venerdì 18 marzo 2011

La Sicilia – L’Articolo

 

La Sicilia in breve

La Sicilia è la più estesa regione italiana (25.708 Kmq) e la maggiore isola del Mediterraneo. Lo stretto di Messina la separa dalla Calabria e il Mar di Sicilia la separa dall'Africa. Di forma triangolare, il territorio della regione è per 1/4 costituito da montagne. L'Appennino Siculo, comprende i monti Peloritani, i monti Nebrodi e le Madonie, si distende da est a ovest, sul margine settentrionale dell'isola; i monti Erei e i monti Iblei bordeggiano la Piana di Catania, dominata a nord dal massiccio montuoso dell'Etna, il più alto vulcano d'Europa.

Ad ovest si incontrano i monti che delimitano la Piana di Palermo (Conca d'Oro) e, più a sud, le balze montuose dell'Altopiano di Solfifero. Le coste sono alte e frastagliate sul litorale tirrenico; basse e sabbiose sul litorale ionico. Molte isole contornano la Sicilia: l'Arcipelago delle Eolie, situato a nord di Milazzo; l'isola di Ustica a nord-ovest di Palermo; l'Arcipelago delle Egadi, di fronte a Trapani; l'isola di Pantelleria e le isole Pelagie tra la costa meridionale della Sicilia e l'Africa.

la Sicilia nella storia. Coperta di boschi, ricca di vulcani, fertile di frutti e abbondante di greggi, l'isola dalle tre punte, la Trinacria di Omero, entra assai presto nella storia. Nell'interno vivono di caccia e pastorizia i Sicani e i Siculi; sulle coste si stabilizzano conquistatori appartenenti a grandi popoli civili: a nord-ovest i Cartaginesi, che fondano Palermo; a est e nella fascia meridionale i Greci, che fondano Messina, Catania, Siracusa, Agrigento e Selinunte. Questi coloni introducono la coltivazione della vite e dell'olivo e fanno della Sicilia un centro di commerci e di cultura che eguaglia e spesso supera in splendore la Grecia stessa. Poi giungono i Romani, che sbarcano nell'isola approfittando delle contese fra Greci e Cartaginesi. La terra è ricca e i Romani la sfruttano a fondo. Roma può dar poco alla Sicilia che ha già conosciuto la civiltà dei Greci; ma in compenso chiede molto: grano e tasse, tasse e ancora grano, sempre più grano. I boschi a poco a poco scompaiono, il regime dei fiumi si fa irregolare, si comincia ad avvertire la scarsità d'acqua. Cade l'Impero e, nel IX secolo, in Sicilia giungono gli Arabi, che hanno già conquistato l'Oriente e ne hanno assimilato la civiltà: il loro dominio dura fino all'XI secolo, e in questo periodo l'isola gode di un benessere sconosciuto a tutto il resto dell'Italia. La coltivazione dell'arancio amaro (quello dolce giungerà dalla Cina nel XVI secolo, importato dai Portoghesi), già conosciuto in epoca romana, diventa ora tipica dell'isola. Altre se ne aggiungono, come quella del gelso, della canna da zucchero, del cotone. Sapienti opere idrauliche regolano la distribuzione dell'Acqua, così necessaria alle preziose colture. Insieme all'economia fioriscono anche l'arte e la letteratura. Poi gli Arabi sono scacciati dai Normanni, che però ne assimilano la civiltà. La Sicilia è il primo stato del mondo a darsi un parlamento, diventa uno dei regni più potenti e ricchi d'Europa. Ma in seguito giungono altri padroni: Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli. Incomincia il lento decadere dell'isola. Il mantello boscoso scompare ovunque tranne nei Nebrodi; l'acqua è ormai scarsa; si formano i grandi feudi, dove regna il latifondo. L'agricoltura si impoverisce sempre più, aumentano i magri pascoli, gli isolani devono pagare tasse sempre più pesanti. Dall'insurrezione dei Vespri Siciliani (1282) a quella che precedette l'impresa dei Mille (1860) l'isola è spesso agitata da rivolte, causate dall'ingiustizia sociale e dalla povertà. E Garibaldi è accolto con grande entusiasmo dai Siciliani, che sperano di ottenere da lui l'abolizione del latifondo e la distribuzione delle terre ai contadini. Ma l'opera intrapresa per guarire le ferite prodotte da secoli di malgoverno è lenta è difficile. A più di un secolo dall'unità d'Italia il lavoro è ancora in buona parte da compiere.

Il Clima è mite sulle coste e arido all'interno perchè le catene montuose che corrono lungo le coste impediscono all'aria fresca e umida di penetrare nelle regioni più interne, dove le precipitazioni sono molto scarse. Poco meno di 5.000.000 di persone vivono su 25.708 Kmq, con una densità media di 190 abitanti per Kmq. La Sicilia è una regione a statuto speciale, divisa in 9 province: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Trapani. Le città più grandi dell’isola sono:

Palermo (669.000 abitanti),

Catania (333.000),

Messina (232.000),

poi Siracusa (127.000), Marsala (81.000), Gela (73.000), Trapani (69.000), Ragusa (68.000), Caltanissetta (61.000), Agrigento (56.000), Vittoria (55.000), Modica (51.000), Mazara del Vallo (49.000), Acireale (47.000) e Paternò (46.000. I fiumi sono brevi e alternano piene e allagamenti a prolungati periodi di magra. Hanno regime più stabile: l'Alcantara e il Simeto, che sfociano nello Ionio; il Salso; il Belice e il Platani, che si gettano nel Mar di Sicilia, e il Torto che sbocca nel Tirreno. Anche i laghi sono di piccole dimensioni, il maggiore è il Lago di Pozzillo ai piedi dell'Etna.

La conformazione del suolo ed il clima hanno fatto sì che l'isola sia particolarmente fertile soprattutto nelle brevi pianure e sulle colline situate in prossimità del mare. Anche le fabbriche sono sorte di preferenza lungo le coste per la presenza dei porti e per la maggiore facilità delle comunicazioni; di conseguenza anche la popolazione è più densa sulle coste che non nelle regioni più interne. L'agricoltura è ancora l'attività principale dei siciliani anche in quelle regioni in cui la scarsità d'acqua e il frazionamento della proprietà non consentono un alto rendimento della terra, infatti, il rendimento per ettaro è piuttosto basso in proporzione al resto d'Italia. L'allevamento del bestiame ha importanza molto modesta. L'industria dell'isola ha il suo punto di forza nell'industria estrattiva. I due principali settori dove si esplica l'attività mineraria sono quello degli idrocarburi (petrolio, metano e bitume) e quello dello zolfo. Le rimanenti industrie hanno di solito importanza limitata all'ambito locale. Le comunicazioni sia all'interno dell'isola sia con la penisola italiana sono ancora insufficienti, con danno anche per le correnti turistiche dirette verso una delle terre più belle del nostro paese. Nonostante tutto il turismo in Siclia è ben presente soprattutto sulle coste e nei periodi estivi.

La Sicilia - il Video



Sicilia di Francesco-42

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venerdì 18 marzo 2011

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La Sicilia in breve

La Sicilia è la più estesa regione italiana (25.708 Kmq) e la maggiore isola del Mediterraneo. Lo stretto di Messina la separa dalla Calabria e il Mar di Sicilia la separa dall'Africa. Di forma triangolare, il territorio della regione è per 1/4 costituito da montagne. L'Appennino Siculo, comprende i monti Peloritani, i monti Nebrodi e le Madonie, si distende da est a ovest, sul margine settentrionale dell'isola; i monti Erei e i monti Iblei bordeggiano la Piana di Catania, dominata a nord dal massiccio montuoso dell'Etna, il più alto vulcano d'Europa.

Ad ovest si incontrano i monti che delimitano la Piana di Palermo (Conca d'Oro) e, più a sud, le balze montuose dell'Altopiano di Solfifero. Le coste sono alte e frastagliate sul litorale tirrenico; basse e sabbiose sul litorale ionico. Molte isole contornano la Sicilia: l'Arcipelago delle Eolie, situato a nord di Milazzo; l'isola di Ustica a nord-ovest di Palermo; l'Arcipelago delle Egadi, di fronte a Trapani; l'isola di Pantelleria e le isole Pelagie tra la costa meridionale della Sicilia e l'Africa.

la Sicilia nella storia. Coperta di boschi, ricca di vulcani, fertile di frutti e abbondante di greggi, l'isola dalle tre punte, la Trinacria di Omero, entra assai presto nella storia. Nell'interno vivono di caccia e pastorizia i Sicani e i Siculi; sulle coste si stabilizzano conquistatori appartenenti a grandi popoli civili: a nord-ovest i Cartaginesi, che fondano Palermo; a est e nella fascia meridionale i Greci, che fondano Messina, Catania, Siracusa, Agrigento e Selinunte. Questi coloni introducono la coltivazione della vite e dell'olivo e fanno della Sicilia un centro di commerci e di cultura che eguaglia e spesso supera in splendore la Grecia stessa. Poi giungono i Romani, che sbarcano nell'isola approfittando delle contese fra Greci e Cartaginesi. La terra è ricca e i Romani la sfruttano a fondo. Roma può dar poco alla Sicilia che ha già conosciuto la civiltà dei Greci; ma in compenso chiede molto: grano e tasse, tasse e ancora grano, sempre più grano. I boschi a poco a poco scompaiono, il regime dei fiumi si fa irregolare, si comincia ad avvertire la scarsità d'acqua. Cade l'Impero e, nel IX secolo, in Sicilia giungono gli Arabi, che hanno già conquistato l'Oriente e ne hanno assimilato la civiltà: il loro dominio dura fino all'XI secolo, e in questo periodo l'isola gode di un benessere sconosciuto a tutto il resto dell'Italia. La coltivazione dell'arancio amaro (quello dolce giungerà dalla Cina nel XVI secolo, importato dai Portoghesi), già conosciuto in epoca romana, diventa ora tipica dell'isola. Altre se ne aggiungono, come quella del gelso, della canna da zucchero, del cotone. Sapienti opere idrauliche regolano la distribuzione dell'Acqua, così necessaria alle preziose colture. Insieme all'economia fioriscono anche l'arte e la letteratura. Poi gli Arabi sono scacciati dai Normanni, che però ne assimilano la civiltà. La Sicilia è il primo stato del mondo a darsi un parlamento, diventa uno dei regni più potenti e ricchi d'Europa. Ma in seguito giungono altri padroni: Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli. Incomincia il lento decadere dell'isola. Il mantello boscoso scompare ovunque tranne nei Nebrodi; l'acqua è ormai scarsa; si formano i grandi feudi, dove regna il latifondo. L'agricoltura si impoverisce sempre più, aumentano i magri pascoli, gli isolani devono pagare tasse sempre più pesanti. Dall'insurrezione dei Vespri Siciliani (1282) a quella che precedette l'impresa dei Mille (1860) l'isola è spesso agitata da rivolte, causate dall'ingiustizia sociale e dalla povertà. E Garibaldi è accolto con grande entusiasmo dai Siciliani, che sperano di ottenere da lui l'abolizione del latifondo e la distribuzione delle terre ai contadini. Ma l'opera intrapresa per guarire le ferite prodotte da secoli di malgoverno è lenta è difficile. A più di un secolo dall'unità d'Italia il lavoro è ancora in buona parte da compiere.

Il Clima è mite sulle coste e arido all'interno perchè le catene montuose che corrono lungo le coste impediscono all'aria fresca e umida di penetrare nelle regioni più interne, dove le precipitazioni sono molto scarse. Poco meno di 5.000.000 di persone vivono su 25.708 Kmq, con una densità media di 190 abitanti per Kmq. La Sicilia è una regione a statuto speciale, divisa in 9 province: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Trapani. Le città più grandi dell’isola sono:

Palermo (669.000 abitanti),

Catania (333.000),

Messina (232.000),

poi Siracusa (127.000), Marsala (81.000), Gela (73.000), Trapani (69.000), Ragusa (68.000), Caltanissetta (61.000), Agrigento (56.000), Vittoria (55.000), Modica (51.000), Mazara del Vallo (49.000), Acireale (47.000) e Paternò (46.000. I fiumi sono brevi e alternano piene e allagamenti a prolungati periodi di magra. Hanno regime più stabile: l'Alcantara e il Simeto, che sfociano nello Ionio; il Salso; il Belice e il Platani, che si gettano nel Mar di Sicilia, e il Torto che sbocca nel Tirreno. Anche i laghi sono di piccole dimensioni, il maggiore è il Lago di Pozzillo ai piedi dell'Etna.

La conformazione del suolo ed il clima hanno fatto sì che l'isola sia particolarmente fertile soprattutto nelle brevi pianure e sulle colline situate in prossimità del mare. Anche le fabbriche sono sorte di preferenza lungo le coste per la presenza dei porti e per la maggiore facilità delle comunicazioni; di conseguenza anche la popolazione è più densa sulle coste che non nelle regioni più interne. L'agricoltura è ancora l'attività principale dei siciliani anche in quelle regioni in cui la scarsità d'acqua e il frazionamento della proprietà non consentono un alto rendimento della terra, infatti, il rendimento per ettaro è piuttosto basso in proporzione al resto d'Italia. L'allevamento del bestiame ha importanza molto modesta. L'industria dell'isola ha il suo punto di forza nell'industria estrattiva. I due principali settori dove si esplica l'attività mineraria sono quello degli idrocarburi (petrolio, metano e bitume) e quello dello zolfo. Le rimanenti industrie hanno di solito importanza limitata all'ambito locale. Le comunicazioni sia all'interno dell'isola sia con la penisola italiana sono ancora insufficienti, con danno anche per le correnti turistiche dirette verso una delle terre più belle del nostro paese. Nonostante tutto il turismo in Siclia è ben presente soprattutto sulle coste e nei periodi estivi.

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