto è particolarmente frastagliata. Verso la fine del giro si giunge in vista di Cala Pozzolana, unica spiaggia dell’isola coronata da una parete dai colori incredibili: dal giallo zolfo al rosso ferro. Qui attraccano gli aliscafi provenienti da Lampedusa.
Per quest’estate, siete forse alla ricerca di una vacanza in libertà a contatto con la natura? Linosa è l’ideale per voi. 




Un piccolo porticciolo caratteristico che fornisce l’accesso principale ad un grazioso centro abitato, caratterizzato da case dai colori chiari, mentre intorno la natura trionfa in tutto il suo splendore. Questa è Linosa, luogo perfetto per organizzare una escursione a piedi alla scoperta dei vulcani o per restare comodamente seduti in barca su un mare calmo e cristallino, dove concedersi un rinfrescante bagno e magari praticare lo snorkeling per cercare di scoprire qualcosa in più delle meraviglie subacquee.

Alla cima del Monte Rosso si giunge percorrendo la strada che dal centro di Linosa porta ai faraglioni di lava nera che giganteggiano vicino alla costa. In meno tempo, invece, si arriva a Monte Nero, seguendo l’itinerario che collega il centro con cala Pozzolana di Ponente. Se volete portare con voi il ricordo di un panorama superbo, armatevi di macchina fotografica e da bravi turisti superate la piattaforma dove atterrano gli elicotteri e camminate lungo la stradina che si inerpica su un fianco del vulcano: i colori di fronte a voi formeranno un contrasto molto suggestivo. A fianco, si trova la spiaggia di sabbia nera di Cala Pozzolana di Ponente, uno scorcio da favola dove trovare relax tra il suono delle onde che si infrangono sulla battiglia e il sole che accarezza la pelle con il suo calore intenso.
La cima più alta dell’isola è Monte Vulcano, dal quale si vedono le pareti a strapiombo della Cala Pozzolana di Levante. Un tempo i cittadini avevano difficoltà a raccogliere l’acqua, per via della mancanza di sorgenti ed erano costretti a prendere quella piovana. Qualche cisterna ancora presente, risale addirittura all’epoca delle guerre puniche, quando l’isola di Linosa era una base navale dei Romani, durante la guerra con i Cartaginesi. Continuando l’escursione, si arriva a Punta Calcarella e in circa quaranta minuti, passando per i faraglioni, si giunge alla piscina naturale, al faro e agli scogli dei Bovi Marini.

 


LINOSA    IL  FASCINO DEI  VULCANI  DORMIENTI  IN  UN  MARE  CRISTALLINO

Isole Pelagie - Provincia : Agrigento - Abitanti 425 - Superficie 26 km -












 

Più piccola di Lampedusa, ma meno popolata, meno attraversata dal vento della storia e da quello della leggenda rispetto alla sorella maggiore, Linosa chiamata dai Romani Algusa o Aethusa, non è per questo meno interessante da Lampedusa, dalla quale dista 57 km circa. Le sue origini sono vulcaniche, come testimonia la presenza di ben  tre crateri : Monte Rosso, il Monte Nero e il Monte Vulcano, tetto dell' isola con i suoi 195 metri di altezza. Questo le conferisce un colore grigio-bruno sul quale si stagliano vividamente le case color pastello, talora contornate lungo gli spigoli a tinte vivaci.- Collegata direttamente sia alla Sicilia che alle altre Pelagie, Linosa ha nell'agricoltura la sua principale risorsa economica sia per fertilità del terreno e sia per la mancanza di un porto,  ampio e sicuro, che favorisca l'approdo e la protezione delle imbarcazioni. Pur non disponendo di acqua, i linosani producono legumi, lenticchie, capperi e uva di straordinaria qualità. Sembra comunque che, a differenza dagli abitanti di Lampedusa, qui preferiscono, la sicurezza del lavoro agricolo all'avventura della pesca in mare, che è meno sviluppata che a Lampedusa, mentre sta prendendo quota il turismo. Ad animarlo è la presenza di varie strutture ricettive (hotel, villaggi, case vacanza e camping).- La vegetazione risente della natura lavica della superficie: attecchiscono bene l'iris, il lichene e il fico d'India, spesso usato per creare siepi frangivento. La fauna è simile alla sorella maggiore Lampedusa, con in più la massiccia presenza di un uccello chiamato " Berta Maggiore " che nidifica a strapiombo sul mare e, nelle notti senza luna, emette lamenti molto simili al pianto di un bimbo. I fondali di Linosa, pure molto pescosi offrendo Tonni, Ricciole, Cernie, Saraghi, Crostacei e molluschi di ogni genere, non digradano lentamente, ma precipitano subito a quota 500 metri di profondità per arrivare più rapidamente a 1000 metri.- Un ideale itinerario di Linosa segnala i Faraglioni, la Grotta del Greco, Grotta Tramontana e quella di Betlemme e, sopratutto, la caratteristica spiaggia di Cala di Pozzolana di Ponente, famosa per la sabbia nera. Paesaggio bellissimo e selvaggio è quello di Punta Balata Piatta e di Fili.- Una vista senza pari è quella che si può godere salendo sulla cima di Monte Vulcano e degne di una visita sono pure la Cisterna romana e l'abbeveratorio  di Monte Bandiera. Anche a Linosa è possibile noleggiare una barca per compiere il periplo dell'isola e un motorino/auto per esplorarne l'entroterra.

Le isole Pelagie viste da vicino. Seconda parte - Linosa -.


Linosa (AG) è la seconda isola per dimensione delle tre che compongono l'arcipelago delle Pelagie (Lampedusa,Linosa,Lampione). Ha, infatti, una superficie di poco più di 5 kmq, lunga 3,4 km e larga 2,7 km. Forma con Lampedusa, la maggiore delle tre isole dell'arcipelago, un'unico Comune (5.626 ab.) della provincia di Agrigento , di cui ne è anche una frazione.
Linosa è ubicata a 42 km a NE di Lampedusa. D'origine vulcanica, Linosa, era già nota ai tempi del greco Strabone. Plinio il Vecchio la cita nella Naturalis Historia come Aethusa, Αιθουσσα e Algusa, Αλγουσσα in greco. Il nome Lenusa appare nel XVI secolo ad opera del domenicano Tommaso Fazzello. Tuttavia anche se fino al 1839 si hanno notizie frammentarie sulla storia dell'isola è certo che trovandosi al centro del Mediterraneo era rifugio e punto di riferimento per le navi Fenici, dei Saraceni, dei Romani e dei Greci che navigavano nel "Mare Nostrum".
Il ritrovamento di numerose cisterne scavate nella superficie lavica di tipica derivazone romana, così come numerose monete ritrovate durante recenti scavi, fanno ritenere che i Romani avessero creato un insediamento stabile e che durante le guerre puniche l'isola fosse punto di approdo e rifornimento per l'esercito di Roma. Nei secoli seguenti, verosimilmente, divenne punto di riferimento anche per le scorribande degli arabi e dei feroci saraceni. Attorno a Linosa vi furono anche numerosi scontri navali e tanti sono i relitti che giacciono sui fondali. Benchè saccheggiati per anni dai subacquei, capita ancora oggi che nelle reti dei pescatori, vengano recuperate ancora intatte anfore, scodelle, ancore, o quant'altro materiale fosse stivato a bordo delle navi.
Nella metà del XIV sec., mentre in tutta la costa della Sicilia si eregevano torri di avvistamento per contrastare le continue scorribande dei pirati, Linosa divenne un vero punto strategico nelle rotte dei pirati in quanto diviene non solo deposito dei tesori e dei bottini razziati, ma punto di smistamento dei prigionieri deportati.
La flotta dei pirati era composta dagli sciabecchi, navi di ottima manovrabilità e particolarmente adatte al combattimento, che consentiva loro di arrivare velocemente nel luogo prescelto per l'assalto. Lo scopo era quello di raccogliere quanto più oro possibile e deportare uomini, donne, bambini, da vendere come schiavi nei mercati del Nordafrica.
Successivamente alla sconfitta dei turchi, l'isola rimase disabitata per quasi due secoli, anche se nel 1630 Giulio Tomasi avo di Giuseppe Tomasi, autore del "Gattopardo", venne insignito da Carlo II di Spagna del titolo di principe di Lampedusa. Le notevoli risorse economiche necessarie al recupero delle due isole di Lampedusa e Linosa, costrinsero i Tomasi a chiedere un congruo finanziamento ai Borbone minacciando in caso contrario di vendere l'isola agli Inglesi interessati all'acquisto per ovvie ragioni strategiche finalizzate a farne una base militare. La richiesta di vendita venne ufficializzata a Ferdinando II - re delle due Sicilie, che negò fermamente l'autorizzazione, ma anzi per un prezzo di 12.000 ducati, nel 1839 le riacquistò intenzionato a trasformarle in colonie agricole.
Il nome Linosa invece nasce nel 1845 in quanto usato dal cavaliere Bernardo Maria Sanvinsente. In quell'anno il governo borbonico decise di colonizzare Lampedusa e Linosa emanando un bando tra i sudditi del Regno delle due Sicilie con il quale si cercavano volontari disposti a trasferirsi nelle due isole promettendo loro l'utilizzo di tutto il terreno coltivabile e una rendita per cinquanta anni di 3 tarì al giorno. Vi aderirono alcune famiglie provenienti da Ustica, Agrigento e Pantelleria accompagnati dal capitano di fregata Bernardo Maria Sanvisente (Bernardo Maria Sanvisente prende possesso delle isole di Lampedusa e di Linosa con la carica di «governatore di S.M. Ferdinando Il di Borbone, re del regno delle Due Sicilie, gran principe ereditario di Toscana, duca di Parma, Piacenza,Castro” ecc. ecc. (1810-1859). Come primo atto conferma agli enfiteuti, Gatt di Malta Fernandez, le sentenze di revoca già notificate nel 1839. Sanvisente si era imbarcato a Palermo il 18 settembre a bordo del Piroscafo Rondine con le istruzioni del re di costituire Lampedusa e Linosa in «colonia della real Casa di Borbone e di “costituirvi la novella ne con lo incivilimento del nuovo paese da edificarsi (cfr. Sanvisente, 1849). Giunto a Girgenti (Agrigento) il 19 settembre, prosegue per Lampedusa il 21 settembre insieme con il vapore L'Antilope recando con sé autorità ecclesiastiche e amministrative, gente di varie arti e mestieri con autorità di guardie urbane e sanitarie, un distaccamento militare al comando di un ufficiale. Le navi arrivano a Lampedusa alle ore 13 dei giorno seguente e colte da 24 maltesi, capeggiati da un certo Fortunato Frenda «che sposato una figlia di Salvatore Gatt. Pochi giorni dopo i maltesi, a eccezione di qualcuno, lasciano l'isola per tornare a Malta e Fortunato Frenda si trasferisce con la famiglia sulla costa tunisina, il 6 marzo 1844. Inizia cosi la felice colonizzazione borbonica delle due isole).
Il 25 maggio 1845 le famiglie volontarie che aderirono all'editto ed il capitano B.M. Sanvisente sbarcarono sull'isola di Linosa cominciando ad abitarla ed effettuando i primi lavori edili come la costruzione di una Chiesa, eretta subito dopo lo sbarco e l'inizio delle nuove abitazioni.
L'ambiente che li circondava si rivelò più ostile del previsto. Alla mancanza di abitazioni si supplì con dei ripari scavati nelle rocce in tufo, pur essendo costantemente minacciati dalla presenza di innumerevoli topi.
L'esistenza delle antiche cisterne romane che vennero immediatamente ripristinate togliendo tutta la terra accumulatasi, favorì la raccolta e la riserva di acqua piovana. Inoltre, le forti ed abbondanti piogge di quell'anno provocarono diversi smottamenti del terreno che fortunatamente riuscirono a debellare anche l'infausta presenza dei tanti roditori presenti nell'isola.
Con l'unità d'Italia del 1861 anche i Savoia purtroppo non mantennero le promesse di aiuti fatte dai Borbone. Ma i linosani lasciati ancora più soli a fronteggiare una situazione prossima alla tragedia, reagirono con una forma di eroismo primitivo. Dal primo nucleo di poche decine di persone, grazie ai matrimoni tra gli stessi membri e con individui provenienti dalla terraferma la popolazione pian piano si è ingrandita, fino a raggiungere l'attuale numero che si aggira intorno ai 500 abitanti.
Nei primi del '900 i Linosani vennero ricordati solo in occasione delle due grandi guerre con la chiamata alle armi. Negli anni sessanta Linosa comincia a cambiare volto. Arrivano le prime innovazioni tecniche accompagnate da uno sviluppo turistico. La SIP (oggi Telecom) installa nel 1963 la prima centrale telefonica. Nel 1967 entra in funzione una centrale elettrica. Nel 1968 viene realizzato l'asilo infantile, con le scuole elementari e medie. Nel 1973 viene costruito il primo dissalatore e nel 1976 approda sull'isola la RAI che installa un ripetitore e quattro anni dopo anche Mediaset.
 
Nel 1984, dopo tanti anni di trasbordi effettuati con non poco disagio mediante l'uso di barche in un mare non sempre calmo, la nave traghetto Paolo Veronese effettua il primo attracco in banchina allo Scalo Vecchio. Vengono realizzati altri due moli di attracco: Mannarazza e Pozzolana di Ponente che consentono lo scalo dei passeggeri e lo scarico delle merci quando il vento investe l'approdo principale. Nel 1986 iniziano i lavori per il nuovo dissalatore che fornirà acqua potabile e nel 2002 entra in servizio l'aliscafo sulla tratta Porto Empedocle, Linosa, Lampedusa. 
Linosa, é incantevole e capace di farsi amare da chi é amante della natura, dell'ambiente e soprattutto del mare.

Selvaggia é la sua bellezza. Linosa, non colpisce solo per i suoi meravigliosi fondali, sicuramente tra i più belli d'Italia se non del mondo, ma anche per i colori del suo paesaggio tutto da ammirare. L'isola anche per le sue dimensioni, è a portata d'uomo e da un gran senso di libertà. La sensazione principale che potrete provare è quella di essere fuori dal mondo. Infatti, bastano solo pochi giorni per farvi dimenticare anche in che giorno vi trovate.
 






Linosa, ospita una grande comunità di uccelli "Berta Maggiore" nonché la tartaruga "Caretta Caretta" entrambe a rischio estinzione. Il 21 ottobre 2002, con decreto del Ministro dell'Ambiente, è stata istituita l'Area Marina Protetta "Isole Pelagie".
Linosa, ancora oggi é rimasta in perfetta armonia con l'ambiente ed un territorio da esplorare. Da Porto Empedocle si può prendere il traghetto della SIREMAR per le Pelagie imbarcando anche l'auto e raggiungere Lampedusa in 8 ore. È previsto un solo collegamento giornaliero da Porto Empedocle (7 km. da Agrigento) per Lampedusa, via Linosa. Per la tratta di andata, la traversata è notturna, la nave parte infatti ogni sera alle 24:00, salvo maltempo o giornata di riposo, ed arriva, dopo una sosta di 30/40 minuti per operazioni di scarico a Linosa, alle 8:15 a Lampedusa. Vi è la possibilita di prenotatre il pernottamento in cabina. Per il ritorno invece la traversata è diurna, la nave parte da Lampedusa ogni mattina alle 10:30 ed arriva a Porto Empedocle alle 18:00. Il collegamento con Linosa e la Sicilia è assicurato, da luglio a settembre, anche dagli aliscafi due volte al giorno. A causa dei forti venti e del mare mosso, nei mesi invernali i collegamenti con Lampedusa sono assicurati quasi esclusivamente dall'aeroporto. Da Palermo e Catania il servizio aereo è garantito tutto l'anno, inoltre da luglio a settembre vengono istituiti voli diretti da Trapani, Roma, Milano, Bergamo, Verona e Bologna.

lunedì 28 marzo 2011

L'Isola di Linosa : I Video di Altre Mete Italia

Linosa: l'isola al Centro del Mediterraneo

Linosa è un'isola vulcanica, poggia su un fondale sabbioso ed ha iniziato la sua attività alla profondità di circa 1.000 m. E' costituita da quattro centri eruttivi: Monte Rosso, la vetta più alta, Monte Vulcano a sud-est, Monte Bandiera, ai cui piedi sorge il centro abitato, e Monte Nero che si apre sul mare, a Cala Pozzolana di Ponente. I fondali marini, incontaminati, appaiono ricchi di vita e non è difficile incontrare invertebrati dai colori smaglianti, ovature di nudibranchi delicate come trine di merletti, stelle marine rosse e porpora, oloturie, ofiuridi e ricci di varie specie.




domenica 27 marzo 2011

I Video dell'Isola del Giglio - Provincia di Grosseto - Toscana






I Video Sull'Isola del Giglio - Provincia di Grosseto - Toscana






sabato 26 marzo 2011

L’Isola del Giglio – Altre Mete Italia

 

Informazioni su l'Isola del Giglio:

L'Isola del Giglio - Italia  la Cartina Geografica

L’Isola del Giglio – La Cartina Geografica

 

L'Isola del Giglio si raggiunge mediante i traghetti (circa cinquanta minuti di navigazione) che partono quotidianamente da Porto Santo Stefano e garantiscono i collegamenti tutto l'anno. All'isola del Giglio più di ogni cosa si apprezzano le bellezze naturali. Un mare cristallino tra i più puliti in Italia, fondali con pareti e secche colorate da spugne e gorgonie, una costa estremamente varia con scogliere a picco sul versante di ponente e graniti lisci sul versante di levante, spiagge sabbiose, calette selvagge, antichi sentieri immersi in una natura ricchissima e panorami mozzafiato, rendono l'Isola del Giglio un vero gioiello della natura.
I centri abitati (che coprono solo il 10% dell'intero territorio) sono tre: Giglio Castello, Giglio Porto e Giglio Campese.
Il Porto è piccolo e pittoresco, nelle vie del centro abitato, numerosi sono i negozi, le botteghe artigianali, i bar e ristoranti con terrazze sul mare, che rendono coloratissimo questo scorcio dell'isola.
Il castello si trova sulla sommità dell'Isola del Giglio, 405 metri sul mare, è costituito da un nucleo abitato fortificato, con porta d'accesso e poderose mura che lo circondano completamente. Proprio dalle mura e dalle sue torri, potrete ammirare panorami di incredibile bellezza. All'interno delle mura, nel borgo, nulla pare essere mutato nei secoli; i vicoli, le piazzette, la chiesa e quant'altro vi daranno l'impressione di tornare indietro nel tempo in una suggestiva ed irreale atmosfera.
Il Campese infine è l'area nata più di recente all'Isola del Giglio, ed è a tutti gli effetti un insediamento turistico, che si sviluppa alle spalle della grande spiaggia di terra rossa, "sorvegliata" dai faraglioni sull'estremità a sud, e dalla torre medicea a nord. Non mancate infine di ammirare i tramonti, che da questa spiaggia sono un vero spettacolo.

Per informazioni sugli orari dei traghetti per l' Isola del Giglio contattate: Maregiglio tel: 0564 812920 / 0564 809309
Toremar tel: 0564 810803

Immagine dell'Isola del Giglio

isola del giglio

Giglio Porto, Isola del Giglio

Giglio Porto

Giglio Porto      

Unico Porto dell'isola, piccolo e pittoresco, dalle case multicolori ed il mare di una limpidezza impensabile per un porto riesce a conciliare, le esigenze commerciali con quelle turistiche.
Costruito per la prima volta dai Romani, rimase tale per circa 18 secoli, poi ampliato nel 1796, e nel 1979 in seguito ad una mareggiata eccezionale.

Sulla sua sinistra si trova la Torre del Saraceno costruita nel 1596 per volere di Ferdinando I di Toscana, e poco oltre, La Caletta del Saraceno, dove, a pelo d'acqua, si distinguono bene, le mura della cetaria per l'allevamento delle murene e parte dell'imponente Villa Romana (I-II sec.d.C.) dei Domizi Enobarbi, i cui resti sono stati, in passato, in gran parte inglobati nel centro abitato.

Giglio Castello

Giglio Castello, Isola del Giglio lenta

Giglio Castello    

Sede Municipale, sito a quota 405slm, è cinto da imponenti mura intervallate da tre torri a pianta circolare e sette a base rettangolare.
Eretto dai Pisani nel XII sec., più volte ampliato e restaurato dai Granduchi di Toscana, è a tutt'oggi pressocchè intatto nel suo interno. Le vie strette, spesso sormontate da archi, i balzuoli (scale esterne per accedere ai piani superiori), la Piazza XVIII

Novembre sulla quale domina la Rocca Aldobrandesca, imponente costruzione difensiva, fanno di Giglio Castello una meta suggestiva, dal fascino unico.
Da non dimenticare una visita alle numerose cantine dove viene prodotto e conservato il tipico, ambrato e robusto vino dell'Isola del Giglio, il vino Ansonaco.
Nella storica Piazza della Rocca, infine, vi segnaliamo la presenza dell'abitazione del famoso violinista Uto Ughi.


Braccio di San Mamiliano

La Chiesa di San Pietro Apostolo di Giglio Castello è stata costruita con tutta probalità nel XV secolo.
Al suo interno potrete ammirare un notevole numeri di reperti: un capitello corinzio del 22 sec. a. C. che sostiene l'acquasantiera, le due statue del settecento di San Mamiliano e di San Pietro, l'altare in marmo del XV sec., i reliquari dei Papi Urbano I e Urbano VIII, gli arredi sacri di Papa Innocenzo XIII, tre tele dei Nasini, il crocifisso d'avorio del XVI sec. attribuito al Giambologna, il reliquario del 1724 contenente l'ulna destra di San Mamiliano (vedi foto) ed esposte in una teca di vetro, si trovano due sciabole ed una pistala con intarsi pregiati abbandonate dai pirati durante l'ultimo attacco del 1799.


Giglio Campese

Spiaggia Giglio Campese, Isola del Giglio lenta

Giglio Campese  

Ultimo a nascere come centro abitato, costituisce, oggi, l'insediamento turistico più importante dell'Isola con la sua bella e ampia spiaggia sabbiosa. L'incantevole baia, è incorniciata dal Faraglione da un lato, e dall'imponente Torre medicea dall'altro.
La Torre di Campese fu costruita nel 1700 per controllare la pesca alla secca e fu in seguito utile per presidiare la baia del Campese dai frequenti attacchi dei pirati barbareschi. Originariamente era isolata sugli scogli, mentre attualmente è collegata alla terra da un piccolo ponte. Rappresentò la roccaforte difensiva dell'eroica cacciata dei tunisini nell'ultimo attacco barbaresco il 18 Novembre 1799.
I venti che spirano da sud, che qui giungono alle spalle, fanno, della baia di Campese, palestra ideale per amanti di surf e vela; mentre l'esposizione ad ovest ne fa teatro di stupendi tramonti.


Le Spiagge Arenella, Cannelle e Caldane

Spiaggia Arenella, Isola del Giglio lenta

Le altre Spiagge  

A solo 2 chilometri a sud del porto si trova la seconda spiaggia per estensione, la spiaggia Cannelle. Una spiaggia di sabbia bianca finissima e acque basse ne fanno un paradiso per i bambini.
La piccola spiaggia Caldane si trova due calette più al sud ed è raggiungibile solo a piedi, però la passeggiata di circa 20 minuti è davvero incantevole.
Al nord del Porto dista 5 kilometri si trova invece la terza spiaggia per estensione dell'isola, la spiaggia Arenella.
Le spiagge Arenella e Cannelle sono raggiungibile con la macchina mentre la spiaggia di Caldane solo a piedi. Una buona alternativa per arrivare dal Porto nelle spiagge o insenature vicine sono i barcaioli.

Isola del Giglio (GR)


Sul territorio dell'Isola del Giglio è presente una fitta rete di sentieri che raggiungono ogni luogo anche il più lontano e fuori mano. Anticamente queste vecchie mulattiere erano le uniche strade che i Gigliesi sia a piedi che a dorso di mulo usavano per spostarsi sull'isola e raggiungere i campi. Più avanti nel tempo gli stessi sono stati usati dai cacciatori per superare le fitte boscaglie e le profonde valli.
Quando è nata la provinciale prima di terra battuta e poi asfaltata una parte dei sentieri sono andati in disuso anche per l'abbandono delle culture nei posti più disagiati ma ai nostri tempi sono rimasti ancora parecchi percorsi che soprattutto i cacciatori tengono puliti per renderli transitabili. Una selezione di questi porta i turisti nei posti più belli dell'isola con camminate che non superano mai le quattro ore fra andata e ritorno con difficoltà minime o medie. E' facile unire fra loro anche i percorsi prendere diramazioni che ci portano in altri luoghi o prevedere un ritorno sfruttando il servizio di autobus di linea per ottimizzare gli sforzi. La sentieristica è curata pulita e resa sicura dai parecchi interventi che vengono fatti per rendere piacevole la scoperta dell'isola e dal territorio stesso.
Giglio Castello
Sede Municipale, sito a quota 405 s.l.m., è cinto da imponenti mura intervallate da tre torri a pianta circolare e da sette a base rettangolare. Eretto dai Pisani nel XII sec., più volte ampliato e restaurato dai Granduchi di Toscana, è a tutt'oggi pressochè intatto nel suo interno. Il Giglio Castello è in realtà un abitato fortificato e la porta di accesso è una struttura estremamente complessa che si presenta come un avancorpo con numerosi archi che permettevano il tiro incrociato di una fittissima schiera di arcieri. Sulla facciata interna dell'ultima delle tre porte vi è la targa in marmo raffigurante lo stemma dei Medici, che potenziarono il castello distrutto dai saraceni. Le imponenti mura Medicee furono edificate sulle rovine delle precedenti pisane del XI sec. All'interno del borgo, nella piazza sottostante la chiesa, si può ancora vedere la cisterna realizzata alla fine del '700 dai Medici per risolvere i problemi idrici. Le vie strette, spesso sormontate da archi, i balzuoli (scale esterne per accedere ai piani superiori), la Piazza XVIII Novembre sulla quale domina la Rocca Aldobrandesca, imponente struttura difensiva, fanno di Giglio Castello una meta suggestiva, dal fascino unico, oggi uno dei borghi medioevali meglio conservati ed originali in Italia. La Chiesa di San Pietro Apostolo è stata costruita con tutta probabilità nel XV secolo ed al suo interno si può ammirare un notevole numero di reperti: un capitello corinzio del II sec. a.C. che sostiene l'acquasantiera, le due statue del settecento di San Mamiliano e di San Pietro, l'altare di marmo del XV sec., i reliquari dei Papi Urbano I e Urbano VIII, gli arredi sacri di Papa Innocenzo XIII, le tre tele dei Nasini, il Crocifisso d'avorio del XVI sec. attribuito a Giambologna, il reliquario del 1724 contenente l'ulna destra di San Mamiliano ed esposte in una teca di vetro le due sciabole e d una pistola con intarsi pregiati abbandonate dai pirati durante l'ultimo attacco del 1799. Oggi, oltre alle numerosi botteghe e ristorantini caratteristici, si trovano ancora cantine dove viene prodotto e conservato il tipico, ambrato e robusto vino Ansonaco, vanto dei produttori isolani.
Giglio Porto
Unico porto dell'isola, piccolo e pittoresco, dalle case multicolori ed il mare di una limpidezza impensabile per una zona portuale, tanto che se ne vede benissimo il fondo per quanto è limpido, riesce a conciliare le esigenze commerciali con quelle turistiche. E' infatti scalo dei due grandi traghetti delle compagnie Toremar e Maregiglio che collegano l'isola con il promontorio dell'Argentario in un'ora anche d'inverno, e porticciolo turistico per barche anche grandi dimensioni. Nelle due ramificazioni, a destra e a sinistra, si snodano le due vie Thaon de Revel ed Umberto I, ricche di negozietti, botteghe artigianali, diving center, negozi alimentari, bar e ritrovi e tanti invitanti ristoranti con grandi piattaforme sul mare all'aperto. Di fronte parte la Provinciale che porta verso le altre località e alla parte posteriore del paese, dove si snodano numerosi pittoreschi vicoli con caratteristiche casette che sono dei piccoli gioielli. Il porto fu costruito per la prima volta dai Romani e rimase tale per circa diciotto secoli. Fu poi ampliato nel 1796 e nel 1979 in seguito ad una mareggiata eccezionale. Sulla sua sinistra si trova la Torre del Saraceno costruita nel 1596 per volere di Ferdinando I di Toscana con lo scopo di invogliare le famiglie di pescatori a tornare sull'isola dalla quale erano fuggiti a causa delle frequenti scorribande dei saraceni. Rimasta impressa nella memoria, fu sicuramente la scorreria condotta da Kair ad-Din detto Barbarossa che nel 1544 deportò come schiavi ben settecento gigliesi. Poco oltre appare la Caletta del Saraceno, dove a pelo d'acqua si distinguono bene le mura della cetaria per l'allevamento delle murene e parte dell'imponente Villa Romana (I-II sec. d.C.) dei Domizi Enobarbi, i cui resti sono stati in passato in gran parte inglobati nel centro abitato. Fuori a destra dal porto, venendo dal mare, si vede il promontorio del Lazzaretto dove sorge l'omonima Torre che fu costruita originariamente in forma ottagonale da Ferdinando II nel 1622 e delimitava un'area adibita appunto a lazzaretto per i periodi di epidemie. Nel corso del tempo è stat distrutta e ricostruita a più riprese fino al 1842 quando venne rieretta nella forma attuale. Oggi è una residenza estiva privata.

Giglio Campese
Ultimo a nascere come centro abitato, costituisce oggi l'insediamento turistico più importante dell'isola con la sua bella e ampia spiaggia sabbiosa. La posizione geografica rivolta verso l'isola di Montecristo, l'isola d'Elba e la Corsica, regala ai fortunati visitatori tramonti mozzafiato che nei periodi estivi si protraggono addirittura oltre le nove di sera, dando quindi a questa fantastica località ben sedici ore di luce solare. L'incantevole baia incontaminata è incorniciata dal Faraglione da un lato, e dall'imponente Torre medicea dall'altro. Quest'ultima fu costruita tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII sec. e mentre un tempo si ergeva completamente isolata sugli scogli, oggi è collegata alla terraferma da un piccolo ponte. La ragione della costruzione fu il presidio della baia di Campese dai frequenti attacchi dei pirati barbareschi e rappresentò la roccaforte difensiva dell'eroica cacciata dei tunisini nell'ultimo attacco barbaresco del 18 Novembre 1799. I venti che spirano da sud, che qui giungono alle spalle, fanno della baia una palestra ideale per gli amanti di surf e vela. Il lungomare oltre al nucleo storico e caratteristico delle case "dei trenini" scorre coronando la baia dove sono presenti sulla grande spiaggia numerose strutture turistiche ma anche molte case private. Nella collina immediatamente a ridosso invece è stata costruita di recente una zona residenziale di costruzioni immerse nel verde. Nella zona della vecchia miniera ci sono dei recidence direttamente sul mare e numerosi negozietti di ogni genere. Anche qui pullulano i diving center per i tanti appassionati subaquei che frequentano l'isola, e più specificatamente i fantastici fondali famosi anche all'estero. Recentemente l'Isola del Giglio è stata fregiata dal Ministero dell'Ambiente delle "cinque vele" che denotano questo mare fra i più puliti e incontaminati di Italia. E basta immergersi in queste acque per rendersi conto della trasparenza e limpidezza che ci fa ammirare il fondale dal pelo dell'acqua anche se è profondo parecchi metri come sanno i parecchi appassionati di snorkeling che raggiungono l'Isola del Giglio da ogni parte di Italia e del mondo.
Proloco Isola del Giglio
Via Provinciale, 9
58012 Giglio Porto (GR)
Tel. 0564-809400
http://www.isoladelgiglio.biz/

giovedì 24 marzo 2011

50 Foto Delle Mie “Altre Mete”





 Kenia - Malindi la Spiaggia




 Spagna - Malaga



 Tunisia - Mahdia


 Svizzera - Ginevra



 Stresa - Piemonte - Villa Pallavicino



 Paesaggi dall'Alpe Veglia - Piemonte












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 Corsica - Bastia




La Mia Altra..Metà





 Alpe Devero - Piemonte - il Lago delle Fate




 Alpe Devero - Piemonte - il Lago delle Streghe


 Alpe Devero - Piane della Buscagna






 Tunisia - Le Spiagge



 Tunisia - il Cimitero sul Mare a Mahdia





 Kenia - La spiaggia "Dorata" - Vicino a Mombasa










 Tunisia l'Imbocco della Medina




 Tunisia Allevamento di Cavalli








 Sirio il Webmaster


 Mia Nonna - Carolina
 Mio Nonno - Peppino




Offerte dei Partners di Altre Mete per Voi!..

A tutte Le Aziende che Volessero Collaborare con Mè per un Reciproco Vantaggio!: mi Chiamo Allegra Sirio ho 37 Anni e sono il Webmaster

giovedì 31 marzo 2011

Altre Mete Cresce e Diventa Forte per Te!..Dopo 4 Mesi ecco Quali sono I Risultati Raggiunti:

 

Salve a Tutti!..sono Allegra Sirio l’Ideatore del Sito e del Blog di Altre Mete!.L’Idea di Altre Mete nasce a Dicembre del 2010 Quando Leggendo una Rivista di Informatica mi Viene in mente di Aprire un Blog  che Proponga allo Spettatore delle Mete Insolite per le Proprie Vacanze che si Differenzino dai Luoghi del Turismo di Massa per le Loro Caratteristiche Naturali , Sociali ed Architettoniche Uniche!. Ho iniziato proponendo ai miei Lettori i luoghi più insoliti che ho Visitato Personalmente e ho Continuato Cercando , per il Momento , in tutta Europa , ma anche nel Mondo , altri Luoghi che Potessero Dare Altrettante Emozioni a chi li Guarda!.Ho pubblicato Video e ho Scritto Articoli per descrivervi Questi Luoghi e Voi mi Avete Risposto Positivamente con le Vostre Visite!.Così una Ventina di Giorni Fà ho Accquistato un Dominio su Google e Altre Mete è Diventato un Sito Web! pur Rimanendo Aperto anche il Blog che lo ha Originato!.Dopo 4 Mesi Eccomi Qui a Parlare con Voi e a Dirvi Grazie per le Vostre Adesioni , che hanno permesso ad Altre Mete di Stringere Accordi con le più Importanti Aziende del Turismo Mondiali , e Grazie a questi Accordi , voi Ora Potete Usufruire Direttamente dal mio Blog e dal Mio Sito , dei Servizi Offerti da Queste Grandi Società , che hanno Riservato ai Miei Lettori delle Tariffe Particolarmente Convenienti! : ecco di chi si Tratta! :

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martedì 29 marzo 2011

Isola di Linosa : L'Articolo


   
Linosa2 

















Linosa è un’isola delle Pelagie, come Lampedusa. La sua origine vulcanica le ha conferito un aspetto molto particolare: la roccia lavica nera si contrappone al verde della vegetazione e si staglia contro un cielo azzurrissimo. E’ un’isola molto minuscola: l’unico centro abitato, caratterizzato da graziose casine dai colori pastello “profilate” lungo spigoli, porte e finestre, è raccolto intorno al porticciolo. Da qui si possono effettuare molte escursioni a piedi: i sentieri conducono fino alla cima dei tre principali rilievi dell’isola: Monte Rosso, il cui cratere, all’interno, è occupato da coltivazioni, il Monte Nero e il Monte Vulcano (la vetta più alta, ma si fa per dire, perché  misura appena 186 metri). Dalla cima di quest’ultimo, nelle giornate più belle si arriva addirittura a distinguere il movimento delle auto sulle strade di Lampedusa, che dista una quarantina di chilometri. Oppure il vacanziere può dedicarsi ai giri in barca. Orlata da scogli lavici, molto frastagliati, Linosa viene infatti considerata un paradiso per le immersioni e per gli appassionati di sea-watching. In queste acque vivono (accuratamente protette, come quelle di Lampedusa, da un progetto speciale dello stato) molte tartarughe marine. Con un’imbarcazione si giunge ai “Fili”, una serie di scogli che delimitano una sorta di piscina naturale chiusa da suggestive pareti rocciose levigate dagli agenti atmosferici a formare sinuose onde. Il mare cangiante e qualche ciuffo di vegetazione completano il paesaggio. Sorpassati i Faraglioni che delimitano la cosiddetta Piscina Naturale, si avvista il faro. La costa in questo tratto è particolarmente frastagliata. Verso la fine del giro si giunge in vista di Cala Pozzolana, unica spiaggia dell’isola coronata da una parete dai colori incredibili: dal giallo zolfo al rosso ferro. Qui attraccano gli aliscafi provenienti da Lampedusa.
Per quest’estate, siete forse alla ricerca di una vacanza in libertà a contatto con la natura? Linosa è l’ideale per voi. 




Un piccolo porticciolo caratteristico che fornisce l’accesso principale ad un grazioso centro abitato, caratterizzato da case dai colori chiari, mentre intorno la natura trionfa in tutto il suo splendore. Questa è Linosa, luogo perfetto per organizzare una escursione a piedi alla scoperta dei vulcani o per restare comodamente seduti in barca su un mare calmo e cristallino, dove concedersi un rinfrescante bagno e magari praticare lo snorkeling per cercare di scoprire qualcosa in più delle meraviglie subacquee.

Alla cima del Monte Rosso si giunge percorrendo la strada che dal centro di Linosa porta ai faraglioni di lava nera che giganteggiano vicino alla costa. In meno tempo, invece, si arriva a Monte Nero, seguendo l’itinerario che collega il centro con cala Pozzolana di Ponente. Se volete portare con voi il ricordo di un panorama superbo, armatevi di macchina fotografica e da bravi turisti superate la piattaforma dove atterrano gli elicotteri e camminate lungo la stradina che si inerpica su un fianco del vulcano: i colori di fronte a voi formeranno un contrasto molto suggestivo. A fianco, si trova la spiaggia di sabbia nera di Cala Pozzolana di Ponente, uno scorcio da favola dove trovare relax tra il suono delle onde che si infrangono sulla battiglia e il sole che accarezza la pelle con il suo calore intenso.
La cima più alta dell’isola è Monte Vulcano, dal quale si vedono le pareti a strapiombo della Cala Pozzolana di Levante. Un tempo i cittadini avevano difficoltà a raccogliere l’acqua, per via della mancanza di sorgenti ed erano costretti a prendere quella piovana. Qualche cisterna ancora presente, risale addirittura all’epoca delle guerre puniche, quando l’isola di Linosa era una base navale dei Romani, durante la guerra con i Cartaginesi. Continuando l’escursione, si arriva a Punta Calcarella e in circa quaranta minuti, passando per i faraglioni, si giunge alla piscina naturale, al faro e agli scogli dei Bovi Marini.

 


LINOSA    IL  FASCINO DEI  VULCANI  DORMIENTI  IN  UN  MARE  CRISTALLINO

Isole Pelagie - Provincia : Agrigento - Abitanti 425 - Superficie 26 km -












 

Più piccola di Lampedusa, ma meno popolata, meno attraversata dal vento della storia e da quello della leggenda rispetto alla sorella maggiore, Linosa chiamata dai Romani Algusa o Aethusa, non è per questo meno interessante da Lampedusa, dalla quale dista 57 km circa. Le sue origini sono vulcaniche, come testimonia la presenza di ben  tre crateri : Monte Rosso, il Monte Nero e il Monte Vulcano, tetto dell' isola con i suoi 195 metri di altezza. Questo le conferisce un colore grigio-bruno sul quale si stagliano vividamente le case color pastello, talora contornate lungo gli spigoli a tinte vivaci.- Collegata direttamente sia alla Sicilia che alle altre Pelagie, Linosa ha nell'agricoltura la sua principale risorsa economica sia per fertilità del terreno e sia per la mancanza di un porto,  ampio e sicuro, che favorisca l'approdo e la protezione delle imbarcazioni. Pur non disponendo di acqua, i linosani producono legumi, lenticchie, capperi e uva di straordinaria qualità. Sembra comunque che, a differenza dagli abitanti di Lampedusa, qui preferiscono, la sicurezza del lavoro agricolo all'avventura della pesca in mare, che è meno sviluppata che a Lampedusa, mentre sta prendendo quota il turismo. Ad animarlo è la presenza di varie strutture ricettive (hotel, villaggi, case vacanza e camping).- La vegetazione risente della natura lavica della superficie: attecchiscono bene l'iris, il lichene e il fico d'India, spesso usato per creare siepi frangivento. La fauna è simile alla sorella maggiore Lampedusa, con in più la massiccia presenza di un uccello chiamato " Berta Maggiore " che nidifica a strapiombo sul mare e, nelle notti senza luna, emette lamenti molto simili al pianto di un bimbo. I fondali di Linosa, pure molto pescosi offrendo Tonni, Ricciole, Cernie, Saraghi, Crostacei e molluschi di ogni genere, non digradano lentamente, ma precipitano subito a quota 500 metri di profondità per arrivare più rapidamente a 1000 metri.- Un ideale itinerario di Linosa segnala i Faraglioni, la Grotta del Greco, Grotta Tramontana e quella di Betlemme e, sopratutto, la caratteristica spiaggia di Cala di Pozzolana di Ponente, famosa per la sabbia nera. Paesaggio bellissimo e selvaggio è quello di Punta Balata Piatta e di Fili.- Una vista senza pari è quella che si può godere salendo sulla cima di Monte Vulcano e degne di una visita sono pure la Cisterna romana e l'abbeveratorio  di Monte Bandiera. Anche a Linosa è possibile noleggiare una barca per compiere il periplo dell'isola e un motorino/auto per esplorarne l'entroterra.

Le isole Pelagie viste da vicino. Seconda parte - Linosa -.


Linosa (AG) è la seconda isola per dimensione delle tre che compongono l'arcipelago delle Pelagie (Lampedusa,Linosa,Lampione). Ha, infatti, una superficie di poco più di 5 kmq, lunga 3,4 km e larga 2,7 km. Forma con Lampedusa, la maggiore delle tre isole dell'arcipelago, un'unico Comune (5.626 ab.) della provincia di Agrigento , di cui ne è anche una frazione.
Linosa è ubicata a 42 km a NE di Lampedusa. D'origine vulcanica, Linosa, era già nota ai tempi del greco Strabone. Plinio il Vecchio la cita nella Naturalis Historia come Aethusa, Αιθουσσα e Algusa, Αλγουσσα in greco. Il nome Lenusa appare nel XVI secolo ad opera del domenicano Tommaso Fazzello. Tuttavia anche se fino al 1839 si hanno notizie frammentarie sulla storia dell'isola è certo che trovandosi al centro del Mediterraneo era rifugio e punto di riferimento per le navi Fenici, dei Saraceni, dei Romani e dei Greci che navigavano nel "Mare Nostrum".
Il ritrovamento di numerose cisterne scavate nella superficie lavica di tipica derivazone romana, così come numerose monete ritrovate durante recenti scavi, fanno ritenere che i Romani avessero creato un insediamento stabile e che durante le guerre puniche l'isola fosse punto di approdo e rifornimento per l'esercito di Roma. Nei secoli seguenti, verosimilmente, divenne punto di riferimento anche per le scorribande degli arabi e dei feroci saraceni. Attorno a Linosa vi furono anche numerosi scontri navali e tanti sono i relitti che giacciono sui fondali. Benchè saccheggiati per anni dai subacquei, capita ancora oggi che nelle reti dei pescatori, vengano recuperate ancora intatte anfore, scodelle, ancore, o quant'altro materiale fosse stivato a bordo delle navi.
Nella metà del XIV sec., mentre in tutta la costa della Sicilia si eregevano torri di avvistamento per contrastare le continue scorribande dei pirati, Linosa divenne un vero punto strategico nelle rotte dei pirati in quanto diviene non solo deposito dei tesori e dei bottini razziati, ma punto di smistamento dei prigionieri deportati.
La flotta dei pirati era composta dagli sciabecchi, navi di ottima manovrabilità e particolarmente adatte al combattimento, che consentiva loro di arrivare velocemente nel luogo prescelto per l'assalto. Lo scopo era quello di raccogliere quanto più oro possibile e deportare uomini, donne, bambini, da vendere come schiavi nei mercati del Nordafrica.
Successivamente alla sconfitta dei turchi, l'isola rimase disabitata per quasi due secoli, anche se nel 1630 Giulio Tomasi avo di Giuseppe Tomasi, autore del "Gattopardo", venne insignito da Carlo II di Spagna del titolo di principe di Lampedusa. Le notevoli risorse economiche necessarie al recupero delle due isole di Lampedusa e Linosa, costrinsero i Tomasi a chiedere un congruo finanziamento ai Borbone minacciando in caso contrario di vendere l'isola agli Inglesi interessati all'acquisto per ovvie ragioni strategiche finalizzate a farne una base militare. La richiesta di vendita venne ufficializzata a Ferdinando II - re delle due Sicilie, che negò fermamente l'autorizzazione, ma anzi per un prezzo di 12.000 ducati, nel 1839 le riacquistò intenzionato a trasformarle in colonie agricole.
Il nome Linosa invece nasce nel 1845 in quanto usato dal cavaliere Bernardo Maria Sanvinsente. In quell'anno il governo borbonico decise di colonizzare Lampedusa e Linosa emanando un bando tra i sudditi del Regno delle due Sicilie con il quale si cercavano volontari disposti a trasferirsi nelle due isole promettendo loro l'utilizzo di tutto il terreno coltivabile e una rendita per cinquanta anni di 3 tarì al giorno. Vi aderirono alcune famiglie provenienti da Ustica, Agrigento e Pantelleria accompagnati dal capitano di fregata Bernardo Maria Sanvisente (Bernardo Maria Sanvisente prende possesso delle isole di Lampedusa e di Linosa con la carica di «governatore di S.M. Ferdinando Il di Borbone, re del regno delle Due Sicilie, gran principe ereditario di Toscana, duca di Parma, Piacenza,Castro” ecc. ecc. (1810-1859). Come primo atto conferma agli enfiteuti, Gatt di Malta Fernandez, le sentenze di revoca già notificate nel 1839. Sanvisente si era imbarcato a Palermo il 18 settembre a bordo del Piroscafo Rondine con le istruzioni del re di costituire Lampedusa e Linosa in «colonia della real Casa di Borbone e di “costituirvi la novella ne con lo incivilimento del nuovo paese da edificarsi (cfr. Sanvisente, 1849). Giunto a Girgenti (Agrigento) il 19 settembre, prosegue per Lampedusa il 21 settembre insieme con il vapore L'Antilope recando con sé autorità ecclesiastiche e amministrative, gente di varie arti e mestieri con autorità di guardie urbane e sanitarie, un distaccamento militare al comando di un ufficiale. Le navi arrivano a Lampedusa alle ore 13 dei giorno seguente e colte da 24 maltesi, capeggiati da un certo Fortunato Frenda «che sposato una figlia di Salvatore Gatt. Pochi giorni dopo i maltesi, a eccezione di qualcuno, lasciano l'isola per tornare a Malta e Fortunato Frenda si trasferisce con la famiglia sulla costa tunisina, il 6 marzo 1844. Inizia cosi la felice colonizzazione borbonica delle due isole).
Il 25 maggio 1845 le famiglie volontarie che aderirono all'editto ed il capitano B.M. Sanvisente sbarcarono sull'isola di Linosa cominciando ad abitarla ed effettuando i primi lavori edili come la costruzione di una Chiesa, eretta subito dopo lo sbarco e l'inizio delle nuove abitazioni.
L'ambiente che li circondava si rivelò più ostile del previsto. Alla mancanza di abitazioni si supplì con dei ripari scavati nelle rocce in tufo, pur essendo costantemente minacciati dalla presenza di innumerevoli topi.
L'esistenza delle antiche cisterne romane che vennero immediatamente ripristinate togliendo tutta la terra accumulatasi, favorì la raccolta e la riserva di acqua piovana. Inoltre, le forti ed abbondanti piogge di quell'anno provocarono diversi smottamenti del terreno che fortunatamente riuscirono a debellare anche l'infausta presenza dei tanti roditori presenti nell'isola.
Con l'unità d'Italia del 1861 anche i Savoia purtroppo non mantennero le promesse di aiuti fatte dai Borbone. Ma i linosani lasciati ancora più soli a fronteggiare una situazione prossima alla tragedia, reagirono con una forma di eroismo primitivo. Dal primo nucleo di poche decine di persone, grazie ai matrimoni tra gli stessi membri e con individui provenienti dalla terraferma la popolazione pian piano si è ingrandita, fino a raggiungere l'attuale numero che si aggira intorno ai 500 abitanti.
Nei primi del '900 i Linosani vennero ricordati solo in occasione delle due grandi guerre con la chiamata alle armi. Negli anni sessanta Linosa comincia a cambiare volto. Arrivano le prime innovazioni tecniche accompagnate da uno sviluppo turistico. La SIP (oggi Telecom) installa nel 1963 la prima centrale telefonica. Nel 1967 entra in funzione una centrale elettrica. Nel 1968 viene realizzato l'asilo infantile, con le scuole elementari e medie. Nel 1973 viene costruito il primo dissalatore e nel 1976 approda sull'isola la RAI che installa un ripetitore e quattro anni dopo anche Mediaset.
 
Nel 1984, dopo tanti anni di trasbordi effettuati con non poco disagio mediante l'uso di barche in un mare non sempre calmo, la nave traghetto Paolo Veronese effettua il primo attracco in banchina allo Scalo Vecchio. Vengono realizzati altri due moli di attracco: Mannarazza e Pozzolana di Ponente che consentono lo scalo dei passeggeri e lo scarico delle merci quando il vento investe l'approdo principale. Nel 1986 iniziano i lavori per il nuovo dissalatore che fornirà acqua potabile e nel 2002 entra in servizio l'aliscafo sulla tratta Porto Empedocle, Linosa, Lampedusa. 
Linosa, é incantevole e capace di farsi amare da chi é amante della natura, dell'ambiente e soprattutto del mare.

Selvaggia é la sua bellezza. Linosa, non colpisce solo per i suoi meravigliosi fondali, sicuramente tra i più belli d'Italia se non del mondo, ma anche per i colori del suo paesaggio tutto da ammirare. L'isola anche per le sue dimensioni, è a portata d'uomo e da un gran senso di libertà. La sensazione principale che potrete provare è quella di essere fuori dal mondo. Infatti, bastano solo pochi giorni per farvi dimenticare anche in che giorno vi trovate.
 






Linosa, ospita una grande comunità di uccelli "Berta Maggiore" nonché la tartaruga "Caretta Caretta" entrambe a rischio estinzione. Il 21 ottobre 2002, con decreto del Ministro dell'Ambiente, è stata istituita l'Area Marina Protetta "Isole Pelagie".
Linosa, ancora oggi é rimasta in perfetta armonia con l'ambiente ed un territorio da esplorare. Da Porto Empedocle si può prendere il traghetto della SIREMAR per le Pelagie imbarcando anche l'auto e raggiungere Lampedusa in 8 ore. È previsto un solo collegamento giornaliero da Porto Empedocle (7 km. da Agrigento) per Lampedusa, via Linosa. Per la tratta di andata, la traversata è notturna, la nave parte infatti ogni sera alle 24:00, salvo maltempo o giornata di riposo, ed arriva, dopo una sosta di 30/40 minuti per operazioni di scarico a Linosa, alle 8:15 a Lampedusa. Vi è la possibilita di prenotatre il pernottamento in cabina. Per il ritorno invece la traversata è diurna, la nave parte da Lampedusa ogni mattina alle 10:30 ed arriva a Porto Empedocle alle 18:00. Il collegamento con Linosa e la Sicilia è assicurato, da luglio a settembre, anche dagli aliscafi due volte al giorno. A causa dei forti venti e del mare mosso, nei mesi invernali i collegamenti con Lampedusa sono assicurati quasi esclusivamente dall'aeroporto. Da Palermo e Catania il servizio aereo è garantito tutto l'anno, inoltre da luglio a settembre vengono istituiti voli diretti da Trapani, Roma, Milano, Bergamo, Verona e Bologna.

lunedì 28 marzo 2011

L'Isola di Linosa : I Video di Altre Mete Italia

Linosa: l'isola al Centro del Mediterraneo

Linosa è un'isola vulcanica, poggia su un fondale sabbioso ed ha iniziato la sua attività alla profondità di circa 1.000 m. E' costituita da quattro centri eruttivi: Monte Rosso, la vetta più alta, Monte Vulcano a sud-est, Monte Bandiera, ai cui piedi sorge il centro abitato, e Monte Nero che si apre sul mare, a Cala Pozzolana di Ponente. I fondali marini, incontaminati, appaiono ricchi di vita e non è difficile incontrare invertebrati dai colori smaglianti, ovature di nudibranchi delicate come trine di merletti, stelle marine rosse e porpora, oloturie, ofiuridi e ricci di varie specie.




sabato 26 marzo 2011

L’Isola del Giglio – Altre Mete Italia

 

Informazioni su l'Isola del Giglio:

L'Isola del Giglio - Italia  la Cartina Geografica

L’Isola del Giglio – La Cartina Geografica

 

L'Isola del Giglio si raggiunge mediante i traghetti (circa cinquanta minuti di navigazione) che partono quotidianamente da Porto Santo Stefano e garantiscono i collegamenti tutto l'anno. All'isola del Giglio più di ogni cosa si apprezzano le bellezze naturali. Un mare cristallino tra i più puliti in Italia, fondali con pareti e secche colorate da spugne e gorgonie, una costa estremamente varia con scogliere a picco sul versante di ponente e graniti lisci sul versante di levante, spiagge sabbiose, calette selvagge, antichi sentieri immersi in una natura ricchissima e panorami mozzafiato, rendono l'Isola del Giglio un vero gioiello della natura.
I centri abitati (che coprono solo il 10% dell'intero territorio) sono tre: Giglio Castello, Giglio Porto e Giglio Campese.
Il Porto è piccolo e pittoresco, nelle vie del centro abitato, numerosi sono i negozi, le botteghe artigianali, i bar e ristoranti con terrazze sul mare, che rendono coloratissimo questo scorcio dell'isola.
Il castello si trova sulla sommità dell'Isola del Giglio, 405 metri sul mare, è costituito da un nucleo abitato fortificato, con porta d'accesso e poderose mura che lo circondano completamente. Proprio dalle mura e dalle sue torri, potrete ammirare panorami di incredibile bellezza. All'interno delle mura, nel borgo, nulla pare essere mutato nei secoli; i vicoli, le piazzette, la chiesa e quant'altro vi daranno l'impressione di tornare indietro nel tempo in una suggestiva ed irreale atmosfera.
Il Campese infine è l'area nata più di recente all'Isola del Giglio, ed è a tutti gli effetti un insediamento turistico, che si sviluppa alle spalle della grande spiaggia di terra rossa, "sorvegliata" dai faraglioni sull'estremità a sud, e dalla torre medicea a nord. Non mancate infine di ammirare i tramonti, che da questa spiaggia sono un vero spettacolo.

Per informazioni sugli orari dei traghetti per l' Isola del Giglio contattate: Maregiglio tel: 0564 812920 / 0564 809309
Toremar tel: 0564 810803

Immagine dell'Isola del Giglio

isola del giglio

Giglio Porto, Isola del Giglio

Giglio Porto

Giglio Porto      

Unico Porto dell'isola, piccolo e pittoresco, dalle case multicolori ed il mare di una limpidezza impensabile per un porto riesce a conciliare, le esigenze commerciali con quelle turistiche.
Costruito per la prima volta dai Romani, rimase tale per circa 18 secoli, poi ampliato nel 1796, e nel 1979 in seguito ad una mareggiata eccezionale.

Sulla sua sinistra si trova la Torre del Saraceno costruita nel 1596 per volere di Ferdinando I di Toscana, e poco oltre, La Caletta del Saraceno, dove, a pelo d'acqua, si distinguono bene, le mura della cetaria per l'allevamento delle murene e parte dell'imponente Villa Romana (I-II sec.d.C.) dei Domizi Enobarbi, i cui resti sono stati, in passato, in gran parte inglobati nel centro abitato.

Giglio Castello

Giglio Castello, Isola del Giglio lenta

Giglio Castello    

Sede Municipale, sito a quota 405slm, è cinto da imponenti mura intervallate da tre torri a pianta circolare e sette a base rettangolare.
Eretto dai Pisani nel XII sec., più volte ampliato e restaurato dai Granduchi di Toscana, è a tutt'oggi pressocchè intatto nel suo interno. Le vie strette, spesso sormontate da archi, i balzuoli (scale esterne per accedere ai piani superiori), la Piazza XVIII

Novembre sulla quale domina la Rocca Aldobrandesca, imponente costruzione difensiva, fanno di Giglio Castello una meta suggestiva, dal fascino unico.
Da non dimenticare una visita alle numerose cantine dove viene prodotto e conservato il tipico, ambrato e robusto vino dell'Isola del Giglio, il vino Ansonaco.
Nella storica Piazza della Rocca, infine, vi segnaliamo la presenza dell'abitazione del famoso violinista Uto Ughi.


Braccio di San Mamiliano

La Chiesa di San Pietro Apostolo di Giglio Castello è stata costruita con tutta probalità nel XV secolo.
Al suo interno potrete ammirare un notevole numeri di reperti: un capitello corinzio del 22 sec. a. C. che sostiene l'acquasantiera, le due statue del settecento di San Mamiliano e di San Pietro, l'altare in marmo del XV sec., i reliquari dei Papi Urbano I e Urbano VIII, gli arredi sacri di Papa Innocenzo XIII, tre tele dei Nasini, il crocifisso d'avorio del XVI sec. attribuito al Giambologna, il reliquario del 1724 contenente l'ulna destra di San Mamiliano (vedi foto) ed esposte in una teca di vetro, si trovano due sciabole ed una pistala con intarsi pregiati abbandonate dai pirati durante l'ultimo attacco del 1799.


Giglio Campese

Spiaggia Giglio Campese, Isola del Giglio lenta

Giglio Campese  

Ultimo a nascere come centro abitato, costituisce, oggi, l'insediamento turistico più importante dell'Isola con la sua bella e ampia spiaggia sabbiosa. L'incantevole baia, è incorniciata dal Faraglione da un lato, e dall'imponente Torre medicea dall'altro.
La Torre di Campese fu costruita nel 1700 per controllare la pesca alla secca e fu in seguito utile per presidiare la baia del Campese dai frequenti attacchi dei pirati barbareschi. Originariamente era isolata sugli scogli, mentre attualmente è collegata alla terra da un piccolo ponte. Rappresentò la roccaforte difensiva dell'eroica cacciata dei tunisini nell'ultimo attacco barbaresco il 18 Novembre 1799.
I venti che spirano da sud, che qui giungono alle spalle, fanno, della baia di Campese, palestra ideale per amanti di surf e vela; mentre l'esposizione ad ovest ne fa teatro di stupendi tramonti.


Le Spiagge Arenella, Cannelle e Caldane

Spiaggia Arenella, Isola del Giglio lenta

Le altre Spiagge  

A solo 2 chilometri a sud del porto si trova la seconda spiaggia per estensione, la spiaggia Cannelle. Una spiaggia di sabbia bianca finissima e acque basse ne fanno un paradiso per i bambini.
La piccola spiaggia Caldane si trova due calette più al sud ed è raggiungibile solo a piedi, però la passeggiata di circa 20 minuti è davvero incantevole.
Al nord del Porto dista 5 kilometri si trova invece la terza spiaggia per estensione dell'isola, la spiaggia Arenella.
Le spiagge Arenella e Cannelle sono raggiungibile con la macchina mentre la spiaggia di Caldane solo a piedi. Una buona alternativa per arrivare dal Porto nelle spiagge o insenature vicine sono i barcaioli.

Isola del Giglio (GR)


Sul territorio dell'Isola del Giglio è presente una fitta rete di sentieri che raggiungono ogni luogo anche il più lontano e fuori mano. Anticamente queste vecchie mulattiere erano le uniche strade che i Gigliesi sia a piedi che a dorso di mulo usavano per spostarsi sull'isola e raggiungere i campi. Più avanti nel tempo gli stessi sono stati usati dai cacciatori per superare le fitte boscaglie e le profonde valli.
Quando è nata la provinciale prima di terra battuta e poi asfaltata una parte dei sentieri sono andati in disuso anche per l'abbandono delle culture nei posti più disagiati ma ai nostri tempi sono rimasti ancora parecchi percorsi che soprattutto i cacciatori tengono puliti per renderli transitabili. Una selezione di questi porta i turisti nei posti più belli dell'isola con camminate che non superano mai le quattro ore fra andata e ritorno con difficoltà minime o medie. E' facile unire fra loro anche i percorsi prendere diramazioni che ci portano in altri luoghi o prevedere un ritorno sfruttando il servizio di autobus di linea per ottimizzare gli sforzi. La sentieristica è curata pulita e resa sicura dai parecchi interventi che vengono fatti per rendere piacevole la scoperta dell'isola e dal territorio stesso.
Giglio Castello
Sede Municipale, sito a quota 405 s.l.m., è cinto da imponenti mura intervallate da tre torri a pianta circolare e da sette a base rettangolare. Eretto dai Pisani nel XII sec., più volte ampliato e restaurato dai Granduchi di Toscana, è a tutt'oggi pressochè intatto nel suo interno. Il Giglio Castello è in realtà un abitato fortificato e la porta di accesso è una struttura estremamente complessa che si presenta come un avancorpo con numerosi archi che permettevano il tiro incrociato di una fittissima schiera di arcieri. Sulla facciata interna dell'ultima delle tre porte vi è la targa in marmo raffigurante lo stemma dei Medici, che potenziarono il castello distrutto dai saraceni. Le imponenti mura Medicee furono edificate sulle rovine delle precedenti pisane del XI sec. All'interno del borgo, nella piazza sottostante la chiesa, si può ancora vedere la cisterna realizzata alla fine del '700 dai Medici per risolvere i problemi idrici. Le vie strette, spesso sormontate da archi, i balzuoli (scale esterne per accedere ai piani superiori), la Piazza XVIII Novembre sulla quale domina la Rocca Aldobrandesca, imponente struttura difensiva, fanno di Giglio Castello una meta suggestiva, dal fascino unico, oggi uno dei borghi medioevali meglio conservati ed originali in Italia. La Chiesa di San Pietro Apostolo è stata costruita con tutta probabilità nel XV secolo ed al suo interno si può ammirare un notevole numero di reperti: un capitello corinzio del II sec. a.C. che sostiene l'acquasantiera, le due statue del settecento di San Mamiliano e di San Pietro, l'altare di marmo del XV sec., i reliquari dei Papi Urbano I e Urbano VIII, gli arredi sacri di Papa Innocenzo XIII, le tre tele dei Nasini, il Crocifisso d'avorio del XVI sec. attribuito a Giambologna, il reliquario del 1724 contenente l'ulna destra di San Mamiliano ed esposte in una teca di vetro le due sciabole e d una pistola con intarsi pregiati abbandonate dai pirati durante l'ultimo attacco del 1799. Oggi, oltre alle numerosi botteghe e ristorantini caratteristici, si trovano ancora cantine dove viene prodotto e conservato il tipico, ambrato e robusto vino Ansonaco, vanto dei produttori isolani.
Giglio Porto
Unico porto dell'isola, piccolo e pittoresco, dalle case multicolori ed il mare di una limpidezza impensabile per una zona portuale, tanto che se ne vede benissimo il fondo per quanto è limpido, riesce a conciliare le esigenze commerciali con quelle turistiche. E' infatti scalo dei due grandi traghetti delle compagnie Toremar e Maregiglio che collegano l'isola con il promontorio dell'Argentario in un'ora anche d'inverno, e porticciolo turistico per barche anche grandi dimensioni. Nelle due ramificazioni, a destra e a sinistra, si snodano le due vie Thaon de Revel ed Umberto I, ricche di negozietti, botteghe artigianali, diving center, negozi alimentari, bar e ritrovi e tanti invitanti ristoranti con grandi piattaforme sul mare all'aperto. Di fronte parte la Provinciale che porta verso le altre località e alla parte posteriore del paese, dove si snodano numerosi pittoreschi vicoli con caratteristiche casette che sono dei piccoli gioielli. Il porto fu costruito per la prima volta dai Romani e rimase tale per circa diciotto secoli. Fu poi ampliato nel 1796 e nel 1979 in seguito ad una mareggiata eccezionale. Sulla sua sinistra si trova la Torre del Saraceno costruita nel 1596 per volere di Ferdinando I di Toscana con lo scopo di invogliare le famiglie di pescatori a tornare sull'isola dalla quale erano fuggiti a causa delle frequenti scorribande dei saraceni. Rimasta impressa nella memoria, fu sicuramente la scorreria condotta da Kair ad-Din detto Barbarossa che nel 1544 deportò come schiavi ben settecento gigliesi. Poco oltre appare la Caletta del Saraceno, dove a pelo d'acqua si distinguono bene le mura della cetaria per l'allevamento delle murene e parte dell'imponente Villa Romana (I-II sec. d.C.) dei Domizi Enobarbi, i cui resti sono stati in passato in gran parte inglobati nel centro abitato. Fuori a destra dal porto, venendo dal mare, si vede il promontorio del Lazzaretto dove sorge l'omonima Torre che fu costruita originariamente in forma ottagonale da Ferdinando II nel 1622 e delimitava un'area adibita appunto a lazzaretto per i periodi di epidemie. Nel corso del tempo è stat distrutta e ricostruita a più riprese fino al 1842 quando venne rieretta nella forma attuale. Oggi è una residenza estiva privata.

Giglio Campese
Ultimo a nascere come centro abitato, costituisce oggi l'insediamento turistico più importante dell'isola con la sua bella e ampia spiaggia sabbiosa. La posizione geografica rivolta verso l'isola di Montecristo, l'isola d'Elba e la Corsica, regala ai fortunati visitatori tramonti mozzafiato che nei periodi estivi si protraggono addirittura oltre le nove di sera, dando quindi a questa fantastica località ben sedici ore di luce solare. L'incantevole baia incontaminata è incorniciata dal Faraglione da un lato, e dall'imponente Torre medicea dall'altro. Quest'ultima fu costruita tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII sec. e mentre un tempo si ergeva completamente isolata sugli scogli, oggi è collegata alla terraferma da un piccolo ponte. La ragione della costruzione fu il presidio della baia di Campese dai frequenti attacchi dei pirati barbareschi e rappresentò la roccaforte difensiva dell'eroica cacciata dei tunisini nell'ultimo attacco barbaresco del 18 Novembre 1799. I venti che spirano da sud, che qui giungono alle spalle, fanno della baia una palestra ideale per gli amanti di surf e vela. Il lungomare oltre al nucleo storico e caratteristico delle case "dei trenini" scorre coronando la baia dove sono presenti sulla grande spiaggia numerose strutture turistiche ma anche molte case private. Nella collina immediatamente a ridosso invece è stata costruita di recente una zona residenziale di costruzioni immerse nel verde. Nella zona della vecchia miniera ci sono dei recidence direttamente sul mare e numerosi negozietti di ogni genere. Anche qui pullulano i diving center per i tanti appassionati subaquei che frequentano l'isola, e più specificatamente i fantastici fondali famosi anche all'estero. Recentemente l'Isola del Giglio è stata fregiata dal Ministero dell'Ambiente delle "cinque vele" che denotano questo mare fra i più puliti e incontaminati di Italia. E basta immergersi in queste acque per rendersi conto della trasparenza e limpidezza che ci fa ammirare il fondale dal pelo dell'acqua anche se è profondo parecchi metri come sanno i parecchi appassionati di snorkeling che raggiungono l'Isola del Giglio da ogni parte di Italia e del mondo.
Proloco Isola del Giglio
Via Provinciale, 9
58012 Giglio Porto (GR)
Tel. 0564-809400
http://www.isoladelgiglio.biz/

giovedì 24 marzo 2011

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