Isola di Ventotene - Napoli
Ventotene era già nota ai greci, che la chiamarono Pandataria o Pandateria, ma il porto romano interamente scavato nel tufo, i resti archeologici delle ville e degli acquedotti e la peschiera testimoniano l’importanza di Ventotene soprattutto ai tempi degli antichi Romani. Gli imperatori a più riprese la utilizzarono come luogo di esilio per illustri personaggi, come Giulia, la figlia di Augusto e Agrippina, nipote di Tiberio. E, come luogo di confino, Ventotene è passata alla storia anche nel periodo fascista, poiché proprio qui furono esiliate varie persone ‘non gradite’, tra cui Sandro Pertini, Giorgio Amendola, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. Questi ultimi due redassero in quel periodo il famoso Manifesto di Ventotene, che in un certo senso pose le basi per la formazione dell’Europa unita.
L’antico borgo marino, il forte torre, il maestoso carcere nella vicina Isola di Santo Stefano (a 2 kilometri di distanza) sono invece i più importanti monumenti borbonici di queste isole dell’arcipelago pontino, la cui formazione geologica ebbe inizio circa 100 milioni di anni fa a causa di grandiose eruzioni vulcaniche.
Oggi Ventotene ospita 600 residenti, ma d’estate si arriva fino a 5000 presenze. Si tratta di un’isola tranquilla, soprattutto fuori stagione, capace di regalare paesaggi incantevoli e una vacanza a stretto contatto con il mare e la natura. Bastano poche ore per girarla tutta: ha una forma allungata, lunga meno di 3 kilometri e larga fino a 700 metri. Per conoscerla bene conviene affidarsi una delle Guide dell’isola, ragazzi esperti, preparati, pieni di passione per quest’angolo di Tirreno, coperto dalla macchia mediterranea, bagnato da un mare cristallino e testimone di una storia millenaria.
Anche gli appassionati di immersioni subacquee troveranno a Ventotene pane per i loro denti, soprattutto sulla costa ovest, all’interno di un’Area marina protetta. I luoghi di maggiore interesse per i sub sono Punta Pascone (con un fondale di sabbia lavica nera e una suggestiva grotta), la Secca dell’Archetto (in mare aperto dove si trova un tunnel subacqueo ricco di spugne e anemoni di mare), la Punta dell’Arco (con due grotte a 30 metri di profondità) e volendo, anche il relitto della Santa Lucia, una nave affondata dall’aviazione durante la seconda guerra mondiale.
Ventotene ti affascina al primo sguardo. Quando, ancora sul traghetto che da Formia o Napoli ti catapulta verso la pace, scorgi quel piccolo lembo di terra. La sensazione è particolare: è un luogo famigliare, con quel porto romano che sembra abbracciarti, accoglierti. Anche se non hai mai messo piede su quell'isola la sensazione è quella di esserci già stato, di averci vissuto. E' come tornare a casa dopo un lungo viaggio. Tornare a casa per riposarsi, rigenerarsi per poi partire di nuovo.
Ventotene è un'isola che ha una storia millenaria che va da Ulisse sino al famoso Manifesto di Ventotene. E questa sua storia la si inizia a respirare appena sbarcati, percorrendo la banchina del porto per raggiungere il centro del paese.
Ventotene è piccola, molto piccola. La sua lunghezza non raggiunge i 3 Km ed è larga circa 700 m. Ed è grazie a questa particolare conformazione che negli anni si è salvata dall'invasione turistica. Non che di turisti non ce ne siano, anzi, ma sono ben distribuiti e per lo più sono abituè, amanti del luogo. Solo durante i fine settimana si riempie a dismisura di bagnanti usa e getta.
Le spiagge non sono molte a Ventotene e la più comoda e frequentata è "Calanave". Ma basta prendere in affitto una barchetta per potersi spostare lungo il perimetro dell'isola e trovare calette incantevoli, dove il mare è limpido come acqua di fonte.
Per pernottare a Ventotene consiglio di affittare un appartamento. Ve ne sono alcuni molto carini con spazi esterni dove godere al meglio i momenti "casalinghi". I prezzi sono nella media delle case isolane e di certo più convenienti degli alberghi.
Vale la pena spendere due parole sugli abitanti di questo piccolo paradiso perchè sono loro a darti questa sensazione di familiarità. In particolare ricordo con affetto Benito titolare dell'omonimo ristorante (che consiglio assolutamente di frequentare per la gustosa cucina e l'incantevole posizione) ma prima di tutto poeta e pescatore. Ho spesso nella mente l'immagine di quest'uomo sottile, con una chioma bianca e la pelle bruciata dal sole, che davanti alla sua griglia, con un bicchiere in mano, cantando brinda alla luna. Mentre i figli Domenico e Stefano corrono su e giù per i tavoli con le gustose portate preparate dalla moglie Candida. Aiello è invece il proprietario del forno di Ventotene. Cordiale e simpatico, ha sempre voglia di fare due chiacchiere mentre la figlia Francesca ti incarta una pasta alla crema o un pezzo di pizza appena uscito dal forno.
Molte sono le persone che si portano con sè nel cuore venendo via da Ventotene. E non solo gli abitanti "storici" ma anche quelli che magari l'inverno lo passano sulla terra ferma, come i componenti della famiglia che gestiscono il bar-ristorante Zì Amalia o come Fabio che per passione mantiene alta la cultura gestendo, in maniera commovente, l'unica libreria del paese.
Ci sarebbe tanto da dire su Ventotene, ma le parole rimangono solo parole. Consiglio a chi ama la natura, la tranquillità ma sopratutto la riscoperta di un'umanità a cui non siamo più abituati, di approdare su questo piccolo mondo antico, sono pronto a scommettere che non ve ne libererete così facilmente.