giovedì 21 aprile 2011

I Video Sulle Isole Salomone - Australia

Ed ecco finalmente i Video sulle Isole Salomone che si Trovano a 1200 Chilometri dalle Coste dell'Australia




Video Sulle isole salomone originale del 1974!..







mercoledì 20 aprile 2011

Isole Salomone – Polinesia


 

Scheda

Regioni: Choiseul (Lauru), Florida e le isole Russell , Guadalcanal, Malaita , Isole New Georgia , Renell e Bellona , San Cristobal , Isole Santa Cruz , Santa Isabel.
Monti principali: Mount Popomanaseu 2331 m.
Fiumi principali: -
Laghi principali: -

Isole principali: Guadalcanal 6470 Km², Santa Isabel 4662 Km², San Cristobal 4660 Km², Malaita 3885 Km², Nuova Georgia 3370 Km², Choiseul 2540 Km².
Capitale: HONIARA
Città: oltre ad Honiara, Aola Bay, Lofung, Noro, Viru Harbor, Yandina.
Popolazione: 460.000
Superficie: 28.369 Km2
Governo: Repubblica parlamentare.
Fuso orario: +10h rispetto all'Italia; +9h quando in Italia è in vigore l'ora legale.
Lingue: Pidgin melanesiano, Inglese (lingua ufficiale ma compresa solo dal 2% della popolazione) e 120 lingue indigene.
Religioni: Anglicana 45%, Cattolica 18%, Unita (Metodista/Presbiteriana) 12%, Battista 9%, Avventista del Settimo Giorno 7%, Altre confessioni protestanti 5%, Credenze indigene 4%.
Moneta: Dollaro delle isole Salomone (SBD)
Dominio internet: sb.
Prefisso dall'Italia: 00677
Prefisso per l'Italia: 0039
Voltaggio: 240V/50Hz; la presa è di tipo australiano.
Telefonia: la rete cellulare analogica è gestita dalla Solomon Telekom Company
Posizione geografica: Le isole Salomone costituiscono un arcipelago del Pacifico meridionale, ad est di Papua Nuova Guinea. Esse occupano una posizione strategica lungo le rotte tra il mar dei Coralli e l'oceano Pacifico meridionale.
Cartina Isole Tuvalu - Polinesia
Trovandosi l'arcipelago ai Tropici, le temperature medie sono costanti tutto l'anno (circa 30° all'ombra); la piovosità, invece, varia notevolemte e raggiunge il picco nella stagione dei monsoni, tra gennaio e aprile. In questo periodo si scatenano spesso anche cicloni. Il tasso di umidità nella stagione dei monsoni raggiunge addirittura il 90%, ma per gran parte dell'anno le isole sono battute dai gradevoli alisei di sud-est.
Costituito da 922 isole, le Salomone sorgono nel Pacifico, a est di Papua Nuova Guinea. Si tratta del terzo arcipelago della regione in termini di grandezza, composto da isole montuose ricoperte di foreste tropicali o completamente disboscate e da atolli corallini.
Dopo che le attività dello sfruttamento del legname (il principale prodotto d'esportazione delle Salomone) hanno completamente spogliato il 10% del territorio, il governo ha istituito una tassa di rimboschimento su ogni taglio effettuato. Oltre alle foreste pluviali, le Salomone sono ricche di palme da cocco, boscaglia e mangrovie. I mammiferi terrestri sono perlopiù di taglia piccola e innocui al contrario dei feroci cinghiali e dei topi, abbastanza grandi da incutere timore anche ai gatti. I rettili abbondano e il mare brulica di vita: qui vivono lucertole, serpenti, tartarughe e coccodrilli, così come incredibili pesci, tra cui squali e persino balene.
Nelle Salomone crescono oltre 4500 specie di piante, tra cui circa 230 varietà di orchidee. Gran parte della flora viene utilizzata per realizzare case, medicine e capi d'abbigliamento; occorre assolutamente evitare di toccare le grandi foglie venate di rosso di una pianta chiamata nalato, in quanto provoca infiammazioni e prurito.
CARATTERISTICHE FISICHE

Il mare delle isole Salomone è delimitato a ovest dal sud-est dell'isola della Nuova Guinea, a nord dall'isola della Nuova Britannia, a est dalle Isole Salomone e a sud dalle isole dell'Arcipelago Luisiade.
Il mare comunica a sud con il mar dei Coralli e a nord-ovest con il mare di Bismarck. Copre una superficie di circa 720.000 kmq ed è costituito dal bacino della Nuova Britannia a nord e dal bacino delle Salomone a sud. A settentrione raggiunge una profondità massima di 9140 metri nella Fossa della Nuova Britannia. Nella parte occidentale affiorano le isole D'Entrecasteaux.
La città principale che si affaccia sulle sue coste è Honiara, capitale delle Isole Salomone.
Le Isole Salomone, insieme ad altre isole melanesiane, furono colonizzate nel II e I millennio a.C. I primi abitanti dell'arcipelago furono dei gruppi di navigatori-mercanti provenienti dalle Isole Figi , che vi introdussero piante ed animali addomesticati.
Nella regione i commercianti diffusero un tipo di ceramica di tradizione "lapita" forse originaria delle Isole Molucche. Le popolazioni locali vissero nell'ambito di società tribali simili in tutto il Pacifico fino all'arrivo dei conquistatori inglesi durante le ultime esplorazioni avvenute alla fine del XIX secolo. Nel 1893 queste aree divennero Protettorato britannico e rimasero tali fino al 7 luglio 1978 quando fu proclamata l'indipendenza e fu adottato il nuovo stendardo nazionale in accordo con la Regina d'Inghilterra Elisabetta II.
Nel giugno del 1999, a seguito di alcuni disordini, il governo delle Salomone ha proclamato lo stato di emergenza. Le ostilità, causate soprattutto dal trasferimento di un gran numero di abitanti di Malaita nella vicina Guadalcanal, sono degenerate nel giugno del 2000 in un colpo di stato che a Honiara ha portato a scontri armati per le strade.
Tra la fine del 2002 e i primi giorni del 2003 il tifone Zoe ha colpito, con raffiche di vento che hanno superato i 300 km all'ora e onde altissime, le isole di Anuta, Fatata, Mota Lava e Tikopia. Vi sono stati ingenti danni alle case e alle coltivazioni ma gli abitanti, da sempre abituati ai tifoni, conoscono assai bene i lughi sicuri e qui si sono riparati.
I soccorritori, giunti in nave con personale medico e generi di prima necessità ad Anuta (che dalle riprese aeree risultava essere stata particolarmente colpita), hanno riscontrato che gli isolani avevano ancora scorte di acqua e di cibo per tre mesi. Il 20 gennaio 2003 le isole Salomone sono state interessate per un minuto da un terremoto di 7,2 gradi della scala Richter. Fortunatamente solo molto panico, ma nessun danno.
Come molte altre isole del Pacifico, la principale attrattiva delle Salomone è l'attività subacquea. Meravigliose barriere coralline e numerosi relitti risalenti all'ultima guerra fanno delle Salomone lo scenario ideale per gli appassionati di immersioni e di snorkelling. Per i subacquei più esperti, le isole rappresentano uno dei tre migliori posti del mondo, ma offrono anche soluzioni più accessibili per i principianti.
La temperatura dell'acqua all'interno dell'arcipelago è tra le più elevate del mondo e la visibilità è di norma buona anche a 30 m di profondità. Bisogna fare però attenzione ai tratti di mare tra una barriera e l'altra, essendo le correnti oceaniche molto forti; come è buona norma, se si desidera riportare qualcosa in superficie bisogna rispettare sempre le normative locali.
Le isole offrono una vasta gamma di attività che potrebbero tenervi impegnati per mesi: escursioni sulla terraferma, scalate di montagne e vulcani, nuoto, surf, pesca, raccolta di conchiglie, birdwatching, esplorazioni di grotte e mountain bike, gite in canoa, tutte opportunità che soddisfano anche il più incallito degli amanti dell'avventura.
A disposizione per qualsiasi tipo di attività appena citata, troverete qui una selezione di Tour Operator, a cui rivolgervi:
  • Destination Solomons Travel & Tours: P O Box 1350, Honiara.
    Solomon Islands Tel: (677) 23444
    Fax: (677) 23445

  • Tourism Solomon's Limited: P O Box 1472, Tandai Highway,
    Honiara tel: (677) 27772
    Fax: (677) 27904

  • Solomon Watersports Ltd: P O Box 144
    Gizo Island, Solomon Island
    www.solomonconnect.com
    tel: (677) 60646
    Fax: (677) 60647
EVENTI:
  • Gennaio:
    • 1-2 festa pubblica- Primo giorno dell’anno
  • Aprile:
    • Pasqua
  • Giugno:
    • 18 Compleanno della Regina
  • Dicembre:
    • 26 Giorno del Ringraziamento –festa pubblica
      Feste natalizie

Informazioni generali

Visti e passaporti: Passaporto: necessario, unito al biglietto di ritorno. Viene richiesto, inoltre, un attestato delle proprie disponibilità finanziarie. Qualora per arrivare nelle Isole Salomone sia necessario fare scalo negli Stati Uniti d’America (ad es. Hawaii) o in un’isola del Pacifico territorio statunitense (ad es. Guam, Samoa Americane, Isole Marianne ecc.)
É indispensabile avere uno dei seguenti passaporti:
a) passaporto a lettura ottica rilasciato entro il 26.10.2005, b) passaporto “con foto digitale” (ma solo se rilasciato entro il 25.10.2006). c) passaporto elettronico.
In tutti gli altri casi è indispensabile, anche per il semplice transito aeroportuale in territorio statunitense, munirsi di un visto d’ingresso da richiedere alle Autorità consolari degli Stati Uniti d’America prima della partenza dall’Italia.
Visto: non necessario fino a 90 gg. All’arrivo nel Paese vengono rilasciati permessi d'ingresso.
Vaccinazioni obbligatorie: nessuna.
Formalità valutarie: nessuna
Sicurezza Si consiglia la massima cautela in tutte le isole dell’arcipelago, in particolar modo nell’isola di North Malaita Le condizioni di sicurezza nella capitale Honiara e nel resto del paese sono assai precarie nonostante la presenza delle truppe australiane che sono intervenute per garantire l’ordine pubblico.
Oltre agli scontri etnici, sono frequenti casi di violenza ad opera di bande armate che operano nei centri urbani e nella capitale. Si registrano con frequenza casi di furti, rapine e violenza sessuale. In caso di problemi con le autorità locali di Polizia (stato di fermo o arresto) si consiglia di informare l’Ambasciata o il Consolato italiano presente nel Paese per la necessaria assistenza.
Situazione sanitaria L'assistenza medica è disponibile solo a Honiara e dintorni. L'accesso ai servizi medici è soprattutto problematico nelle zone più isolate dell'arcipelago. Nei casi più gravi è necessario il trasferimento del malato in Australia. Vi è il rischio di Epatite A, B e tifo; si consiglia la relativa profilassi. Durante la stagione delle piogge, in particolar modo, è consigliata, previo parere medico, la profilassi antimalarica. Avvertenze: Si consiglia di:
  • proteggersi dalle punture di insetti tramite l’uso di appositi prodotti repellenti;
  • bollire l’acqua prima di berla, non aggiungere ghiaccio nelle bevande ed evitare di mangiare carne cruda o non cotta bene;
  • portare con sé la documentazione relativa al proprio stato di salute;
  • stipulare, prima di intraprendere il viaggio, un’ assicurazione sanitaria che preveda, oltre alla copertura delle spese mediche, anche l’eventuale rimpatrio aereo sanitario o il trasferimento in altro Paese.

 

Trasporti

Rete stradale ordinaria
Esiste una rete stradale di 1.300 km di cui un terzo è caratterizzata da "arterie principali" ma solo le strade intorno alla capitale sono asfaltate. La guida è a sinistra.
Porti Vi sono collegamenti marittimi internazionali con Australia, Nuova Zelanda, Hong Kong, Singapore, Taiwan ed alcuni porti europei. Sviluppata la navigazione locale :oltre 100 imbarcazioni effettuano i collegamenti tra le isole.
Aeroporti Sono presenti due aeroporti internazionali e 25 aeroporti nazionali. I voli internazionali vengono garantiti dalle compagnie aeree Air Niugini, Air Nauru e Qantas, mentre i voli interni sono effettuati dalla Solomon Airlines, di proprietà statale.
Norme di guida Circolazione a sinistra, sorpasso a destra.


foto di Casey Mahaney
La diversità culturale delle Isole Salomone nasce dall'incontro nel corso dei secoli dei flussi migratori di popoli provenienti da ogni dove con la scarsa e relativamente isolata popolazione indigena. Le Isole Salomone, abitate da melanesiani, polinesiani, asiatici, micronesiani e da alcuni occidentali, vantano un eterogeneo patrimonio di tradizioni, unico in tutta l'area del Pacifico. Con antiche usanze ancora diffusamente praticate in centinaia di piccoli villaggi, la vita locale offre un premio spesso inatteso ai turisti. Nonostante secoli di sfruttamento e di prepotenze da parte dei 'visitatori' occidentali, gli abitanti delle Salomone sono di norma estremamente accoglienti e pronti ad aiutare tutti coloro che desiderano conoscere a fondo la loro terra. Dopo la loro scoperta da parte degli spagnoli, le 922 isole dell'arcipelago vennero dimenticate per secoli. Un viaggio alle Salomone costituisce ancora oggi una vera avventura, ma, una volta giunti alla meta, la magnificenza del luogo è in grado di ricompensare anche l'esploratore più spossato. Coloro che intendono compiere un viaggio alle Salomone per ammirare le straordinarie bellezze naturali delle isole non rimarranno delusi; l'arcipelago ha una fama meritata ed è considerato uno dei tre migliori luoghi del mondo per gli appassionati di immersioni subacquee, snorkelling e pesca. Nonostante il lungo e spesso sanguinoso passato, il principale interesse storico delle isole ha a che fare con il loro ruolo di punto strategico nel Pacifico durante la Seconda guerra mondiale. Le acque dell'Iron Bottom Sound sono ancora lì a testimoniare la ferocia e il potere distruttivo della guerra.
Il periodo più ospitale, in termini di calore, umidità e rischio cicloni, è la seconda metà dell'anno, caratterizzata da leggere brezze e acque calme. Per fortuna, da giugno ad agosto si concentrano le vacanze e le principali feste pubbliche. Sette delle nove province del paese organizzano le loro feste annuali proprio in questo periodo; i festeggiamenti per il Compleanno della Regina e per l'Indipendenza - le migliori occasioni per assistere alle danze tradizionali - cadono rispettivamente in giugno e luglio.

Feste e manifestazioni

Se fate base a Honiara, o anche solo se intendete visitarla, sappiate che la capitale ospita alcuni grandi eventi a cui vale la pena di assistere. Per il Giorno di Pentecoste, l'ottavo lunedì dopo Pasqua, sono previste feste e parate di ex combattenti. Il secondo venerdì di giugno si celebra il Compleanno della Regina, con tanto di parate (questa volta della polizia), eventi sportivi e danze tradizionali. Il 7 luglio si festeggia la Giornata dell'Indipendenza, la ricorrenza principale del paese; ancora una volta a farla da padrone sono le parate (è il turno dei militari), gli eventi sportivi e le danze. Ogni provincia festeggia una propria ricorrenza, che per i turisti costituisce un'ulteriore occasione per assistere a cerimonie e danze tradizionali. In marzo a Santa Catalina si tiene la Festa del tubero dello yam, mentre verso la fine di maggio sono previste finte battaglie tra clan e, nell'ambito di una festa chiamata Wogasia, si tengono cerimonie nuziali che si protraggono per un'intera settimana.
Arcipelago formato da 922 isole, le Salomone sorgono nel Pacifico occidentale, a est di Papua Nuova Guinea. Si tratta del terzo arcipelago della regione in termini di grandezza, composto da isole montuose ricoperte di foreste tropicali oppure completamente disboscate e da atolli corallini appena affioranti. Secondo una stima del 2002 la popolazione delle isole è di 494.786 abitanti sparsi su un terzo dell'arcipelago. Dopo che le attività dello sfruttamento del legname (il principale prodotto d'esportazione delle Salomone) hanno completamente spogliato il 10% del territorio, il governo ha istituito una 'tassa di rimboschimento' su ogni taglio effettuato. Sebbene solo una parte di queste entrate siano state effettivamente utilizzate allo scopo, i proprietari terrieri stanno cominciando a comprendere che abbattere le foreste non è sempre il modo migliore per sfruttare le risorse locali. Oltre alle foreste pluviali, le Salomone sono ricche di palme da cocco, boscaglia e mangrovie. I mammiferi terrestri sono perlopiù di taglia piccola e innocui (ma fate attenzione ai feroci cinghiali e ai topi, abbastanza grandi da incutere timore anche ai gatti). I rettili abbondano e il mare brulica di vita: qui vivono lucertole, serpenti, tartarughe e coccodrilli, così come incredibili pesci, tra cui squali e persino dugonghi e balene. Nelle Salomone crescono oltre 4500 specie di piante, tra cui circa 230 varietà di orchidee. Gran parte della flora viene utilizzata per realizzare case, medicine e capi d'abbigliamento; occorre assolutamente evitare di toccare le grandi foglie venate di rosso di una pianta chiamata nalato: essa provoca infiammazioni e prurito.
Gli oggetti artigianali delle Salomone sono pregiati per i motivi tradizionali e decorativi. L'arte della scultura è viva su tutte le isole: dalle scodelle rituali della provincia di Makira/Ulawa ai souvenir in miniatura a forma di canoa della Provincia Occidentale, e delle isole Malaita, Ulawa, Santa Ana e Nggela. Lo strumento musicale più diffuso delle Salomone è il flauto di bambù, realizzato nelle fogge più diverse e suonato sia come accompagnamento sia come strumento solista. Colpendo la canna di bambù con una cinghia di gomma è possibile riprodurre una gamma di suoni che va dal pizzicato dell'ukulele a quello del contrabbasso. 'Kastom' (costumi) è il termine utilizzato per designare il patrimonio religioso tradizionale e la proprietà terriera. Nonostante la netta predominanza di cristiani osservanti, le pratiche tradizionali sono tuttora molto diffuse, soprattutto tra il 75% della popolazione locale che vive nei villaggi. Danze, canti e racconti che hanno come tema il passato del paese sono comuni: si tratta di espressioni culturali che celebrano la guerra, la caccia, il mondo naturale o il raccolto agricolo. Alcuni abitanti, inoltre, credono in certe forme di magia; molto diffusa la credenza nella reincarnazione dei defunti nel corpo di squali, uccelli o rettili. L'animale in questione assume una certa sacralità per un determinato periodo di tempo, e quindi mangiarne le carni è tabù (vietato). Sembra che gli antenati amino reincarnarsi soprattutto negli squali. La vita dei villaggi è colma di tabù. Sarebbe impossibile descriverli tutti, ma facendo attenzione riuscirete a evitare situazioni imbarazzanti. Il termine tabù significa 'sacro' o 'santo', ma anche 'vietato': è quindi necessario un certo grado di sensibilità. Vale la pena di ricordare che i diritti di proprietà sono molto importanti: non è detto che un albero da frutto o un fiore sul ciglio della strada siano proprietà pubbliche, mentre potrebbero appartenere a qualcuno. Per molti abitanti dell'arcipelago il reddito personale dipende molto dalle coltivazioni; quindi chi coglie un frutto destinato alla vendita è tenuto a pagarlo. Il modo di abbigliarsi (o di spogliarsi) varia enormemente, ma per i turisti è consigliabile rimanere completamente vestiti. In molte zone è assolutamente sconveniente che le donne superino in altezza gli uomini, e comunque questi devono evitare di porsi deliberatamente al di sotto delle donne. Gli uomini per esempio non dovrebbero mai nuotare sotto la canoa di una donna: in caso acadesse bisognerebbe distruggere l'imbarcazione e pagare una multa. In molti villaggi uomini e donne non possono lavarsi nello stesso luogo. Come in molte altre culture, i tabù si sono sviluppati per stabilire regole morali e proteggere la comunità, e non per punire i profani. Se inavvertitamente infrangete un qualche tabù, verrete di certo perdonati per ignoranza.

Temotu

L'appartata provincia di Temotu, la più orientale delle Salomone, è composta da alcune isole praticamente ignorate dalla vita moderna, su cui sorgono vulcani attivi e in cui la moneta nei rapporti commerciali è costituita da penne rosse, una delle valute più inconsuete del mondo.

Nusambaruku

Sull'isola di Gizo, nella Provincia Occidentale, sorge Nusambaruku, esempio perfetto di villaggio tradizionale isolato. Il centro abitato (composto perlopiù da palafitte sull'oceano) è visibile da Gizo, la principale cittadina dell'isola e il secondo centro delle Salomone in ordine di grandezza. Il villaggio è raggiungibile seguendo un breve sentiero, ma è più veloce ed emozionante compiere il tragitto di 1km in canoa. Prima di attraccare chiedete il permesso agli abitanti del villaggio e dite loro che desiderate solo dare un'occhiata al posto. Poco più in là, lungo la costa, sorge il villaggio di pescatori di Malaita, i cui abitanti provengono dall'omonima isola. Si tratta di una magnifica opportunità per osservare due diverse culture che convivono a così poca distanza l'una dall'altra. Gizo si trova a circa 370 km da Honiara; il volo costa circa US$55.

Isole Occidentali e Anarvon

Raggiungerle è una scommessa, ma questo gruppo di oltre 100 isole della provincia di Isabel dà vita a una delle più affascinanti reti di canali navigabili della regione. Su queste isole non esistono insediamenti permanenti (alcune si trovano appena al di sopra del livello del mare), ma l'intera regione è di certo la più pescosa del paese e, inoltre, ospita il più vasto terreno di cova del mondo della tartaruga embricata, una specie protetta. Nel 1995 è stata creata una riserva marina gestita dalla comunità: sono molto graditi i visitatori che seguono le guide nel regolare giro di perlustrazione delle tartarughe. Il personale è anche in grado di procurarvi l'alloggio. La canoa, in partenza dall'isola Wagina nella provincia di Choiseul, è il mezzo migliore per visitare le isole. L'arcipelago si trova a 280 km da Honiara.

Isole Laulasi e Busu

Gli squali sono sacri in molte zone delle Salomone, ma mai quanto a Laulasi e a Busu, due isole a circa 16 km da Auki, nella provincia di Malaita. Ritenuti la reincarnazione degli avi, gli squali vengono considerati con rispetto totemico. La pratica dello 'shark calling' è l'antica arte di radunare gli squali in acque basse e dar loro da mangiare con le mani. Il suono di due pietre battute sott'acqua l'una contro l'altra richiama gli squali nelle aree dove l'acqua è alta solo 30 cm; qui si trova un ragazzo che con le mani offre pezzi di carne di maiale, a partire dallo squalo più piccolo e via via fino a quello più grande e anziano. Il ragazzo poi sale sul dorso dell'animale più anziano che fa un giro intorno alla laguna prima di depositare l'ospite nel punto di partenza. L'abitudine di nutrire gli squali con le mani è cessata negli anni '70, ma il resto di questo incredibile rituale ancora sopravvive. Poiché la carne proviene da maiali neri, il nero e il rosso (del sangue) sono colori tabù a Laulasi e a Busu: ogni turista che visita le isole non dovrebbe mai dimenticarsene. Auki si trova a meno di 100 km da Honiara. Da Auki è possibile prendere un camion fino a Talakali dove, tranne la domenica, potrete noleggiare una canoa per raggiungere le isole.




Il Terzo Video di Altre Mete : Ostuni e la Puglia del Salento

Ancora un Video per Voi , Realizzato con le Foto delle Mie vacanze nel Salento del 2010!..


venerdì 15 aprile 2011

Altre Mete e Travelavenue.it : una Collaborazione Riuscita!

Salve a Tutti!..Scrivo Questo Articolo per ringraziare gli Amici di Travelavenue.it il Grande Portale del turismo Italiano  che ha Deciso di Assegnare al Mio Blog il Premio di "Favorite Blog 2011" come Potete Vedere dal Logo che Espongo già da Diversi giorni sul Mio Blog!. Da pochi giorni invece , potrete Trovare anche su Travelavenue.it gli Articoli Migliori del Mio Blog , corredati dalle Ottime Schede descrittive realizzate dagli Amici di Travelavenue!. Ringrazio Daniela Karacaci e Tutti gli Operatori di Questo Grande portale del Turismo con il Quale il Mio Blog ha Stretto un'Importante Collaborazione!. Visitate il Portale di Travelavenue.it è Veramente molto Completo : Centinaia di Alberghi , centinaia di Destinazioni e Articoli di moltissimi Blogger di Viaggi come Mè sono pubblicati su di Esso!. Travelavenue funziona come una "Guida di Viaggio" e Cerca di Dare ai Viaggiatori le Informazioni Utili che Stanno Cercando!..e Questo , in realtà , è Proprio Quello che stò Cercando di Fare anch'io con Altre Mete! per Cui Altre Mete e Travelavenue , collaborano per Far Meglio Riuscire , le Vostre "Insolite Vacanze" e  Lavorano Insieme per Scovare per Voi , i Posti più Belli del Mondo!. Dopodichè Ringrazio i Miei Lettori , per il Sostegno che mi Stanno Dando , che ha permesso ad Altre Mete di Diventare Forte e di Collaborare con i Grandi del Turismo!. A Breve potrebbe Partire un'Altra Importante Collaborazione Fra Altre Mete ed Emozione 3 , che potete già Trovare con i Suoi Banner sul Mio Blog , ma che presto Approderà anche sul Sito , e che non sarà più Presente Soltanto coi Banner Pubblicitari ma Collaborerà Attivamente con Altre Mete!..e io sarò Presto in Grado di Proporvi dell'Esclusivo Materiale su Questa Azienda che stà in Queste Ore , definendo un Importante Rapporto di Collaborazione con il Mio Blog!. Ma naturalmente Leggerete tutto in un Mio Prossimo Articolo!. Nel Frattempo Vi Lascio il Link per Visitare il Portale di Travelavenue.it e Ricordatevi che se il Mio Blog  vi Piace potete mettervi Come Follower Seguendo le Semplici Istruzioni che trovate sul Blog Stesso!.

giovedì 14 aprile 2011

Altre Mete Italia - Gli Acquedotti della reggia di Caserta


I siti UNESCO di Caserta: 

I ponti della Valle di Maddaloni

Il video Sull'Acquedotto Carolino ed un Possibile Tour in Motocicletta in Basilicata



L'Acquedotto Carolino : il Video in Italiano



e l'Acquedotto Carolino 

Questo articolo descrive la storia, gli aneddoti e le particolarità dell'Acquedotto Carolino,
un ardito capolavoro di ingegneria e stile, protetto dall'Unesco come patrimonio dell'umanità,
che impreziosisce l'offerta artistica e turistica della nostra provincia.

Vista aerea dell'Acquedotto Carolino - foto di Pietro Farina
L’acquedotto carolino
La costruzione di un acquedotto, che portasse l’acqua dalle sorgenti del Fizzo
alle vie d’acqua del Palazzo Reale di Caserta, fu uno straordinario successo tecnico
che diede ulteriore fama all’architetto Luigi Vanvitelli che riuscì così a smentire
tanti uomini di scienza che avevano teorizzato che mai l’acqua del Fizzo sarebbe giunta a Caserta.
I calcoli di Vanvitelli e dei suoi collaboratori e l’abilità delle maestranze avevano consentito
di superare tutte le difficoltà, particolarmente quella di riuscire a dare al condotto una
pendenza media di solo mezzo millimetro per metro di percorso.
L’acquedotto portò acqua a sant’Agata dei Goti; a san Leucio ed ai mulini; alle vasche,
alle fontane, alle peschiere, ai giardini e agli impianti idrici dell’intera reggia e della città di Caserta,
oltre a servire all’irrigazione dei campi casertani, all’abbeveraggio del bestiame,
ai pastifici. Immessa infine nell’acquedotto Carmignano, arricchì la portata
di questo acquedotto che portava l’acqua a Napoli.

Camminata attraverso gli archi dell'acquedotto - foto di Piero Farina
La storia
Fra il 1753 ed il 1755, fu compiuto il primo tronco dell’acquedotto dalle sorgenti del Fizzo,
poste alle falde del Taburno, al monte Ciesco, superando una palude, il fiume Enza,
con un ponte, e la collina del Prato, dove fu trovata un’altra sorgente.
Fra il 1755 ed il 1762, fu forato il monte Croce, dove le maestranze si trovarono
in tali difficoltà da decidere di sospendere i lavori in segno di protesta per i pericoli 
connessi al duro scavo. E il Vanvitelli dovette rimuovere anche questo ostacolo.
Seguì la perforazione dei monti Castrone, Acquavivola, Sagrestia, Fiero, Fano, Durazzano.
Nel 1755 si giunse alla foratura del monte Longano, da cui Vanvitelli decise
di raggiungere il monte Garzano mediante la costruzione di un ponte che superasse
la grande vallata fra i due monti. Quel ponte, detto i Ponti della Valle,
con i suoi 529 metri di lunghezza, fu il ponte più lungo d'Europa, all'epoca, e
- con triplici arcate in numero di. 19; 29, 43 dal basso verso l’alto - ricalca quelli romani
ma li supera in grandiosità.
Si forò quindi il monte Garzano con tre anni di duro lavoro e usando la polvere da sparo.
Nel 1759 Carlo di Borbone inaugurò questo primo blocco di lavori.
Nel 1762, l’acquedotto funzionava in pieno fino all'imbocco del traforo del monte Garzano. 
L’inaugurazione di questo tratto ebbe momenti drammatici perché l’acqua ritardò
a raggiungere la fine della condotta tra lo scetticismo di molti, il disagio del giovane
Ferdinando IV e il panico di Vanvitelli. Finalmente l’acqua arrivò tra gli applausi
della folla ed il re, raggiante, abbracciò Vanvitelli e lo gratificò di 1000 ducati.

L'acquedotto alimenta le cascate e vasche della Reggia - foto E. Di Donato
L'acqua fu poi portata a Caserta, attraverso le frazioni di Casola, Tuoro, 
Santa Barbara. Tutto fu fatto fra il 1764 ed il 1769.
Il capolavoro edilizio dell'acquedotto fu l'orgoglio di Vanvitelli
e delle maestranze che avevano lavorato sotto la guida tecnica di Francesco Collecini
e del Patturelli. L'acqua, che aveva superato in quattro ore l'intero percorso
dal Tabumo a Caserta, zampillò finalmente dalla collina di Briano, alimentando
le numerose cascate del parco della reggia, a salutare la vittoria della fatica umana
e la giovinezza della nuova regina di Napoli, Maria Carolina, di cui l'acquedotto di Luigi Vanvitelli
ricordava il nome.
Circa un secolo dopo, i Ponti della Valle divennero famosi per lo scontro delle forze Garibaldine
comandate da Nino Bixio con le truppe di Francesco II. Un ossario fu costruito
per commemorare i garibaldini periti nella battaglia e ricordare l’evento.

L'ossario dei garibaldini, particolare - foto L. Di Donato
Visita dei Ponti della Valle
La parte del condotto Carolino che costituisce i Ponti della Valle è annoverata
tra le più importanti opere d’arte del mondo e costituisce
l’elemento più spettacolare dell’intero condotto. Quel ponte, con i suoi 529 metri di lunghezza,
come abbiamo già detto, fu il ponte più lungo d'Europa, all'epoca, e con le sue triplici arcate
ben proporzionate testimonia nei secoli il genio di Vanvitelli. I 44 piloni della parte superiore
sono a pianta quadrata e terminano con una strada larga quasi due metri racchiusa da due spalliere.
I passaggi interni sopra ciascun ordine formano gallerie luminose utili al controllo del sistema.
L’intonaco rosso sui mattoni creano fasce decise ed armoniose sul grigio del tufo.

L'acquedotto, visto dal monte Garzano, sembra sparire nella nebbia - Foto di piero Farina
L’opera è godibile in qualsiasi ora del giorno ed anche di sera tarda se c’è la luna piena. 
Se si sale il monte Garzano (basta seguire le indicazioni per il santuario
di san Michele Arcangelo), subito si passa l’arcata che porta le grandi lapidi commemorative
della costruzione dell’acquedotto. Poi, a mezza costa del monte, si passa sotto
un’arcata dell’ultimo livello degli archi del condotto.
Da lì la veduta dei Ponti della Valle mozza il fiato. Si può notare da qui anche
la bianca costruzione dell’Ossario dei garibaldini. Questa costruzione
è sulla destra della strada, per chi proviene da Maddaloni.

Vista Serale dei Ponti della Valle
Curiosità e informazioni
Nei giorni festivi e col bel tempo, è invalso l’uso di fare pic-nic e scampagnate
tra la mole dei ponti e l’Ossario dei garibaldini. Non è infrequente, perciò,
trovare nel posto venditori vari ed anche quelli che vendono ‘o pede e ‘o musso,
gustoso affettato del piede e del muso di vitello condito con sale e limone,
il tutto in un ecologico foglio di carta oleata. Si mangia con le mani. Non ve lo fate scappare!
Come raggiungere i Ponti della valle
Da Caserta Sud seguire per circa 8 km la Statale 265 per Maddaloni, Valle di Maddaloni.

Curiosità

La Protesta dei lavoratori
Duecentocinquanta anni fa la sospensione dei lavori del tunnel del monte Croce,
minacciata dai lavoratori, fu scongiurata dalla vedova di un operaio morto sul lavoro.
Essa, silenziosa e vestita a lutto, con la sola presenza sul posto di lavoro del marito 
riuscì a riportare la calma tra i lavoratori ed a farli decidere di portare a termine
quel lavoro per il quale il loro compagno aveva dato la vita.
La battaglia dei Ponti della Valle
Garibaldi assegnò a Nino Bixio, al comando di 5600 uomini e una manciata di cannoni,
la difesa di Maddaloni e Caserta, su cui puntava il generale von Melckel con i suoi bavaresi
per prendere alle spalle le forze garibaldine schierate sul Volturno e/o puntare su Napoli.
Essenziale era sbarrare quindi il passo a von Melcken proveniente da Dugenta.
Perno della linea difensiva di Bixio furono proprio i Ponti della Valle,
nella stretta valle tra i monti Longano e Garzano. Dopo un iniziale successo dei borbonici,
Bixio riesce a rompere il centro e la destra dei borbonici con furiosi attacchi alla baionetta
e li costringe, battuti, a ritornare a Dugenta. E anche lì fu vittoria per i Garibaldini.

L'ossario dei garibaldini - foto L. Di Donato
Link e Informazioni
Ente Provinciale per il Turismo 
tel.0823 322233 / 0823 550011 
fax 0823 326300
Ufficio Info tel.0823 321137 
fax 0823 355877 
Ringraziamenti
Grazie a Piero Farina e Marisa Fogliarini, autori del documentario
"L'acqua che viene da lontano", per la concessione di alcune immagini.

lunedì 11 aprile 2011

Questo Nuovo Post è Molto importante perchè è Dedicato al Mio Primo Video su Altre Mete!..

A Tutti i Miei Lettori e A Tutte le Persone che mi hanno Dato Sostegno!..Altre Mete non si Ferma Mai! : e Questo Video è Per Voi!..

E Grande Novità!..Ho Preparato Già un Secondo Video! : su Stromboli e Sulla Sicilia!..






sabato 9 aprile 2011

La Turchia degli Scavi Archeologici e L'Isola di Bazcaada: i Video

Video in Italiano sugli Scavi Archeologici di Troia

Video in Italiano su Hierapolis l'Antica città Greca nei Pressi di Troia

Le Cascate Naturali Termali di Pamukkale - nei Pressi degli Scavi di Troia - Turchia

Pamukkale e gli Scavi Archeologici di Hierapolis - Turchia


Isola di Bazcaada - Turchia

Arrivo All'Isola di Bazcaada col Traghetto e visita dell?isola

Isola Di Bazcaada - il Video Professionale

venerdì 8 aprile 2011

L'Isola Gioiello di Bozcaada - Turchia

Bozcaada
Nessuna Urbanizzazione Selvaggia rovina il Paesaggio e la bellezza di Bozcaada, salvata da un piano regolatore rigido, che concede pochi permessi e per case di 80 metri quadri al massimo a un piano, fedeli all’architettura tradizionale. L’antica Tenedo cantata da Omero è celebre nella poesia epica perché durante la guerra di Troia i Greci vi ritirarono la flotta, per far credere ai nemici di aver abbandonato l’assedio, inducendoli così ad accogliere entro le mura il fatale cavallo di legno.
Il porto dell'isola
Il porto dell'isola
È una delle poche isole della Turchia: dopo la sconfitta nella Prima guerra mondiale, l’Impero ottomano fu privato di quasi tutte le isole nell’Egeo e nel Mediterraneo. Domina il porto la spettacolare fortezza ottomana sulla punta del capo che precipita in mare, racchiusa tra le mura possenti erette da Solimano il Magnifico. Nel piccolo museo si conservano anfore e capitelli corinzi recuperati nelle acque dei Dardanelli. Si ormeggia presso la gettata di cemento, rifugio dei caicchi da pesca. Ma Bozcaada è un piccolo paradiso soprattutto per le spiagge: le più spettacolari sono lungo la costa meridionale. Di sabbia e sassi come l’Ayana, affacciate su acque dai riflessi caraibici come Ayazma dominata dal monastero greco, attrezzate con Sdraio e ombrelloni come Habbele. Ancora più affascinante la solitaria caletta di Ariana, circa 30 minuti a piedi dal villaggio. Attorno al porto, si affacciano alberghi in Stile e Ristoranti riforniti ogni giorno dalle barche da pesca. Il più suggestivo è Marti Restaurant Café, che ha pochi tavolini in riva al mare, sullo sfondo della fortezza illuminata di Notte. Protagonista dei piatti e dell’infinità di mezé, gli antipasti, il pesce, dai calamari ai branzini. Salkum, facciata affrescata con grappoli d’uva in una vecchia stradina, offre piatti locali. Sul porticciolo, Sehir serve pesce ai tavolini in riva al mare. Lo stile dell’isola si ritrova negli hotel di charme, antiche dimore ristrutturate. Come il Kaikias, insospettabile in un’isola sperduta, affrescato con scene tratte dalla mitologia greca. Volte, letti a baldacchino, pezzi di antiquariato, una collezione di libri antichi di storia della Chiesa ortodossa. E copie di gioielli troiani, venduti come souvenir.
Il Marti Restaurant Café
Il Marti Restaurant Café
Era la vecchia scuola del paese, invece, l’hotel Ege, dall’aria vecchia, su un giardino dove si fa colazione. In una Stradina lastricata in pietra, una casa fine Ottocento dalla facciata azzurro polvere ospita il Rengigul Konukevi, un po’ troppo zeppo di oggetti e decori (quadri di famiglia, bambole, cappelli, lettere d’epoca, kilim, ricami), qualche caduta di gusto nei tessuti, ma un lussureggiante giardino con grandi tavoli per il breakfast, ottimo. La padrona è proprietaria anche di una galleria d’arte. Ma il posto più romantico è sull’incantevole Aquarium Bay. Purché si accetti di dormire in stanze Spartane alla luce di lanterne e candele. In cambio l’Akvaryum Pansyon, sei camere in un Edificio bianco con persiane blu, proprietà di un istruttore di diving e di una biologa marina, unica costruzione della zona, offre l’impagabile piacere di una baia solitaria; e passeggiate alle grotte, bagni nelle piscine naturali color turchese, a pochi metri, immersioni in fondali ricchissimi. 


Situata vicino all'ingresso dello Stretto dei Dardanelli, è una piccola isola anche nota come Tenedos. Chiamata "the windy island", l'isola ventosa perchè di giorno è perennemente sferzata dai venti che calano appena il sole tramonta.
Il paesino principale, dove attracca in traghetto, ospita una bellissima fortezza veneziana ed offre numerosi e caratteristici ristorantini di pesce. Il mare è ovunque azzurro e limpido. L'isola è famosa anche per l'ottima produzione di Vino fra cui il Cabernet.

Volete vedere una Turchia diversa, completamente fuori dai tour turistici? Quella per intenderci fatta di sacco sulle spalle, scarpe comode, un bel cappello in testa per ripararsi dal sole (se si è in estate), la bottiglie dell’acqua sempre appresso e magari un paio di pani da riempire con doner-kebap? L’occasione buona, allora, è quella di visitare due isole, non lontane le une dalle altre, le uniche che la Turchia possiede dal momento che –dopo la sconfitta nella I° Guerra Mondiale – l’Impero ottomano – fu privato di tutta la cosiddetta <piattaforma continentale> tanto nel Mar Egeo che in quello Mediterraneo. Si chiamamo Gokçeada e Bozcaada e fronteggiano i Dardanelli. Dal punto di vista storico-culturale c’è ben poco da ammirare ma a supplire questa mancanza è la natura rimasta incontaminata. Questo perché fino al 1987 le isole in questione erano off-limits in quanto sotto controllo militare. Poi, da quell’anno la revoca, anche se tuttora occorre sempre il rilascio di una specie di nullaosta per imbarcarsi, da Kanakkale e da Odunluk, rispettivamente alla volta delle antiche Imbros e Tenedos. Cominciamo Da Gokçeade.E’ l’isola più grande misurando 13 km da nord a sud e circa 30 km da est a ovest. Come scrive <Edt- Lonely Planet>, durante il conflitto del ’15-18 fu una importante base della campagna di Gallipoli in quanto il comandante degli Alleati, generale Ian Halmilton, si era stanziato con i suoi uomini nel villaggio di Aydincik, un tempo chiamato Kefalos. Ad abitare a Gokçeada – dove secondo Omero Poseidone aveva nascosto le sue mitiche scuderie – sono appena 7.000 anime che vivono di pesca e coltivando quel poco che di fertile si può utilizzare. Qui è tutto selvaggio, a cominciare dai villaggi molti dei quali abbandonati. La gente è cordialissima tanto che sembra di tornare indietro nel tempo. Nessuna malizia nei volti di uomini e donne che conducono una vita patriarcale senza stimoli affaristici. Per girare l’isola, dato che i dolmus sono piuttosto scarsi, conviene affittare una macchina o una motocicletta e puntare subito in direzione delle belle spiagge di Kalekoy e di Ugurlu oppure spingersi ancora più in là per ammirare il selvaggio di zone ancor meno conosciute come Kapikaya, Kokina e Yuvali. Riporta <Edt- Lonely Planet>: "Sui fianchi delle colline che sovrastano la valle centrale dell’isola sorgono i Villaggi greci di Zeytinli, Tepekoy e Durekoy, tutti costruiti in questa posizione per proteggere gli abitanti dalle incursioni e dai saccheggi dei pirati. Oggi molte case abbandonate stanno cadendo in rovina e le chiese hanno mantenuto un certo fascino e possiedono caffetterie dove può essere interessante fermarsi un po’. Il tratto di costa tra Kuzu Limani e Kalekoy è stato dichiarato <Parco marino>, quindi è zona protetta". Ai primi di luglio Gokceada fa da suggestivo sfondo alla <Festa delle uova> (Yumurta Panayiri). E’ una ricorrenza greca. Non va dimenticato, infatti, che fino ai primi anni settanta l’isola era ancora abitata dai greci che preferirono poi andarsene via dopo lo scoppio dei contrasti tra Ankara ed Atene per la questione di Cipro. In occasione della festa ogni anno sono molti i greci che ritornano sull’isola. Non vi manca mai il metropolita ortodosso di Istanbul. L’isola di Bozcaada si trova più a sud, quasi di fronte a Kumburum, al largo della costa della Triade. Si chiamava Tenedos. E’ celebre nella poesia epica greca perché durante la guerra di Troia i Greci vi ritirarono la flotta, allo scopo di far credere ai Troiani di aver abbandonato l’assedio e di essere sulla via del ritorno verso la Grecia, inducendoli così ad accogliere entro le mura della città il celebre cavallo di legno. Il nome Tenedos viene da Tenes, figlio di Cicno e di Prolea e fratello di Emitea. Era stato amato dalla seconda moglie di suo padre, Filonome: vedendosi respinta, questa non esitò a denunciarlo a Cicno. Il padre allora chiuse Tenes e la sorella di lui in una cesta e gettò entrambi in mare; trasportata dai flutti, la cesta fu alla fine abbandonata sulle rive dell’isola di Lucofride, i cui abitanti, dopo aver salvato Tenes, lo elessero a proprio re. Da allora l’isola, dal suo nome, venne chiamata Tenedos. Bozcaada è più piccola di Gokçeada e mostra una maggiore vivacità grazie ai produttivi vigneti che danno uno dei migliori vini di Turchia (Ataol, Talay e Yunatçillar). Si gira a piedi lungo il perimetro dell’isola fra falesie bianche o ci si può accontentare di distendersi sulla bella spiaggia di Ayazma dove si trovano diversi caffè e un monastero greco, a circa 5 km dal porto, sulla costa meridionale. Ancora più affascinante la solitaria caletta di Ariana, circa 30 minuti a piedi più lontano. Famosa per i suoi soldati, Bozcaada ha come unico sito turistico una enorme fortezza. 




l’isola del Cabernet

 

Bozcaada mare 620x351 TURCHIA Bozcaada, lisola del Cabernet
Turchia: il mare di Bozcaada

Raggiungere Bozcaada quando il buio l’ha già abbracciata, è il momento migliore per innamorarsene. Le luci che provengono dal piccolo porto e dalla fortezza la incorniciano rendendola ancora più misteriosa. Il traghetto che parte da Yükyeri İskelesi, circa 60 chilometri a sud-ovest di Çanakkale, va atteso al porto dove si fanno anche i biglietti. Non si sa a che ora possa partire, bisogna aspettare pazienti e fiduciosi. La piccola isola dalla forma triangolare un tempo era conosciuta come Tenedos, in onore di Tene, che la governò al tempo della guerra di Troia e che venne ucciso da Achille. Successivamente, nel periodo ottomano, i veneziani attribuirono all’isola un’importanza strategica tale da ripopolarla e costruirvi un’imponente fortezza. Colei che ancora

fortezza veneziana 300x225 TURCHIA Bozcaada, lisola del Cabernet

Turchia. Bozcaada: la fortezza veneziana
oggi, grazie alle sue perfette condizioni, dà il benvenuto al viaggiatore. L’unico paese dell’isola è Bozcaada o Kale (castello). Piccolo e grazioso, assomiglia moltissimo ad uno dei tipici paesi greci, poco distanti in linea d’aria. Allegre taverne dove degustare pesce fresco, colorati locali per fare la tipica ed abbondante colazione turca, mercatini serali per curiosare e fare qualche acquisto. Non è un luogo facile da raggiungere, anche per chi si muove in auto come me, tuttavia è un piccolo paradiso, lontano dalle affollate spiagge della costa turchese. Bianche spiagge e mare ceruleo sono disturbate, solo nelle ore diurne però, da un forte vento che soffia durante tutto l’anno. La prima volta che ci andai venni avvicinata, mentre ero al porto in attesa del traghetto, da un signore piuttosto meravigliato di vedere uno straniero e che sulla macchina esibiva un curioso adesivo “Life is a Cabernet”. Mi raccontò che l’isola era più che altro meta balneare per gli abitanti di Istanbul e luogo d’interesse per i sommelier, che ogni anno a giugno vi si recano per degustare la nuova produzione del rinomato Cabernet. Nonostante siano da sempre state coltivate le viti, per lungo
Bozcaada tramonto 300x225 TURCHIA Bozcaada, lisola del Cabernet
Turchia. Tramonto a Bozcaada

tempo i turchi non si sono occupati di vino per le regole religiose cui si attengono. Nella prima metà del 1900, però, iniziarono ad  interessarsi alla viticultura, tra gli anni ‘60 ed ‘80 questa tradizione crebbe e sull’isola si potevano contare tredici produttori. Quella della viticoltura è un’arte che viene insegnata fin da piccoli e, virtualmente, non c’è nessun adulto che non sia in grado di attuarla. La regola fondamentale da seguire, dicono qui, è quella di prendersi cura delle viti lungo tutto l’anno. I ceppi che germogliano a primavera e si trasformano in fiori delicati, gli acini che maturano sotto il caldo sole estivo, il profumo dei grappoli ormai raccolti in ceste durante la vendemmia che si diffonde per le strade, fino ad ottenere un vino corposo dal gusto rotondo. Piacevole da bere non solo per il suo buon sapore ma perché è parte dell’isola stessa, i cui abitanti amano ogni grappolo d’uva come fosse parte di un prezioso tesoro.

Isola Di Bozcaada - Turchia - La cartina Geografica

Vacanze in Turchia nella Zona degli Scavi della città di Troia

Troia, la città di Omero sulla costa Egea della Turchia


Troia è una città che conta più di 4.000 anni di storia, ed conosciuta come un importante centro di antiche civiltà. Per molti anni si ritenne che la città fosse una semplice leggenda e fosse stata solo menzionata in racconti epici come quelli di Omero, ritenuti privi di un fondamento di realtà. Quando nel 1872 l’archeologo Heinrich Schliemann annunciò la scoperta dei resti della città di Omero il mondo fu pervaso da un brivido di eccitazione.

Troia (Truva in turco) è situata nella provincia Hisarlik, non distante da Canakkale sullo stretto dei Dardanelli, dove è possibile visitare i resti di una grande città del passato. Per raggiungere Troia si devono percorrere i 30 km che la separano da Canakkale seguendo la stada Izmir-Canakkale-Yolu in direzione sud. Presso il villaggio di Gokcali si lascia la strada principale in direzione ovest e si raggiungono gli scavi di Troia, situati tra i villaggi di Ciplak, Kalafat e Tevfikiye. 



Il periodo migliore per visitare gli scavi di troia è la fine della primavera e l’autunno, quando le temperature non ancora torride consentono di passeggiare tra gli scavi senza soffrire per il gran caldo. Le massime in luglio ed agosto raggiungono di media i 30 °C con minime tra i 18-20 °C, mentre il periodo più piovoso è quello compreso tra novembre e marzo, con gennaio che rappresenta il mese più fresco con massime in genere comprese tra gli 8 e i 10 °C-


Cosa si può vedere a Troia?
Il metodo poco ortodosso di scavo dello Schliemann, pur provocando danni ebbe il merito di scoprire che Troia fosse composta da almeno 9 città diverse, che si sono succedute tra rovine e rinascite in un percorso lunghissimo ed affascinante. Certo l’archeologo Tedesco fece una importantissima scoperta, ma la limpidezza della sua opera rimane macchiata dal furto del celebre tesoro di Priamo, che Heinrich Schliemann scoprì l’ultimo giorno della sua campagna archeologica e che trafugò in Germania.


Troia appare nella letteratura greca e latina. Omero la menziona per la prima volta nella storia all’interno delle sue grandi operr, l’Iliade e l’Odissea. Ileum è infatti in nome latino di Troia, che viene poi ripreso da Virgilio che nella sua Eneide racconta della distruzione di Troia e delle fuga di Enea, figlio di Priamo, unico sopravvissuto della famiglia di Priamo e fondatore della civiltà romana. Il racconto dell’inganno di Ulisse con il cavallo di legno che scardine le difese della città è diventato una metafora universale dell’astuzia e della furbizia dell’uomo.




Ciò che invece gli scavi raccontano, è che Troia, durante l’età del bronzo, ebbe un grande potere a causa della sua posizione strategica al confine tra Europa e Asia. Le rovine di Troia furono trovaei prima di Charles McLaren nel 1822 ma ad Heinrich Schliemann va i lmerito di avere attribuito la giusta corrispondenza dei resti alla mitica città di Omero.
Alla fine gli scavi hanno identificato nove livelli di Troia:


• I livello che risale al 3000 a.C. ed è un villaggio neolitico, con abitazioni dalla struttura elementare
• II livello è compreso tra il 2500 e 2000 a.C. ed è una piccola città con mura contraddistinte da enormi porte, e con un megaron (palazzo reale). Schliemann credeva fosse la città distrutta dagli Achei
• III - IV - V livelli sono databili tra il (2000 e il1500 a.C.): tre villaggi distrutti ognuno poco tempo dopo la loro fondazione
• VI livello corrisponde al periodo 1500 - 1250 a.C.: ed è una vasta città a topografia ellittica, disposta su terrazze giustapposte, con mura imponenti, assemblate da enormi blocchi di pietra levigati e squadrati, dotate di porte e torri. Fu forse distrutta da un terremoto.
• Il VII livello (1250 - 1200 a.C. ): segna la rinascita della città precedente, ma anche una repentina distruzione: le tracce di un incendio fanno attribuire a questa città la corrispondente della Troia di Omero
• VIII livello (VII secolo a.C.): una semplice colonia greca , senza fortificazioni
• IX livello (dall'età romana al IV secolo): corrisponde a costruzioni romane costruite sulla cima spianata della collina.


Il sito attuale è visitabile a pagamento, con orario che va dalle 8 del mattino alle 5 del pomeriggio. All’interno degli scavi un enorme cavallo di legno cattura l’attenzione dei turisti, e se non siete davvero appassionati di archeologia è forse questa l’attrazione che più vi colpirà della visita del sito, assieme alle possenti mura che testimoniano della grandezza, effimera, della città.


Yenikoy : Cittadina turca sul Mare nei Pressi degli Scavi di Troia

Ancora Yenikoy in una Cartolina D'Epoca

Cittadina di Yali - Turchia
Yali Turchia - nei Pressi degli Scavi di Troia

Yali - Turchia - La Spiaggia
Yali - la Spiaggia - Ottima Base per Visitare gli Scavi Archeologici
Yali - le particolari Costruzioni in Legno






Yenikoy - la Zona Povera della Città
Yenikoy - Turchia - La Chiesa




Il Link di Google Maps/Turchia per Rendervi conto delle Distanze

 Il Sito di informazioni a Cura Dell' Ambasciata Turca - Completamente in Italiano
Pagina Web Per I Pernottamenti a Yenikoy


Iskanderun












 


Storia precristiana:

La città di Iskenderun sembra che si debba identificare con Alessandria ad Issum, città fenicia di Miriandro. A circa 37 km da essa, nella piana d'Isso, Alessandro Magno riportò una famosa vittoria contro Dario III (333 a.C.). La battaglia che contrappose l'esercito macedone alla «grande armata» persiana, fu vinta grazie alla solidità della fanteria macedone ed all'intelligente impiego della cavalleria da parte di Alessandro. A seguito della vittoria ottenuta questi fondò nuovamente la città dandole il proprio nome: Alessandria ad Issum o Scabiosa (montagnosa). Nell'intenzione del rè macedone, essa — a motivo della sua posizione favorevole — doveva attirare il commercio delle grandi carovane della Mesopotamia. Tuttavia la scelta successiva dei Seleucidi di rendere capitale del loro regno Antiochia e come porto di essa Seleucia Pieria, ridussero l'importanza di Alessandria.
Prima di partire per la guerra contro i Giudei, conclusasi con l'espugnazione di Gerusalemme (70 d.C.), l'imperatore Tito venne qui per assumere il comando di due legioni che lo attendevano.
I primordi del cristianesimo in città
In questa città si eresse un episcopato ma abbiamo a disposizione solo il nome di pochi vescovi. Nella Cronaca di Dionigi di Telmahar si trova la menzione di un ignoto vescovo di Alexandria parva (piccola Alessandria), vissuto attorno al 200. Nel III secolo d.C. la città viene distrutta dai Persiani. Significativo il fatto che il primo vescovo conosciuto, Esichio di Alessandria Minore, compaia nella lista dei 9 vescovi di Cilicia presenti al concilio di Nicea (325). Questo numero, congiunto alle testimonianze d'un episcopato di campagna (corepiscopato), relativamente diffuso, portano a concludere che nella regione il cristianesimo, già agli inizi del IV secolo, dovette trovare una notevole espansione. Ancora alla seconda metà del VI secolo la Chiesa di Alessandretta risulta inclusa nella provincia della Cilicia Seconda. Il nome di Ìskenderun, con il quale attualmente viene denominata, risale all'epoca della conquista da parte degli arabi, avvenuta nel VII secolo. Agli inizi del X secolo, però, la diocesi non esiste più suppur tuttavia il cristianesimo continua ad vivere nella città, seppur sembra avere Antiochia come centro di riferimento. Non dobbiamo poi scordare che dalla fine dell'XI secolo a quella del XIII la città si trova sotto il Principato Crociato di Antiochia. In questà città fino all'annessione alla Turchia si trovavano insieme diverse delle confessioni cristiane: cattolici, ortodossi, siriani, armeni, protestanti ecc. Basta vedere le numerose chiese e scuole cristiane che vi erano in città alla pagina "cristiani".
La rinascita civile e cristiana della città nel XIX secolo

 
Il XIX secolo fu un rigogliere di chiese e scuole cristiane che venivano costruite nella città a mano a mano che andava crescendo il numero dei cristiani. La loro presenza vide però un brutto calo con la Prima Guerra Mondiale.(la storia di questi edifici si può leggere in dettaglio nelle altre pagine).
Coll'annessione alla Turchia (1939) venne fatto chiudere subito il Colleggio dei Fratelli delle Scuole Cristiane e trasformato in scuola statale.
 
Si è notato che questi credenti portano delle maschere speciali quando sono in aereo o in autubus ermeticamente chiuse. Questo perché l'aria che esce dai polmoni di un non credente non sfiorerà i polmoni di un "Credente" che viaggia con lui. Lo stesso per le trasfusioni di sangue utilizzano il sangue donato da un Credente. I rilievi scientifici quali l'Rh+ o Rh- non sono assolutamente validi ne necessari in questi casi. La fede è la loro protezione. Alessandretta oggi conta circai 200.000 abitanti.

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giovedì 21 aprile 2011

I Video Sulle Isole Salomone - Australia

Ed ecco finalmente i Video sulle Isole Salomone che si Trovano a 1200 Chilometri dalle Coste dell'Australia




Video Sulle isole salomone originale del 1974!..







mercoledì 20 aprile 2011

Isole Salomone – Polinesia


 

Scheda

Regioni: Choiseul (Lauru), Florida e le isole Russell , Guadalcanal, Malaita , Isole New Georgia , Renell e Bellona , San Cristobal , Isole Santa Cruz , Santa Isabel.
Monti principali: Mount Popomanaseu 2331 m.
Fiumi principali: -
Laghi principali: -

Isole principali: Guadalcanal 6470 Km², Santa Isabel 4662 Km², San Cristobal 4660 Km², Malaita 3885 Km², Nuova Georgia 3370 Km², Choiseul 2540 Km².
Capitale: HONIARA
Città: oltre ad Honiara, Aola Bay, Lofung, Noro, Viru Harbor, Yandina.
Popolazione: 460.000
Superficie: 28.369 Km2
Governo: Repubblica parlamentare.
Fuso orario: +10h rispetto all'Italia; +9h quando in Italia è in vigore l'ora legale.
Lingue: Pidgin melanesiano, Inglese (lingua ufficiale ma compresa solo dal 2% della popolazione) e 120 lingue indigene.
Religioni: Anglicana 45%, Cattolica 18%, Unita (Metodista/Presbiteriana) 12%, Battista 9%, Avventista del Settimo Giorno 7%, Altre confessioni protestanti 5%, Credenze indigene 4%.
Moneta: Dollaro delle isole Salomone (SBD)
Dominio internet: sb.
Prefisso dall'Italia: 00677
Prefisso per l'Italia: 0039
Voltaggio: 240V/50Hz; la presa è di tipo australiano.
Telefonia: la rete cellulare analogica è gestita dalla Solomon Telekom Company
Posizione geografica: Le isole Salomone costituiscono un arcipelago del Pacifico meridionale, ad est di Papua Nuova Guinea. Esse occupano una posizione strategica lungo le rotte tra il mar dei Coralli e l'oceano Pacifico meridionale.
Cartina Isole Tuvalu - Polinesia
Trovandosi l'arcipelago ai Tropici, le temperature medie sono costanti tutto l'anno (circa 30° all'ombra); la piovosità, invece, varia notevolemte e raggiunge il picco nella stagione dei monsoni, tra gennaio e aprile. In questo periodo si scatenano spesso anche cicloni. Il tasso di umidità nella stagione dei monsoni raggiunge addirittura il 90%, ma per gran parte dell'anno le isole sono battute dai gradevoli alisei di sud-est.
Costituito da 922 isole, le Salomone sorgono nel Pacifico, a est di Papua Nuova Guinea. Si tratta del terzo arcipelago della regione in termini di grandezza, composto da isole montuose ricoperte di foreste tropicali o completamente disboscate e da atolli corallini.
Dopo che le attività dello sfruttamento del legname (il principale prodotto d'esportazione delle Salomone) hanno completamente spogliato il 10% del territorio, il governo ha istituito una tassa di rimboschimento su ogni taglio effettuato. Oltre alle foreste pluviali, le Salomone sono ricche di palme da cocco, boscaglia e mangrovie. I mammiferi terrestri sono perlopiù di taglia piccola e innocui al contrario dei feroci cinghiali e dei topi, abbastanza grandi da incutere timore anche ai gatti. I rettili abbondano e il mare brulica di vita: qui vivono lucertole, serpenti, tartarughe e coccodrilli, così come incredibili pesci, tra cui squali e persino balene.
Nelle Salomone crescono oltre 4500 specie di piante, tra cui circa 230 varietà di orchidee. Gran parte della flora viene utilizzata per realizzare case, medicine e capi d'abbigliamento; occorre assolutamente evitare di toccare le grandi foglie venate di rosso di una pianta chiamata nalato, in quanto provoca infiammazioni e prurito.
CARATTERISTICHE FISICHE

Il mare delle isole Salomone è delimitato a ovest dal sud-est dell'isola della Nuova Guinea, a nord dall'isola della Nuova Britannia, a est dalle Isole Salomone e a sud dalle isole dell'Arcipelago Luisiade.
Il mare comunica a sud con il mar dei Coralli e a nord-ovest con il mare di Bismarck. Copre una superficie di circa 720.000 kmq ed è costituito dal bacino della Nuova Britannia a nord e dal bacino delle Salomone a sud. A settentrione raggiunge una profondità massima di 9140 metri nella Fossa della Nuova Britannia. Nella parte occidentale affiorano le isole D'Entrecasteaux.
La città principale che si affaccia sulle sue coste è Honiara, capitale delle Isole Salomone.
Le Isole Salomone, insieme ad altre isole melanesiane, furono colonizzate nel II e I millennio a.C. I primi abitanti dell'arcipelago furono dei gruppi di navigatori-mercanti provenienti dalle Isole Figi , che vi introdussero piante ed animali addomesticati.
Nella regione i commercianti diffusero un tipo di ceramica di tradizione "lapita" forse originaria delle Isole Molucche. Le popolazioni locali vissero nell'ambito di società tribali simili in tutto il Pacifico fino all'arrivo dei conquistatori inglesi durante le ultime esplorazioni avvenute alla fine del XIX secolo. Nel 1893 queste aree divennero Protettorato britannico e rimasero tali fino al 7 luglio 1978 quando fu proclamata l'indipendenza e fu adottato il nuovo stendardo nazionale in accordo con la Regina d'Inghilterra Elisabetta II.
Nel giugno del 1999, a seguito di alcuni disordini, il governo delle Salomone ha proclamato lo stato di emergenza. Le ostilità, causate soprattutto dal trasferimento di un gran numero di abitanti di Malaita nella vicina Guadalcanal, sono degenerate nel giugno del 2000 in un colpo di stato che a Honiara ha portato a scontri armati per le strade.
Tra la fine del 2002 e i primi giorni del 2003 il tifone Zoe ha colpito, con raffiche di vento che hanno superato i 300 km all'ora e onde altissime, le isole di Anuta, Fatata, Mota Lava e Tikopia. Vi sono stati ingenti danni alle case e alle coltivazioni ma gli abitanti, da sempre abituati ai tifoni, conoscono assai bene i lughi sicuri e qui si sono riparati.
I soccorritori, giunti in nave con personale medico e generi di prima necessità ad Anuta (che dalle riprese aeree risultava essere stata particolarmente colpita), hanno riscontrato che gli isolani avevano ancora scorte di acqua e di cibo per tre mesi. Il 20 gennaio 2003 le isole Salomone sono state interessate per un minuto da un terremoto di 7,2 gradi della scala Richter. Fortunatamente solo molto panico, ma nessun danno.
Come molte altre isole del Pacifico, la principale attrattiva delle Salomone è l'attività subacquea. Meravigliose barriere coralline e numerosi relitti risalenti all'ultima guerra fanno delle Salomone lo scenario ideale per gli appassionati di immersioni e di snorkelling. Per i subacquei più esperti, le isole rappresentano uno dei tre migliori posti del mondo, ma offrono anche soluzioni più accessibili per i principianti.
La temperatura dell'acqua all'interno dell'arcipelago è tra le più elevate del mondo e la visibilità è di norma buona anche a 30 m di profondità. Bisogna fare però attenzione ai tratti di mare tra una barriera e l'altra, essendo le correnti oceaniche molto forti; come è buona norma, se si desidera riportare qualcosa in superficie bisogna rispettare sempre le normative locali.
Le isole offrono una vasta gamma di attività che potrebbero tenervi impegnati per mesi: escursioni sulla terraferma, scalate di montagne e vulcani, nuoto, surf, pesca, raccolta di conchiglie, birdwatching, esplorazioni di grotte e mountain bike, gite in canoa, tutte opportunità che soddisfano anche il più incallito degli amanti dell'avventura.
A disposizione per qualsiasi tipo di attività appena citata, troverete qui una selezione di Tour Operator, a cui rivolgervi:
  • Destination Solomons Travel & Tours: P O Box 1350, Honiara.
    Solomon Islands Tel: (677) 23444
    Fax: (677) 23445

  • Tourism Solomon's Limited: P O Box 1472, Tandai Highway,
    Honiara tel: (677) 27772
    Fax: (677) 27904

  • Solomon Watersports Ltd: P O Box 144
    Gizo Island, Solomon Island
    www.solomonconnect.com
    tel: (677) 60646
    Fax: (677) 60647
EVENTI:
  • Gennaio:
    • 1-2 festa pubblica- Primo giorno dell’anno
  • Aprile:
    • Pasqua
  • Giugno:
    • 18 Compleanno della Regina
  • Dicembre:
    • 26 Giorno del Ringraziamento –festa pubblica
      Feste natalizie

Informazioni generali

Visti e passaporti: Passaporto: necessario, unito al biglietto di ritorno. Viene richiesto, inoltre, un attestato delle proprie disponibilità finanziarie. Qualora per arrivare nelle Isole Salomone sia necessario fare scalo negli Stati Uniti d’America (ad es. Hawaii) o in un’isola del Pacifico territorio statunitense (ad es. Guam, Samoa Americane, Isole Marianne ecc.)
É indispensabile avere uno dei seguenti passaporti:
a) passaporto a lettura ottica rilasciato entro il 26.10.2005, b) passaporto “con foto digitale” (ma solo se rilasciato entro il 25.10.2006). c) passaporto elettronico.
In tutti gli altri casi è indispensabile, anche per il semplice transito aeroportuale in territorio statunitense, munirsi di un visto d’ingresso da richiedere alle Autorità consolari degli Stati Uniti d’America prima della partenza dall’Italia.
Visto: non necessario fino a 90 gg. All’arrivo nel Paese vengono rilasciati permessi d'ingresso.
Vaccinazioni obbligatorie: nessuna.
Formalità valutarie: nessuna
Sicurezza Si consiglia la massima cautela in tutte le isole dell’arcipelago, in particolar modo nell’isola di North Malaita Le condizioni di sicurezza nella capitale Honiara e nel resto del paese sono assai precarie nonostante la presenza delle truppe australiane che sono intervenute per garantire l’ordine pubblico.
Oltre agli scontri etnici, sono frequenti casi di violenza ad opera di bande armate che operano nei centri urbani e nella capitale. Si registrano con frequenza casi di furti, rapine e violenza sessuale. In caso di problemi con le autorità locali di Polizia (stato di fermo o arresto) si consiglia di informare l’Ambasciata o il Consolato italiano presente nel Paese per la necessaria assistenza.
Situazione sanitaria L'assistenza medica è disponibile solo a Honiara e dintorni. L'accesso ai servizi medici è soprattutto problematico nelle zone più isolate dell'arcipelago. Nei casi più gravi è necessario il trasferimento del malato in Australia. Vi è il rischio di Epatite A, B e tifo; si consiglia la relativa profilassi. Durante la stagione delle piogge, in particolar modo, è consigliata, previo parere medico, la profilassi antimalarica. Avvertenze: Si consiglia di:
  • proteggersi dalle punture di insetti tramite l’uso di appositi prodotti repellenti;
  • bollire l’acqua prima di berla, non aggiungere ghiaccio nelle bevande ed evitare di mangiare carne cruda o non cotta bene;
  • portare con sé la documentazione relativa al proprio stato di salute;
  • stipulare, prima di intraprendere il viaggio, un’ assicurazione sanitaria che preveda, oltre alla copertura delle spese mediche, anche l’eventuale rimpatrio aereo sanitario o il trasferimento in altro Paese.

 

Trasporti

Rete stradale ordinaria
Esiste una rete stradale di 1.300 km di cui un terzo è caratterizzata da "arterie principali" ma solo le strade intorno alla capitale sono asfaltate. La guida è a sinistra.
Porti Vi sono collegamenti marittimi internazionali con Australia, Nuova Zelanda, Hong Kong, Singapore, Taiwan ed alcuni porti europei. Sviluppata la navigazione locale :oltre 100 imbarcazioni effettuano i collegamenti tra le isole.
Aeroporti Sono presenti due aeroporti internazionali e 25 aeroporti nazionali. I voli internazionali vengono garantiti dalle compagnie aeree Air Niugini, Air Nauru e Qantas, mentre i voli interni sono effettuati dalla Solomon Airlines, di proprietà statale.
Norme di guida Circolazione a sinistra, sorpasso a destra.


foto di Casey Mahaney
La diversità culturale delle Isole Salomone nasce dall'incontro nel corso dei secoli dei flussi migratori di popoli provenienti da ogni dove con la scarsa e relativamente isolata popolazione indigena. Le Isole Salomone, abitate da melanesiani, polinesiani, asiatici, micronesiani e da alcuni occidentali, vantano un eterogeneo patrimonio di tradizioni, unico in tutta l'area del Pacifico. Con antiche usanze ancora diffusamente praticate in centinaia di piccoli villaggi, la vita locale offre un premio spesso inatteso ai turisti. Nonostante secoli di sfruttamento e di prepotenze da parte dei 'visitatori' occidentali, gli abitanti delle Salomone sono di norma estremamente accoglienti e pronti ad aiutare tutti coloro che desiderano conoscere a fondo la loro terra. Dopo la loro scoperta da parte degli spagnoli, le 922 isole dell'arcipelago vennero dimenticate per secoli. Un viaggio alle Salomone costituisce ancora oggi una vera avventura, ma, una volta giunti alla meta, la magnificenza del luogo è in grado di ricompensare anche l'esploratore più spossato. Coloro che intendono compiere un viaggio alle Salomone per ammirare le straordinarie bellezze naturali delle isole non rimarranno delusi; l'arcipelago ha una fama meritata ed è considerato uno dei tre migliori luoghi del mondo per gli appassionati di immersioni subacquee, snorkelling e pesca. Nonostante il lungo e spesso sanguinoso passato, il principale interesse storico delle isole ha a che fare con il loro ruolo di punto strategico nel Pacifico durante la Seconda guerra mondiale. Le acque dell'Iron Bottom Sound sono ancora lì a testimoniare la ferocia e il potere distruttivo della guerra.
Il periodo più ospitale, in termini di calore, umidità e rischio cicloni, è la seconda metà dell'anno, caratterizzata da leggere brezze e acque calme. Per fortuna, da giugno ad agosto si concentrano le vacanze e le principali feste pubbliche. Sette delle nove province del paese organizzano le loro feste annuali proprio in questo periodo; i festeggiamenti per il Compleanno della Regina e per l'Indipendenza - le migliori occasioni per assistere alle danze tradizionali - cadono rispettivamente in giugno e luglio.

Feste e manifestazioni

Se fate base a Honiara, o anche solo se intendete visitarla, sappiate che la capitale ospita alcuni grandi eventi a cui vale la pena di assistere. Per il Giorno di Pentecoste, l'ottavo lunedì dopo Pasqua, sono previste feste e parate di ex combattenti. Il secondo venerdì di giugno si celebra il Compleanno della Regina, con tanto di parate (questa volta della polizia), eventi sportivi e danze tradizionali. Il 7 luglio si festeggia la Giornata dell'Indipendenza, la ricorrenza principale del paese; ancora una volta a farla da padrone sono le parate (è il turno dei militari), gli eventi sportivi e le danze. Ogni provincia festeggia una propria ricorrenza, che per i turisti costituisce un'ulteriore occasione per assistere a cerimonie e danze tradizionali. In marzo a Santa Catalina si tiene la Festa del tubero dello yam, mentre verso la fine di maggio sono previste finte battaglie tra clan e, nell'ambito di una festa chiamata Wogasia, si tengono cerimonie nuziali che si protraggono per un'intera settimana.
Arcipelago formato da 922 isole, le Salomone sorgono nel Pacifico occidentale, a est di Papua Nuova Guinea. Si tratta del terzo arcipelago della regione in termini di grandezza, composto da isole montuose ricoperte di foreste tropicali oppure completamente disboscate e da atolli corallini appena affioranti. Secondo una stima del 2002 la popolazione delle isole è di 494.786 abitanti sparsi su un terzo dell'arcipelago. Dopo che le attività dello sfruttamento del legname (il principale prodotto d'esportazione delle Salomone) hanno completamente spogliato il 10% del territorio, il governo ha istituito una 'tassa di rimboschimento' su ogni taglio effettuato. Sebbene solo una parte di queste entrate siano state effettivamente utilizzate allo scopo, i proprietari terrieri stanno cominciando a comprendere che abbattere le foreste non è sempre il modo migliore per sfruttare le risorse locali. Oltre alle foreste pluviali, le Salomone sono ricche di palme da cocco, boscaglia e mangrovie. I mammiferi terrestri sono perlopiù di taglia piccola e innocui (ma fate attenzione ai feroci cinghiali e ai topi, abbastanza grandi da incutere timore anche ai gatti). I rettili abbondano e il mare brulica di vita: qui vivono lucertole, serpenti, tartarughe e coccodrilli, così come incredibili pesci, tra cui squali e persino dugonghi e balene. Nelle Salomone crescono oltre 4500 specie di piante, tra cui circa 230 varietà di orchidee. Gran parte della flora viene utilizzata per realizzare case, medicine e capi d'abbigliamento; occorre assolutamente evitare di toccare le grandi foglie venate di rosso di una pianta chiamata nalato: essa provoca infiammazioni e prurito.
Gli oggetti artigianali delle Salomone sono pregiati per i motivi tradizionali e decorativi. L'arte della scultura è viva su tutte le isole: dalle scodelle rituali della provincia di Makira/Ulawa ai souvenir in miniatura a forma di canoa della Provincia Occidentale, e delle isole Malaita, Ulawa, Santa Ana e Nggela. Lo strumento musicale più diffuso delle Salomone è il flauto di bambù, realizzato nelle fogge più diverse e suonato sia come accompagnamento sia come strumento solista. Colpendo la canna di bambù con una cinghia di gomma è possibile riprodurre una gamma di suoni che va dal pizzicato dell'ukulele a quello del contrabbasso. 'Kastom' (costumi) è il termine utilizzato per designare il patrimonio religioso tradizionale e la proprietà terriera. Nonostante la netta predominanza di cristiani osservanti, le pratiche tradizionali sono tuttora molto diffuse, soprattutto tra il 75% della popolazione locale che vive nei villaggi. Danze, canti e racconti che hanno come tema il passato del paese sono comuni: si tratta di espressioni culturali che celebrano la guerra, la caccia, il mondo naturale o il raccolto agricolo. Alcuni abitanti, inoltre, credono in certe forme di magia; molto diffusa la credenza nella reincarnazione dei defunti nel corpo di squali, uccelli o rettili. L'animale in questione assume una certa sacralità per un determinato periodo di tempo, e quindi mangiarne le carni è tabù (vietato). Sembra che gli antenati amino reincarnarsi soprattutto negli squali. La vita dei villaggi è colma di tabù. Sarebbe impossibile descriverli tutti, ma facendo attenzione riuscirete a evitare situazioni imbarazzanti. Il termine tabù significa 'sacro' o 'santo', ma anche 'vietato': è quindi necessario un certo grado di sensibilità. Vale la pena di ricordare che i diritti di proprietà sono molto importanti: non è detto che un albero da frutto o un fiore sul ciglio della strada siano proprietà pubbliche, mentre potrebbero appartenere a qualcuno. Per molti abitanti dell'arcipelago il reddito personale dipende molto dalle coltivazioni; quindi chi coglie un frutto destinato alla vendita è tenuto a pagarlo. Il modo di abbigliarsi (o di spogliarsi) varia enormemente, ma per i turisti è consigliabile rimanere completamente vestiti. In molte zone è assolutamente sconveniente che le donne superino in altezza gli uomini, e comunque questi devono evitare di porsi deliberatamente al di sotto delle donne. Gli uomini per esempio non dovrebbero mai nuotare sotto la canoa di una donna: in caso acadesse bisognerebbe distruggere l'imbarcazione e pagare una multa. In molti villaggi uomini e donne non possono lavarsi nello stesso luogo. Come in molte altre culture, i tabù si sono sviluppati per stabilire regole morali e proteggere la comunità, e non per punire i profani. Se inavvertitamente infrangete un qualche tabù, verrete di certo perdonati per ignoranza.

Temotu

L'appartata provincia di Temotu, la più orientale delle Salomone, è composta da alcune isole praticamente ignorate dalla vita moderna, su cui sorgono vulcani attivi e in cui la moneta nei rapporti commerciali è costituita da penne rosse, una delle valute più inconsuete del mondo.

Nusambaruku

Sull'isola di Gizo, nella Provincia Occidentale, sorge Nusambaruku, esempio perfetto di villaggio tradizionale isolato. Il centro abitato (composto perlopiù da palafitte sull'oceano) è visibile da Gizo, la principale cittadina dell'isola e il secondo centro delle Salomone in ordine di grandezza. Il villaggio è raggiungibile seguendo un breve sentiero, ma è più veloce ed emozionante compiere il tragitto di 1km in canoa. Prima di attraccare chiedete il permesso agli abitanti del villaggio e dite loro che desiderate solo dare un'occhiata al posto. Poco più in là, lungo la costa, sorge il villaggio di pescatori di Malaita, i cui abitanti provengono dall'omonima isola. Si tratta di una magnifica opportunità per osservare due diverse culture che convivono a così poca distanza l'una dall'altra. Gizo si trova a circa 370 km da Honiara; il volo costa circa US$55.

Isole Occidentali e Anarvon

Raggiungerle è una scommessa, ma questo gruppo di oltre 100 isole della provincia di Isabel dà vita a una delle più affascinanti reti di canali navigabili della regione. Su queste isole non esistono insediamenti permanenti (alcune si trovano appena al di sopra del livello del mare), ma l'intera regione è di certo la più pescosa del paese e, inoltre, ospita il più vasto terreno di cova del mondo della tartaruga embricata, una specie protetta. Nel 1995 è stata creata una riserva marina gestita dalla comunità: sono molto graditi i visitatori che seguono le guide nel regolare giro di perlustrazione delle tartarughe. Il personale è anche in grado di procurarvi l'alloggio. La canoa, in partenza dall'isola Wagina nella provincia di Choiseul, è il mezzo migliore per visitare le isole. L'arcipelago si trova a 280 km da Honiara.

Isole Laulasi e Busu

Gli squali sono sacri in molte zone delle Salomone, ma mai quanto a Laulasi e a Busu, due isole a circa 16 km da Auki, nella provincia di Malaita. Ritenuti la reincarnazione degli avi, gli squali vengono considerati con rispetto totemico. La pratica dello 'shark calling' è l'antica arte di radunare gli squali in acque basse e dar loro da mangiare con le mani. Il suono di due pietre battute sott'acqua l'una contro l'altra richiama gli squali nelle aree dove l'acqua è alta solo 30 cm; qui si trova un ragazzo che con le mani offre pezzi di carne di maiale, a partire dallo squalo più piccolo e via via fino a quello più grande e anziano. Il ragazzo poi sale sul dorso dell'animale più anziano che fa un giro intorno alla laguna prima di depositare l'ospite nel punto di partenza. L'abitudine di nutrire gli squali con le mani è cessata negli anni '70, ma il resto di questo incredibile rituale ancora sopravvive. Poiché la carne proviene da maiali neri, il nero e il rosso (del sangue) sono colori tabù a Laulasi e a Busu: ogni turista che visita le isole non dovrebbe mai dimenticarsene. Auki si trova a meno di 100 km da Honiara. Da Auki è possibile prendere un camion fino a Talakali dove, tranne la domenica, potrete noleggiare una canoa per raggiungere le isole.




Il Terzo Video di Altre Mete : Ostuni e la Puglia del Salento

Ancora un Video per Voi , Realizzato con le Foto delle Mie vacanze nel Salento del 2010!..


venerdì 15 aprile 2011

Altre Mete e Travelavenue.it : una Collaborazione Riuscita!

Salve a Tutti!..Scrivo Questo Articolo per ringraziare gli Amici di Travelavenue.it il Grande Portale del turismo Italiano  che ha Deciso di Assegnare al Mio Blog il Premio di "Favorite Blog 2011" come Potete Vedere dal Logo che Espongo già da Diversi giorni sul Mio Blog!. Da pochi giorni invece , potrete Trovare anche su Travelavenue.it gli Articoli Migliori del Mio Blog , corredati dalle Ottime Schede descrittive realizzate dagli Amici di Travelavenue!. Ringrazio Daniela Karacaci e Tutti gli Operatori di Questo Grande portale del Turismo con il Quale il Mio Blog ha Stretto un'Importante Collaborazione!. Visitate il Portale di Travelavenue.it è Veramente molto Completo : Centinaia di Alberghi , centinaia di Destinazioni e Articoli di moltissimi Blogger di Viaggi come Mè sono pubblicati su di Esso!. Travelavenue funziona come una "Guida di Viaggio" e Cerca di Dare ai Viaggiatori le Informazioni Utili che Stanno Cercando!..e Questo , in realtà , è Proprio Quello che stò Cercando di Fare anch'io con Altre Mete! per Cui Altre Mete e Travelavenue , collaborano per Far Meglio Riuscire , le Vostre "Insolite Vacanze" e  Lavorano Insieme per Scovare per Voi , i Posti più Belli del Mondo!. Dopodichè Ringrazio i Miei Lettori , per il Sostegno che mi Stanno Dando , che ha permesso ad Altre Mete di Diventare Forte e di Collaborare con i Grandi del Turismo!. A Breve potrebbe Partire un'Altra Importante Collaborazione Fra Altre Mete ed Emozione 3 , che potete già Trovare con i Suoi Banner sul Mio Blog , ma che presto Approderà anche sul Sito , e che non sarà più Presente Soltanto coi Banner Pubblicitari ma Collaborerà Attivamente con Altre Mete!..e io sarò Presto in Grado di Proporvi dell'Esclusivo Materiale su Questa Azienda che stà in Queste Ore , definendo un Importante Rapporto di Collaborazione con il Mio Blog!. Ma naturalmente Leggerete tutto in un Mio Prossimo Articolo!. Nel Frattempo Vi Lascio il Link per Visitare il Portale di Travelavenue.it e Ricordatevi che se il Mio Blog  vi Piace potete mettervi Come Follower Seguendo le Semplici Istruzioni che trovate sul Blog Stesso!.

giovedì 14 aprile 2011

Altre Mete Italia - Gli Acquedotti della reggia di Caserta


I siti UNESCO di Caserta: 

I ponti della Valle di Maddaloni

Il video Sull'Acquedotto Carolino ed un Possibile Tour in Motocicletta in Basilicata



L'Acquedotto Carolino : il Video in Italiano



e l'Acquedotto Carolino 

Questo articolo descrive la storia, gli aneddoti e le particolarità dell'Acquedotto Carolino,
un ardito capolavoro di ingegneria e stile, protetto dall'Unesco come patrimonio dell'umanità,
che impreziosisce l'offerta artistica e turistica della nostra provincia.

Vista aerea dell'Acquedotto Carolino - foto di Pietro Farina
L’acquedotto carolino
La costruzione di un acquedotto, che portasse l’acqua dalle sorgenti del Fizzo
alle vie d’acqua del Palazzo Reale di Caserta, fu uno straordinario successo tecnico
che diede ulteriore fama all’architetto Luigi Vanvitelli che riuscì così a smentire
tanti uomini di scienza che avevano teorizzato che mai l’acqua del Fizzo sarebbe giunta a Caserta.
I calcoli di Vanvitelli e dei suoi collaboratori e l’abilità delle maestranze avevano consentito
di superare tutte le difficoltà, particolarmente quella di riuscire a dare al condotto una
pendenza media di solo mezzo millimetro per metro di percorso.
L’acquedotto portò acqua a sant’Agata dei Goti; a san Leucio ed ai mulini; alle vasche,
alle fontane, alle peschiere, ai giardini e agli impianti idrici dell’intera reggia e della città di Caserta,
oltre a servire all’irrigazione dei campi casertani, all’abbeveraggio del bestiame,
ai pastifici. Immessa infine nell’acquedotto Carmignano, arricchì la portata
di questo acquedotto che portava l’acqua a Napoli.

Camminata attraverso gli archi dell'acquedotto - foto di Piero Farina
La storia
Fra il 1753 ed il 1755, fu compiuto il primo tronco dell’acquedotto dalle sorgenti del Fizzo,
poste alle falde del Taburno, al monte Ciesco, superando una palude, il fiume Enza,
con un ponte, e la collina del Prato, dove fu trovata un’altra sorgente.
Fra il 1755 ed il 1762, fu forato il monte Croce, dove le maestranze si trovarono
in tali difficoltà da decidere di sospendere i lavori in segno di protesta per i pericoli 
connessi al duro scavo. E il Vanvitelli dovette rimuovere anche questo ostacolo.
Seguì la perforazione dei monti Castrone, Acquavivola, Sagrestia, Fiero, Fano, Durazzano.
Nel 1755 si giunse alla foratura del monte Longano, da cui Vanvitelli decise
di raggiungere il monte Garzano mediante la costruzione di un ponte che superasse
la grande vallata fra i due monti. Quel ponte, detto i Ponti della Valle,
con i suoi 529 metri di lunghezza, fu il ponte più lungo d'Europa, all'epoca, e
- con triplici arcate in numero di. 19; 29, 43 dal basso verso l’alto - ricalca quelli romani
ma li supera in grandiosità.
Si forò quindi il monte Garzano con tre anni di duro lavoro e usando la polvere da sparo.
Nel 1759 Carlo di Borbone inaugurò questo primo blocco di lavori.
Nel 1762, l’acquedotto funzionava in pieno fino all'imbocco del traforo del monte Garzano. 
L’inaugurazione di questo tratto ebbe momenti drammatici perché l’acqua ritardò
a raggiungere la fine della condotta tra lo scetticismo di molti, il disagio del giovane
Ferdinando IV e il panico di Vanvitelli. Finalmente l’acqua arrivò tra gli applausi
della folla ed il re, raggiante, abbracciò Vanvitelli e lo gratificò di 1000 ducati.

L'acquedotto alimenta le cascate e vasche della Reggia - foto E. Di Donato
L'acqua fu poi portata a Caserta, attraverso le frazioni di Casola, Tuoro, 
Santa Barbara. Tutto fu fatto fra il 1764 ed il 1769.
Il capolavoro edilizio dell'acquedotto fu l'orgoglio di Vanvitelli
e delle maestranze che avevano lavorato sotto la guida tecnica di Francesco Collecini
e del Patturelli. L'acqua, che aveva superato in quattro ore l'intero percorso
dal Tabumo a Caserta, zampillò finalmente dalla collina di Briano, alimentando
le numerose cascate del parco della reggia, a salutare la vittoria della fatica umana
e la giovinezza della nuova regina di Napoli, Maria Carolina, di cui l'acquedotto di Luigi Vanvitelli
ricordava il nome.
Circa un secolo dopo, i Ponti della Valle divennero famosi per lo scontro delle forze Garibaldine
comandate da Nino Bixio con le truppe di Francesco II. Un ossario fu costruito
per commemorare i garibaldini periti nella battaglia e ricordare l’evento.

L'ossario dei garibaldini, particolare - foto L. Di Donato
Visita dei Ponti della Valle
La parte del condotto Carolino che costituisce i Ponti della Valle è annoverata
tra le più importanti opere d’arte del mondo e costituisce
l’elemento più spettacolare dell’intero condotto. Quel ponte, con i suoi 529 metri di lunghezza,
come abbiamo già detto, fu il ponte più lungo d'Europa, all'epoca, e con le sue triplici arcate
ben proporzionate testimonia nei secoli il genio di Vanvitelli. I 44 piloni della parte superiore
sono a pianta quadrata e terminano con una strada larga quasi due metri racchiusa da due spalliere.
I passaggi interni sopra ciascun ordine formano gallerie luminose utili al controllo del sistema.
L’intonaco rosso sui mattoni creano fasce decise ed armoniose sul grigio del tufo.

L'acquedotto, visto dal monte Garzano, sembra sparire nella nebbia - Foto di piero Farina
L’opera è godibile in qualsiasi ora del giorno ed anche di sera tarda se c’è la luna piena. 
Se si sale il monte Garzano (basta seguire le indicazioni per il santuario
di san Michele Arcangelo), subito si passa l’arcata che porta le grandi lapidi commemorative
della costruzione dell’acquedotto. Poi, a mezza costa del monte, si passa sotto
un’arcata dell’ultimo livello degli archi del condotto.
Da lì la veduta dei Ponti della Valle mozza il fiato. Si può notare da qui anche
la bianca costruzione dell’Ossario dei garibaldini. Questa costruzione
è sulla destra della strada, per chi proviene da Maddaloni.

Vista Serale dei Ponti della Valle
Curiosità e informazioni
Nei giorni festivi e col bel tempo, è invalso l’uso di fare pic-nic e scampagnate
tra la mole dei ponti e l’Ossario dei garibaldini. Non è infrequente, perciò,
trovare nel posto venditori vari ed anche quelli che vendono ‘o pede e ‘o musso,
gustoso affettato del piede e del muso di vitello condito con sale e limone,
il tutto in un ecologico foglio di carta oleata. Si mangia con le mani. Non ve lo fate scappare!
Come raggiungere i Ponti della valle
Da Caserta Sud seguire per circa 8 km la Statale 265 per Maddaloni, Valle di Maddaloni.

Curiosità

La Protesta dei lavoratori
Duecentocinquanta anni fa la sospensione dei lavori del tunnel del monte Croce,
minacciata dai lavoratori, fu scongiurata dalla vedova di un operaio morto sul lavoro.
Essa, silenziosa e vestita a lutto, con la sola presenza sul posto di lavoro del marito 
riuscì a riportare la calma tra i lavoratori ed a farli decidere di portare a termine
quel lavoro per il quale il loro compagno aveva dato la vita.
La battaglia dei Ponti della Valle
Garibaldi assegnò a Nino Bixio, al comando di 5600 uomini e una manciata di cannoni,
la difesa di Maddaloni e Caserta, su cui puntava il generale von Melckel con i suoi bavaresi
per prendere alle spalle le forze garibaldine schierate sul Volturno e/o puntare su Napoli.
Essenziale era sbarrare quindi il passo a von Melcken proveniente da Dugenta.
Perno della linea difensiva di Bixio furono proprio i Ponti della Valle,
nella stretta valle tra i monti Longano e Garzano. Dopo un iniziale successo dei borbonici,
Bixio riesce a rompere il centro e la destra dei borbonici con furiosi attacchi alla baionetta
e li costringe, battuti, a ritornare a Dugenta. E anche lì fu vittoria per i Garibaldini.

L'ossario dei garibaldini - foto L. Di Donato
Link e Informazioni
Ente Provinciale per il Turismo 
tel.0823 322233 / 0823 550011 
fax 0823 326300
Ufficio Info tel.0823 321137 
fax 0823 355877 
Ringraziamenti
Grazie a Piero Farina e Marisa Fogliarini, autori del documentario
"L'acqua che viene da lontano", per la concessione di alcune immagini.

lunedì 11 aprile 2011

Questo Nuovo Post è Molto importante perchè è Dedicato al Mio Primo Video su Altre Mete!..

A Tutti i Miei Lettori e A Tutte le Persone che mi hanno Dato Sostegno!..Altre Mete non si Ferma Mai! : e Questo Video è Per Voi!..

E Grande Novità!..Ho Preparato Già un Secondo Video! : su Stromboli e Sulla Sicilia!..






sabato 9 aprile 2011

La Turchia degli Scavi Archeologici e L'Isola di Bazcaada: i Video

Video in Italiano sugli Scavi Archeologici di Troia

Video in Italiano su Hierapolis l'Antica città Greca nei Pressi di Troia

Le Cascate Naturali Termali di Pamukkale - nei Pressi degli Scavi di Troia - Turchia

Pamukkale e gli Scavi Archeologici di Hierapolis - Turchia


Isola di Bazcaada - Turchia

Arrivo All'Isola di Bazcaada col Traghetto e visita dell?isola

Isola Di Bazcaada - il Video Professionale

venerdì 8 aprile 2011

L'Isola Gioiello di Bozcaada - Turchia

Bozcaada
Nessuna Urbanizzazione Selvaggia rovina il Paesaggio e la bellezza di Bozcaada, salvata da un piano regolatore rigido, che concede pochi permessi e per case di 80 metri quadri al massimo a un piano, fedeli all’architettura tradizionale. L’antica Tenedo cantata da Omero è celebre nella poesia epica perché durante la guerra di Troia i Greci vi ritirarono la flotta, per far credere ai nemici di aver abbandonato l’assedio, inducendoli così ad accogliere entro le mura il fatale cavallo di legno.
Il porto dell'isola
Il porto dell'isola
È una delle poche isole della Turchia: dopo la sconfitta nella Prima guerra mondiale, l’Impero ottomano fu privato di quasi tutte le isole nell’Egeo e nel Mediterraneo. Domina il porto la spettacolare fortezza ottomana sulla punta del capo che precipita in mare, racchiusa tra le mura possenti erette da Solimano il Magnifico. Nel piccolo museo si conservano anfore e capitelli corinzi recuperati nelle acque dei Dardanelli. Si ormeggia presso la gettata di cemento, rifugio dei caicchi da pesca. Ma Bozcaada è un piccolo paradiso soprattutto per le spiagge: le più spettacolari sono lungo la costa meridionale. Di sabbia e sassi come l’Ayana, affacciate su acque dai riflessi caraibici come Ayazma dominata dal monastero greco, attrezzate con Sdraio e ombrelloni come Habbele. Ancora più affascinante la solitaria caletta di Ariana, circa 30 minuti a piedi dal villaggio. Attorno al porto, si affacciano alberghi in Stile e Ristoranti riforniti ogni giorno dalle barche da pesca. Il più suggestivo è Marti Restaurant Café, che ha pochi tavolini in riva al mare, sullo sfondo della fortezza illuminata di Notte. Protagonista dei piatti e dell’infinità di mezé, gli antipasti, il pesce, dai calamari ai branzini. Salkum, facciata affrescata con grappoli d’uva in una vecchia stradina, offre piatti locali. Sul porticciolo, Sehir serve pesce ai tavolini in riva al mare. Lo stile dell’isola si ritrova negli hotel di charme, antiche dimore ristrutturate. Come il Kaikias, insospettabile in un’isola sperduta, affrescato con scene tratte dalla mitologia greca. Volte, letti a baldacchino, pezzi di antiquariato, una collezione di libri antichi di storia della Chiesa ortodossa. E copie di gioielli troiani, venduti come souvenir.
Il Marti Restaurant Café
Il Marti Restaurant Café
Era la vecchia scuola del paese, invece, l’hotel Ege, dall’aria vecchia, su un giardino dove si fa colazione. In una Stradina lastricata in pietra, una casa fine Ottocento dalla facciata azzurro polvere ospita il Rengigul Konukevi, un po’ troppo zeppo di oggetti e decori (quadri di famiglia, bambole, cappelli, lettere d’epoca, kilim, ricami), qualche caduta di gusto nei tessuti, ma un lussureggiante giardino con grandi tavoli per il breakfast, ottimo. La padrona è proprietaria anche di una galleria d’arte. Ma il posto più romantico è sull’incantevole Aquarium Bay. Purché si accetti di dormire in stanze Spartane alla luce di lanterne e candele. In cambio l’Akvaryum Pansyon, sei camere in un Edificio bianco con persiane blu, proprietà di un istruttore di diving e di una biologa marina, unica costruzione della zona, offre l’impagabile piacere di una baia solitaria; e passeggiate alle grotte, bagni nelle piscine naturali color turchese, a pochi metri, immersioni in fondali ricchissimi. 


Situata vicino all'ingresso dello Stretto dei Dardanelli, è una piccola isola anche nota come Tenedos. Chiamata "the windy island", l'isola ventosa perchè di giorno è perennemente sferzata dai venti che calano appena il sole tramonta.
Il paesino principale, dove attracca in traghetto, ospita una bellissima fortezza veneziana ed offre numerosi e caratteristici ristorantini di pesce. Il mare è ovunque azzurro e limpido. L'isola è famosa anche per l'ottima produzione di Vino fra cui il Cabernet.

Volete vedere una Turchia diversa, completamente fuori dai tour turistici? Quella per intenderci fatta di sacco sulle spalle, scarpe comode, un bel cappello in testa per ripararsi dal sole (se si è in estate), la bottiglie dell’acqua sempre appresso e magari un paio di pani da riempire con doner-kebap? L’occasione buona, allora, è quella di visitare due isole, non lontane le une dalle altre, le uniche che la Turchia possiede dal momento che –dopo la sconfitta nella I° Guerra Mondiale – l’Impero ottomano – fu privato di tutta la cosiddetta <piattaforma continentale> tanto nel Mar Egeo che in quello Mediterraneo. Si chiamamo Gokçeada e Bozcaada e fronteggiano i Dardanelli. Dal punto di vista storico-culturale c’è ben poco da ammirare ma a supplire questa mancanza è la natura rimasta incontaminata. Questo perché fino al 1987 le isole in questione erano off-limits in quanto sotto controllo militare. Poi, da quell’anno la revoca, anche se tuttora occorre sempre il rilascio di una specie di nullaosta per imbarcarsi, da Kanakkale e da Odunluk, rispettivamente alla volta delle antiche Imbros e Tenedos. Cominciamo Da Gokçeade.E’ l’isola più grande misurando 13 km da nord a sud e circa 30 km da est a ovest. Come scrive <Edt- Lonely Planet>, durante il conflitto del ’15-18 fu una importante base della campagna di Gallipoli in quanto il comandante degli Alleati, generale Ian Halmilton, si era stanziato con i suoi uomini nel villaggio di Aydincik, un tempo chiamato Kefalos. Ad abitare a Gokçeada – dove secondo Omero Poseidone aveva nascosto le sue mitiche scuderie – sono appena 7.000 anime che vivono di pesca e coltivando quel poco che di fertile si può utilizzare. Qui è tutto selvaggio, a cominciare dai villaggi molti dei quali abbandonati. La gente è cordialissima tanto che sembra di tornare indietro nel tempo. Nessuna malizia nei volti di uomini e donne che conducono una vita patriarcale senza stimoli affaristici. Per girare l’isola, dato che i dolmus sono piuttosto scarsi, conviene affittare una macchina o una motocicletta e puntare subito in direzione delle belle spiagge di Kalekoy e di Ugurlu oppure spingersi ancora più in là per ammirare il selvaggio di zone ancor meno conosciute come Kapikaya, Kokina e Yuvali. Riporta <Edt- Lonely Planet>: "Sui fianchi delle colline che sovrastano la valle centrale dell’isola sorgono i Villaggi greci di Zeytinli, Tepekoy e Durekoy, tutti costruiti in questa posizione per proteggere gli abitanti dalle incursioni e dai saccheggi dei pirati. Oggi molte case abbandonate stanno cadendo in rovina e le chiese hanno mantenuto un certo fascino e possiedono caffetterie dove può essere interessante fermarsi un po’. Il tratto di costa tra Kuzu Limani e Kalekoy è stato dichiarato <Parco marino>, quindi è zona protetta". Ai primi di luglio Gokceada fa da suggestivo sfondo alla <Festa delle uova> (Yumurta Panayiri). E’ una ricorrenza greca. Non va dimenticato, infatti, che fino ai primi anni settanta l’isola era ancora abitata dai greci che preferirono poi andarsene via dopo lo scoppio dei contrasti tra Ankara ed Atene per la questione di Cipro. In occasione della festa ogni anno sono molti i greci che ritornano sull’isola. Non vi manca mai il metropolita ortodosso di Istanbul. L’isola di Bozcaada si trova più a sud, quasi di fronte a Kumburum, al largo della costa della Triade. Si chiamava Tenedos. E’ celebre nella poesia epica greca perché durante la guerra di Troia i Greci vi ritirarono la flotta, allo scopo di far credere ai Troiani di aver abbandonato l’assedio e di essere sulla via del ritorno verso la Grecia, inducendoli così ad accogliere entro le mura della città il celebre cavallo di legno. Il nome Tenedos viene da Tenes, figlio di Cicno e di Prolea e fratello di Emitea. Era stato amato dalla seconda moglie di suo padre, Filonome: vedendosi respinta, questa non esitò a denunciarlo a Cicno. Il padre allora chiuse Tenes e la sorella di lui in una cesta e gettò entrambi in mare; trasportata dai flutti, la cesta fu alla fine abbandonata sulle rive dell’isola di Lucofride, i cui abitanti, dopo aver salvato Tenes, lo elessero a proprio re. Da allora l’isola, dal suo nome, venne chiamata Tenedos. Bozcaada è più piccola di Gokçeada e mostra una maggiore vivacità grazie ai produttivi vigneti che danno uno dei migliori vini di Turchia (Ataol, Talay e Yunatçillar). Si gira a piedi lungo il perimetro dell’isola fra falesie bianche o ci si può accontentare di distendersi sulla bella spiaggia di Ayazma dove si trovano diversi caffè e un monastero greco, a circa 5 km dal porto, sulla costa meridionale. Ancora più affascinante la solitaria caletta di Ariana, circa 30 minuti a piedi più lontano. Famosa per i suoi soldati, Bozcaada ha come unico sito turistico una enorme fortezza. 




l’isola del Cabernet

 

Bozcaada mare 620x351 TURCHIA Bozcaada, lisola del Cabernet
Turchia: il mare di Bozcaada

Raggiungere Bozcaada quando il buio l’ha già abbracciata, è il momento migliore per innamorarsene. Le luci che provengono dal piccolo porto e dalla fortezza la incorniciano rendendola ancora più misteriosa. Il traghetto che parte da Yükyeri İskelesi, circa 60 chilometri a sud-ovest di Çanakkale, va atteso al porto dove si fanno anche i biglietti. Non si sa a che ora possa partire, bisogna aspettare pazienti e fiduciosi. La piccola isola dalla forma triangolare un tempo era conosciuta come Tenedos, in onore di Tene, che la governò al tempo della guerra di Troia e che venne ucciso da Achille. Successivamente, nel periodo ottomano, i veneziani attribuirono all’isola un’importanza strategica tale da ripopolarla e costruirvi un’imponente fortezza. Colei che ancora

fortezza veneziana 300x225 TURCHIA Bozcaada, lisola del Cabernet

Turchia. Bozcaada: la fortezza veneziana
oggi, grazie alle sue perfette condizioni, dà il benvenuto al viaggiatore. L’unico paese dell’isola è Bozcaada o Kale (castello). Piccolo e grazioso, assomiglia moltissimo ad uno dei tipici paesi greci, poco distanti in linea d’aria. Allegre taverne dove degustare pesce fresco, colorati locali per fare la tipica ed abbondante colazione turca, mercatini serali per curiosare e fare qualche acquisto. Non è un luogo facile da raggiungere, anche per chi si muove in auto come me, tuttavia è un piccolo paradiso, lontano dalle affollate spiagge della costa turchese. Bianche spiagge e mare ceruleo sono disturbate, solo nelle ore diurne però, da un forte vento che soffia durante tutto l’anno. La prima volta che ci andai venni avvicinata, mentre ero al porto in attesa del traghetto, da un signore piuttosto meravigliato di vedere uno straniero e che sulla macchina esibiva un curioso adesivo “Life is a Cabernet”. Mi raccontò che l’isola era più che altro meta balneare per gli abitanti di Istanbul e luogo d’interesse per i sommelier, che ogni anno a giugno vi si recano per degustare la nuova produzione del rinomato Cabernet. Nonostante siano da sempre state coltivate le viti, per lungo
Bozcaada tramonto 300x225 TURCHIA Bozcaada, lisola del Cabernet
Turchia. Tramonto a Bozcaada

tempo i turchi non si sono occupati di vino per le regole religiose cui si attengono. Nella prima metà del 1900, però, iniziarono ad  interessarsi alla viticultura, tra gli anni ‘60 ed ‘80 questa tradizione crebbe e sull’isola si potevano contare tredici produttori. Quella della viticoltura è un’arte che viene insegnata fin da piccoli e, virtualmente, non c’è nessun adulto che non sia in grado di attuarla. La regola fondamentale da seguire, dicono qui, è quella di prendersi cura delle viti lungo tutto l’anno. I ceppi che germogliano a primavera e si trasformano in fiori delicati, gli acini che maturano sotto il caldo sole estivo, il profumo dei grappoli ormai raccolti in ceste durante la vendemmia che si diffonde per le strade, fino ad ottenere un vino corposo dal gusto rotondo. Piacevole da bere non solo per il suo buon sapore ma perché è parte dell’isola stessa, i cui abitanti amano ogni grappolo d’uva come fosse parte di un prezioso tesoro.

Isola Di Bozcaada - Turchia - La cartina Geografica

Vacanze in Turchia nella Zona degli Scavi della città di Troia

Troia, la città di Omero sulla costa Egea della Turchia


Troia è una città che conta più di 4.000 anni di storia, ed conosciuta come un importante centro di antiche civiltà. Per molti anni si ritenne che la città fosse una semplice leggenda e fosse stata solo menzionata in racconti epici come quelli di Omero, ritenuti privi di un fondamento di realtà. Quando nel 1872 l’archeologo Heinrich Schliemann annunciò la scoperta dei resti della città di Omero il mondo fu pervaso da un brivido di eccitazione.

Troia (Truva in turco) è situata nella provincia Hisarlik, non distante da Canakkale sullo stretto dei Dardanelli, dove è possibile visitare i resti di una grande città del passato. Per raggiungere Troia si devono percorrere i 30 km che la separano da Canakkale seguendo la stada Izmir-Canakkale-Yolu in direzione sud. Presso il villaggio di Gokcali si lascia la strada principale in direzione ovest e si raggiungono gli scavi di Troia, situati tra i villaggi di Ciplak, Kalafat e Tevfikiye. 



Il periodo migliore per visitare gli scavi di troia è la fine della primavera e l’autunno, quando le temperature non ancora torride consentono di passeggiare tra gli scavi senza soffrire per il gran caldo. Le massime in luglio ed agosto raggiungono di media i 30 °C con minime tra i 18-20 °C, mentre il periodo più piovoso è quello compreso tra novembre e marzo, con gennaio che rappresenta il mese più fresco con massime in genere comprese tra gli 8 e i 10 °C-


Cosa si può vedere a Troia?
Il metodo poco ortodosso di scavo dello Schliemann, pur provocando danni ebbe il merito di scoprire che Troia fosse composta da almeno 9 città diverse, che si sono succedute tra rovine e rinascite in un percorso lunghissimo ed affascinante. Certo l’archeologo Tedesco fece una importantissima scoperta, ma la limpidezza della sua opera rimane macchiata dal furto del celebre tesoro di Priamo, che Heinrich Schliemann scoprì l’ultimo giorno della sua campagna archeologica e che trafugò in Germania.


Troia appare nella letteratura greca e latina. Omero la menziona per la prima volta nella storia all’interno delle sue grandi operr, l’Iliade e l’Odissea. Ileum è infatti in nome latino di Troia, che viene poi ripreso da Virgilio che nella sua Eneide racconta della distruzione di Troia e delle fuga di Enea, figlio di Priamo, unico sopravvissuto della famiglia di Priamo e fondatore della civiltà romana. Il racconto dell’inganno di Ulisse con il cavallo di legno che scardine le difese della città è diventato una metafora universale dell’astuzia e della furbizia dell’uomo.




Ciò che invece gli scavi raccontano, è che Troia, durante l’età del bronzo, ebbe un grande potere a causa della sua posizione strategica al confine tra Europa e Asia. Le rovine di Troia furono trovaei prima di Charles McLaren nel 1822 ma ad Heinrich Schliemann va i lmerito di avere attribuito la giusta corrispondenza dei resti alla mitica città di Omero.
Alla fine gli scavi hanno identificato nove livelli di Troia:


• I livello che risale al 3000 a.C. ed è un villaggio neolitico, con abitazioni dalla struttura elementare
• II livello è compreso tra il 2500 e 2000 a.C. ed è una piccola città con mura contraddistinte da enormi porte, e con un megaron (palazzo reale). Schliemann credeva fosse la città distrutta dagli Achei
• III - IV - V livelli sono databili tra il (2000 e il1500 a.C.): tre villaggi distrutti ognuno poco tempo dopo la loro fondazione
• VI livello corrisponde al periodo 1500 - 1250 a.C.: ed è una vasta città a topografia ellittica, disposta su terrazze giustapposte, con mura imponenti, assemblate da enormi blocchi di pietra levigati e squadrati, dotate di porte e torri. Fu forse distrutta da un terremoto.
• Il VII livello (1250 - 1200 a.C. ): segna la rinascita della città precedente, ma anche una repentina distruzione: le tracce di un incendio fanno attribuire a questa città la corrispondente della Troia di Omero
• VIII livello (VII secolo a.C.): una semplice colonia greca , senza fortificazioni
• IX livello (dall'età romana al IV secolo): corrisponde a costruzioni romane costruite sulla cima spianata della collina.


Il sito attuale è visitabile a pagamento, con orario che va dalle 8 del mattino alle 5 del pomeriggio. All’interno degli scavi un enorme cavallo di legno cattura l’attenzione dei turisti, e se non siete davvero appassionati di archeologia è forse questa l’attrazione che più vi colpirà della visita del sito, assieme alle possenti mura che testimoniano della grandezza, effimera, della città.


Yenikoy : Cittadina turca sul Mare nei Pressi degli Scavi di Troia

Ancora Yenikoy in una Cartolina D'Epoca

Cittadina di Yali - Turchia
Yali Turchia - nei Pressi degli Scavi di Troia

Yali - Turchia - La Spiaggia
Yali - la Spiaggia - Ottima Base per Visitare gli Scavi Archeologici
Yali - le particolari Costruzioni in Legno






Yenikoy - la Zona Povera della Città
Yenikoy - Turchia - La Chiesa




Il Link di Google Maps/Turchia per Rendervi conto delle Distanze

 Il Sito di informazioni a Cura Dell' Ambasciata Turca - Completamente in Italiano
Pagina Web Per I Pernottamenti a Yenikoy


Iskanderun












 


Storia precristiana:

La città di Iskenderun sembra che si debba identificare con Alessandria ad Issum, città fenicia di Miriandro. A circa 37 km da essa, nella piana d'Isso, Alessandro Magno riportò una famosa vittoria contro Dario III (333 a.C.). La battaglia che contrappose l'esercito macedone alla «grande armata» persiana, fu vinta grazie alla solidità della fanteria macedone ed all'intelligente impiego della cavalleria da parte di Alessandro. A seguito della vittoria ottenuta questi fondò nuovamente la città dandole il proprio nome: Alessandria ad Issum o Scabiosa (montagnosa). Nell'intenzione del rè macedone, essa — a motivo della sua posizione favorevole — doveva attirare il commercio delle grandi carovane della Mesopotamia. Tuttavia la scelta successiva dei Seleucidi di rendere capitale del loro regno Antiochia e come porto di essa Seleucia Pieria, ridussero l'importanza di Alessandria.
Prima di partire per la guerra contro i Giudei, conclusasi con l'espugnazione di Gerusalemme (70 d.C.), l'imperatore Tito venne qui per assumere il comando di due legioni che lo attendevano.
I primordi del cristianesimo in città
In questa città si eresse un episcopato ma abbiamo a disposizione solo il nome di pochi vescovi. Nella Cronaca di Dionigi di Telmahar si trova la menzione di un ignoto vescovo di Alexandria parva (piccola Alessandria), vissuto attorno al 200. Nel III secolo d.C. la città viene distrutta dai Persiani. Significativo il fatto che il primo vescovo conosciuto, Esichio di Alessandria Minore, compaia nella lista dei 9 vescovi di Cilicia presenti al concilio di Nicea (325). Questo numero, congiunto alle testimonianze d'un episcopato di campagna (corepiscopato), relativamente diffuso, portano a concludere che nella regione il cristianesimo, già agli inizi del IV secolo, dovette trovare una notevole espansione. Ancora alla seconda metà del VI secolo la Chiesa di Alessandretta risulta inclusa nella provincia della Cilicia Seconda. Il nome di Ìskenderun, con il quale attualmente viene denominata, risale all'epoca della conquista da parte degli arabi, avvenuta nel VII secolo. Agli inizi del X secolo, però, la diocesi non esiste più suppur tuttavia il cristianesimo continua ad vivere nella città, seppur sembra avere Antiochia come centro di riferimento. Non dobbiamo poi scordare che dalla fine dell'XI secolo a quella del XIII la città si trova sotto il Principato Crociato di Antiochia. In questà città fino all'annessione alla Turchia si trovavano insieme diverse delle confessioni cristiane: cattolici, ortodossi, siriani, armeni, protestanti ecc. Basta vedere le numerose chiese e scuole cristiane che vi erano in città alla pagina "cristiani".
La rinascita civile e cristiana della città nel XIX secolo

 
Il XIX secolo fu un rigogliere di chiese e scuole cristiane che venivano costruite nella città a mano a mano che andava crescendo il numero dei cristiani. La loro presenza vide però un brutto calo con la Prima Guerra Mondiale.(la storia di questi edifici si può leggere in dettaglio nelle altre pagine).
Coll'annessione alla Turchia (1939) venne fatto chiudere subito il Colleggio dei Fratelli delle Scuole Cristiane e trasformato in scuola statale.
 
Si è notato che questi credenti portano delle maschere speciali quando sono in aereo o in autubus ermeticamente chiuse. Questo perché l'aria che esce dai polmoni di un non credente non sfiorerà i polmoni di un "Credente" che viaggia con lui. Lo stesso per le trasfusioni di sangue utilizzano il sangue donato da un Credente. I rilievi scientifici quali l'Rh+ o Rh- non sono assolutamente validi ne necessari in questi casi. La fede è la loro protezione. Alessandretta oggi conta circai 200.000 abitanti.

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